Agricoltura e prodotti alimentari, dalla Regione Lombardia un nuovo percorso post-covid

Intervista a Fabio Rolfi, assessore all’agricoltura, alimentazione e sistemi verdi della Regione Lombardia
Fabio Rolfi guida un comparto che, in questa fase post-Covid, potrebbe far la differenza per il futuro dell’area lombarda. “Tutelare il prodotto lombardo e sostenere le filiere per innovarsi è la nostra mission”.
La Lombardia è la prima regione d’Italia sia per valore della produzione agricola sia per il valore della trasformazione. L’assessore all’Agricoltura, Alimentazione e Sistemi verdi della Regione Lombardia pone al centro la sostenibilità ambientale sull’energia e la valorizzazione dei prodotti agroalimentari e delle filiere, ci parla dei principali temi che coinvolgono l’agricoltura e i prodotti del presente e del futuro.
Benvenuto Assessore Rolfi a ‘Lombardia Economy’. Iniziamo facendo un bilancio del 2021 rispetto al periodo pre-Covid. Cosa ha fatto il suo assessorato?
«Nella fase acuta dell’emergenza abbiamo subito messo a disposizione 20 milioni di euro per le filiere agricole più in crisi: agriturismi, allevamenti di vitelli e florovivaismi. Ogni azienda ha ricevuto 6.600 euro direttamente sul conto corrente e con procedura a burocrazia zero; ma la ripresa non passa solo dai sussidi. Gli imprenditori sanno che questo è il momento per investire sul futuro ossia in innovazione, riuscire a coniugare sostenibilità economica e sostenibilità ambientale delle imprese, anche in ambito agricolo. Per questo abbiamo dialogato con governo e Ue per approvare il piano di sviluppo rurale di transizione: 400 milioni di euro a disposizione delle 45 mila imprese agricole della nostra regione. Abbiamo immediatamente attivato i bandi e il 2022 sarà un anno molto intenso da questo punto di vista».
Tra i tanti progetti e bandi quale ritiene sia il più importante?
«Senza dubbio la misura 4.1 del Programma di sviluppo rurale, legata agli incentivi per investimenti per la redditività, competitività e sostenibilità delle aziende agricole. Ci sono 70 milioni di euro a disposizione. È la misura più attesa, quella con cui alle aziende agricole vengono erogati contributi per opere, impianti, nuove apparecchiature e strumentazioni informatiche».
La tutela del prodotto lombardo quali frutti potrà dare alla regione, ai produttori e agli investitori nei prossimi anni?
«Il sistema agroalimentare italiano vale 522 miliardi di euro e rappresenta il 15% del PIL nazionale; siamo primi in Europa per valore aggiunto agricolo. La qualità e la sicurezza alimentare che le nostre imprese sanno garantire non hanno pari al mondo. Si stima che l’italian sounding generi un danno di circa 100 miliardi di euro all’anno per il nostro Paese. Il contrasto all’agropirateria è la base per garantire il giusto valore a tutti gli attori della filiera. Un lavoro di sistema che la Regione Lombardia sta sostenendo con forza».
Ci sono state delle iniziative lodevoli da parte del suo assessorato per sostenere le persone indigenti e la strategia destinata alle comunità montane per la valorizzazione territoriale. Che risultati ha ottenuto?
«Creare lavoro e creare economia sono la migliore risposta alle esigenze sociali di questi tempi. Con #iomangiolombardo abbiamo acquistato formaggio lombardo di qualità, sia le piccole produzioni che le grandi Dop, da dare alle persone in difficoltà. Ma la nostra strategia è quella di creare posti di lavoro nelle cosiddette aree interne che devono diventare un volano anche per il turismo, specie in epoca post Covid. Abbiamo un patrimonio da valorizzare e i nostri giovani stanno riscoprendo l’agricoltura come attività essenziale per l’economia e per l’ambiente».
Assessore il suo lavoro si è caratterizzato anche per le forti relazioni e i progetti con altre regioni. È la via corretta?
«Certo. Guidare la prima regione agricola d’Italia significa anche interagire con i territori confinanti per delineare strategie condivise. Lavoro ottimamente con il Piemonte sul riso, ma anche con l’Emilia-Romagna per il comparto suinicolo e con Veneto e Trentino in ambito di pesca sul Garda. Gli amministratori sono in grado di andare al di là dell’appartenenza politica per il bene collettivo. Il dialogo con il ministro Patuanelli è costante. Abbiamo ottenuto risultati importanti grazie alla collaborazione Governo – Regioni e continuerò a seguire questa filosofia nell’interesse della Lombardia».
Per approfondimenti:
Sito Agricoltura Regione Lombardia