Alberi e città, città e alberi: un rapporto ancora tutto da costruire
Assoverde, attraverso l’esperienza del Libro Bianco del Verde, si pone l’obiettivo di dare agli alberi, ai giardini, alla natura delle nostre città, il giusto valore, che non è ideologico né di difesa tout court, ma di rispetto. Ce lo racconta Francesco Maria Maccazzola, coordinatore dei lavori Libro Bianco del Verde di Assoverde
Il rapporto tra la Natura e l’uomo è alla base della nostra evoluzione. Gli alberi in città e il rapporto tra le città e gli alberi è fondamentale e nasce quando sono nate le città. Chi fa il nostro lavoro ha il privilegio di lavorare ogni giorno con gli alberi presenti nei nostri centri urbani. Quotidianamente si deve approcciare con il verde violentato da habitat troppo antropizzati.
Credo che il vero tema su cui si debba fare un investimento è rendere possibile il rapporto Alberi Città e Città Alberi e più in generale rendere possibile e percorribile il rapporto Città-Natura.
L’albero, in città, come la Natura, sia quella presente in un parco cittadino che quella della campagna periurbana, sono diventati un feticcio che da una parte è difeso, almeno a parole, e dall’altra dimenticato e, quando fa comodo, usato per uno scopo, un fine o l’altro.
Facciamo sempre fatica a ricordare come le piante siano esseri viventi o anche solo a ragionare in questa direzione. Si deve accettare che gli alberi nascono, crescono e muoiono. Compito di chi li cura è avere rispetto di questi esseri. I primi a dimenticarselo, sovente, purtroppo, sono i giardinieri. Gli alberi sono o dimenticati o visti solo come un arredo urbano. L’Albero, invece, è vivo e noi dipendiamo dagli alberi più di quanto gli alberi dipendano da noi.
Anche tecnicamente conosciamo troppo poco e gli stessi tecnici sono poco ascoltati. Pensiamo di poter umanizzare gli alberi a seconda dei nostri interessi e ciò che difendiamo non è più un albero, un parco, un pezzo di natura sia esso spontaneo o costruito dall’uomo, ma tutt’altro.
Il primo passaggio che Assoverde sta cercando di fare è dunque culturale e di rispetto dell’essere vivente che è l’albero, rispetto per i valori reali che incarna la natura di prossimità che viviamo quotidianamente nelle nostre città.
Con il progetto del Libro Bianco del Verde stiamo discutendo a livello nazionale con tecnici, imprenditori, professori, politici, associazioni di tutta Italia che ci hanno seguito in questi anni e con i quali auspichiamo di realizzare questa rivoluzione culturale, questo nuovo percorso di ridefinizione dei valori.
Il 7 luglio saremo a Firenze, in Toscana, a parlare con la Città, con la Regione, e a presentare il FOCUS 2022 che riguarderà la Salute e la stretta connessione che ha il verde con essa. Una visione che nasce dalla collaborazione con il CREA e l’Istituto Superiore di Sanità. Quest’ultimo ha, grazie all’interessamento del professor Girolamo Sirchia, convocato un pool di medici che sta lavorando, in collaborazione con i tecnici del comitato scientifico del Libro Bianco del Verde, per la definizione dei parametri che hanno e, dovranno avere, quelli che chiamiamo “Parchi della Salute”: dei parchi cittadini, pensati, realizzati e mantenuti partendo dall’apporto che la natura dà in termini di salute agli esseri umani.
Con una visione più ad ampio spettro, credo che questa rivoluzione si realizzerà solo quando ci renderemo davvero conto che abbiamo a che fare con Esseri Viventi. La città italiane, il nostro Governo, specie con tutte le iniziative in corso, anche a seguito dalla pandemia, si propongono di realizzare tanti progetti. Serve però, a nostro avviso, un ulteriore passo avanti fatto, con coraggio. Bisogna smettere di pensare agli alberi e alla Natura che interagisce quotidianamente con i nostri ambienti, che pensiamo essere artificiali, come a qualcosa di scontato e statico. Ad esempio, auspico che, riferendosi agli alberi, non si parli più di infrastrutture verdi, ma di parchi cittadini urbani perché solo allora vorrà dire che abbiamo capito che abbiamo a che fare con degli Esseri Viventi.
Bisogna creare un forte rispetto degli alberi, che contempli la loro salvaguardia che – come sappiamo – contiene molti altri valori. Bisogna avere il coraggio di capire che anche gli alberi soffrono di vicissitudini della vita che vanno affrontate e discusse. Non che la cosa serva alla Natura o agli alberi, serve, invece, a noi esseri umani per poter esistere. Ne va, prima di tutto, della qualità della nostra vita.
Quello che dovremmo fare tutti come cittadini, giardinieri, tecnici, politici, è prima di tutto uno sforzo di tipo culturale. Creare per i nostri alberi, i nostri prati, i nostri giardini, siano essi storici o di periferia, valori nuovi. Valori che in realtà esistono da sempre ma che, per ignoranza e pigrizia, non sappiamo più riconoscere.
Questo gioverà al sistema di chi opera con gli alberi. Pianificare, mantenere e curare le città e il verde, questo deve essere al centro dei nostri progetti e non a latere.
Lo si nota quando si visita le città del Nord Europa o quando i tecnici stranieri vengono in Italia e vedono qui da noi cose interessanti, ma, poi, chiedono spesso: “Dove è l’albero della piazza?”.
Può sembrare un discorso generalista, ma se non partiamo da un approccio culturale “vero” che abbia delle basi tecniche e che non sia solo di facciata, non andremo da nessuna parte. Ed è questo che Assoverde prova a fare attraverso l’esperienza del Libro Bianco del Verde. Per un nuovo neorinascimento della cura del verde nel nostro Paese.