Assicurazioni, sfida della sostenibilità
Le assicurazioni ricoprono un ruolo decisivo nella sfida della sostenibilità. Ne abbiamo parlato con Erik Somaschini, ceo di Brianza Assicurazioni
Con Erik Somaschini, ceo e founder di Brianza Assicurazioni (sito web), Partner, CMO & Chief Dot Connector di SpartanTech e membro del consiglio direttivo di AssoEsg, abbiamo affrontato il tema della sostenibilità in ambito assicurativo, scoprendo il ruolo degli assicuratori e parlando della necessità di realizzare una finanza etica.
L’anno scorso è entrato a far parte del consiglio direttivo di AssoEsg, associazione non profit che si propone di concorrere all’affermazione di un nuovo modello economico di sviluppo sostenibile. Qual è la sua visione sul tema della sostenibilità?
«La mia visione sul tema della sostenibilità parte dalla tutela dell’ambiente, ma pone al centro l’uomo. Mi ispiro al neoumanesimo, che contempla che ogni modifica legislativa e comportamentale di individui e imprese debba produrre sempre effetti positivi per l’uomo, coniugando la tutela dell’ambiente con la protezione e valorizzazione degli individui.
La sostenibilità non può essere un tema imposto solo a livello legislativo, bensì l’esternazione di valori civici e personali condivisi attraverso un’educazione al rispetto dell’ambiente che deve partire tramite una formazione culturale nei cicli scolastici, in famiglia e più in generale nella società».
Le assicurazioni ricoprono un ruolo decisivo nel raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità. In che modo? Cosa viene fatto concretamente?
«L’impegno profuso in modo concreto nei Paesi UE, che incidono solo per l’8 per cento dell’inquinamento globale, è un esercizio quotidiano che non può avere l’obiettivo di risolvere temi quali il climate change e il surriscaldamento globale, ma è una pratica individuale che funge da esempio virtuoso per realtà che non hanno ancora maturato la convinzione dell’importanza fondamentale di tutelare l’ambiente parallelamente agli individui, a prescindere da origine, etnia, sesso, religione, valori e pensiero.
Le assicurazioni e gli intermediari di assicurazione hanno potenzialmente un ruolo strategico, poiché impattano per natura su tutti gli aspetti fondamentali delle tematiche ESG dalla tutela delle persone, a quella dell’ambiente, sino alla protezione dei rischi legati al mondo digitale. Sono veri e propri agenti del cambiamento attraverso un’attività quotidiana di informazione, formazione, prevenzione, protezione e trasferimento dei rischi.
Ritengo che l’azione del sistema assicurativo debba pertanto essere sostenuta e valorizzata a livello governativo anche attraverso leve fiscali adeguate e fondi dedicati. La proposta di assicurazione obbligatoria per tutelare le imprese dai rischi atmosferici è un primo passo, anche se evidentemente sarebbe fondamentale per la messa in sicurezza finanziaria del Paese e la tutela dei cittadini in relazione ai rischi ambientali, introdurre un’obbligatorietà anche per le abitazioni residenziali civili».
Ci può fare qualche esempio pratico di assicurazione sostenibile? Chi sono i clienti target?
«I clienti target sono tutti: imprese e individui. L’esempio più calzante è la Responsabilità Civile Inquinamento, che tutela le imprese responsabili e risarcisce i danni all’ambiente e a terzi, causati involontariamente nell’esercizio della propria attività. La stessa copertura assicurativa è stipulata solo dallo 0.45 per cento delle aziende italiane, un dato veramente deludente e preoccupante, considerando la grande attenzione verso le tematiche della sostenibilità che numerose imprese dichiarano e comunicano di avere.
Non secondaria è la tematica relativa alla protezione dai rischi cyber, poiché anche la tutela della privacy, dei dati sensibili, industriali e finanziari, nonché della reputazione, è un tassello fondamentale nel preservare e rispettare il valore degli individui e delle loro imprese.
Per garantire la protezione delle imprese e dei cittadini da enormi rischi potenziali è indispensabile porre in essere piani di risk management aziendali coadiuvati da coperture assicurative cyber, che tutelino tutti gli stakeholder da rischi che mettano a repentaglio la sostenibilità operativa e finanziaria delle aziende conseguente ai sempre più frequenti danni cibernetici».
È possibile realizzare una finanza etica, che presti attenzione all’impatto sulle generazioni future, che sostenga e stimoli una società più equa e inclusiva, che riduca l’impronta carbonica e l’impatto sull’ambiente? Se sì, quali sono le tempistiche?
«Più che di una possibilità, parlerei di una vera e propria necessità. Direi che in Italia siamo sulla buona strada riguardo ai temi dell’inclusività, sempre più donne sono nominate anche ai vertici di importanti aziende e istituzioni. Sottolineo che, per la prima volta, è stato rotto il pavimento di cristallo nelle istituzioni con l’elezione di una donna presidente del Consiglio, oltre che alla segreteria del maggior partito di opposizione.
La strada è, invece, ancora lunga sul tema dell’equità sociale con stipendi fermi da vent’anni e dove la forbice fra le remunerazioni dei manager e dei lavoratori (impiegati e operai) si è ampliata in modo molto significativo e iniquo.
Sulle tempistiche, l’auspicio è as soon as possible, ma le resistenze sono ancora forti, in particolare in certi settori, ma non si può certo imporre una rivoluzione green a colpi di direttive europee, soprattutto sulle fonti energetiche, senza aver prima ridisegnato una politica industriale di riposizionamento del sistema produttivo italiano con riferimento particolare a tecnologia, formazione e fonti energetiche, che tuteli i posti di lavoro e preservi contemporaneamente il gettito fiscale generato dal lavoro delle imprese e dei propri collaboratori, onde evitare buchi di bilancio e aumento del debito pubblico».