Bevy, il delivery delle bevande
Dagli anni ’80 torna in versione 4.0 ed ecosostenibile
Torna direttamente dagli anni ’80, in versione 4.0 e sostenibile, la consegna di acqua minerale a domicilio con vuoto a rendere. A riportare in auge un servizio comodo e conveniente, e tutto sommato all’epoca innovativo, in termini di riciclo e tutela dell’ambiente, è Bevy, una startup nata a Milano, post pandemia, da una coppia italo-tedesca nel lavoro e nella vita, Federica Lettieri e Hendrik Wawers, con expertise lavorativa in società di business consulting, in quel di Berlino. Il nuovo progetto milanese, che al momento copre anche alcuni Comuni della Brianza, consente ai cittadini di ordinare tramite sito, tutte le bevande (non solo acqua, ma ben 400 referenze) che desiderano, senza limiti di quantità, e riceverle sulla porta di casa, anche in sole due ore (ove e quando possibile).
Dopo Vegery, il delivery di alimenti esclusivamente veg selezionati dai ristoranti milanesi; e Gibo Delivery, l’app di food delivery innovativa, che tutela la tradizione e mira all’inclusione, Bevy è il delivery che effettivamente mancava. Lombardia Economy ne ha parlato con Federica Lettieri, co-founder della startup.
Quando nasce Bevy? Chi sono i fondatori?
“Bevy nasce ad inizio 2022. Dopo tre anni a Berlino, io ed il mio co-founder abbiamo fatto ritorno in Italia e ci siamo subito accorti della mancanza di un servizio di consegna di bevande a domicilio rapido e conveniente che eliminasse il disagio di trasportare carichi pesanti e che promuovesse il vuoto a rendere. In quel periodo, io mi occupavo di M&A per una multinazionale tedesca ed Hendrik, il mio co-founder, aveva appena iniziato un dottorato al Politecnico di Milano. In seguito a un piccolo sondaggio per testare il market fit, entrambi abbiamo lasciato le nostre occupazioni e ci siamo rivolti a un fondo di investimento tedesco per far partire il progetto. Di recente abbiamo festeggiato con il team il compleanno della nostra primissima consegna: era il 23 Marzo, l’ordine era della mia compagna di classe del liceo, Giorgia”.
Possiamo dire che Bevy è una sorta di revival 4.0 delle consegne di acqua minerale degli anni ’80?
“Il servizio è simile, spesso scherziamo con il marketing. Del servizio anni ‘80 vogliamo mantenere l’idea di familiarità della consegna, il forte carattere umano del rapporto con il cliente. In realtà, però, l’operatività è molto diversa: Bevy deve soddisfare gli alti standard del consumatore moderno, abituato al mondo del delivery. Per questo dietro ogni nostra consegna si nasconde una forte complessità tecnologica e logistica. Questa evoluzione ci permette di riprendere un modello, finora circoscritto e di renderlo scalabile”.
Come funzionano concretamente le consegne? Dove si effettuano gli ordini? C’è un app? Qual è il costo delle consegne? E i vuoti?
“La customer journey del cliente è molto semplice: dal nostro sito (l’App arriverà a breve, quindi state pronti per scaricarla!) il cliente sceglie i suoi prodotti senza limiti di quantità, seleziona il giorno (anche oggi stesso) e la fascia oraria di due ore in cui vuole ricevere i prodotti. Noi consegneremo direttamente alla porta di casa o dell’ufficio. Circa 20 minuti prima della consegna, il cliente riceve un whatsapp che lo informa dell’arrivo del nostro driver”.
Quali bevande vengono consegnate a domicilio? Anche alcolici? E le bevande in contenitori di plastica?
“Ad oggi, abbiamo in catalogo più di 400 referenze che garantiscono ampia scelta non solo tra varie categorie (10 categorie che ricoprono tutto il mondo delle bevande), ma anche all’interno della singola categoria. Ad esempio, per le birre contiamo più di 50 referenze, che spaziano dai marchi più famosi ai birrifici di nicchia.
Per mission aziendale crediamo molto nel potere dell’economia circolare, è per questo che dal giorno zero offriamo ai nostri clienti il servizio di vuoto a rendere senza cauzione sull’acqua in vetro. Il cliente ordina i prodotti a marchio ‘Scelta Eco’, sapendo che durante l’ordine successivo il nostro driver ritirerà le casse vuote. Ad oggi rendiamo ai produttori più di 1000 casse di vetro vuote a settimana.
I nostri prodotti non sono esclusivamente in vetro a rendere, ma abbiamo anche prodotti imbottigliati in plastica, alluminio, tetrapak e vuoto a perdere. Ci stiamo attivando con l’industria per garantire anche a questi prodotti una seconda vita, proprio come i modelli di riuso del Nord Europa, dove anche la bottiglia di plastica è soggetta a cauzione e va resa. La strada a riguardo è però ancora lunga”.
Uno dei pilastri dell’approccio di Bevy è la sostenibilità, oggi indispensabile per qualsiasi realtà. In cosa si concretizza? Ad esempio, le consegne vengono effettuate con mezzi elettrici?
“Esatto, abbiamo una flotta di furgoni 100% elettrici. La nostra flotta è composta da una decina di furgoni sempre in giro sulle strade di Milano, Monza ed hinterland. La scelta dell’elettrico è stata per noi la più saggia, per limitare le emissioni di anidride carbonica in città. Sia nelle consegne dunque, che nella scelta di prodotti, il nostro focus è il riuso”.
Da quanto è nata Bevy quali numeri ha raggiunto?
“Ad oggi, Bevy conta più di trenta figure tra ufficio e magazzino, oltre 15.000 clienti attivi distribuiti tra i 7 comuni coperti e migliaia e migliaia di casse d’acqua consegnate. Negli ultimi 3 mesi siamo cresciuti del 30% in termini di ordini rispetto ai 90 giorni precedenti”.
Bevy nasce a Milano e fin dove vuole spingersi? L’obiettivo è quello di espandersi anche oltre confine?
“Attualmente stiamo ancora rodando la nostra infrastruttura logistica su Milano e Monza, ma abbiamo già individuato quali saranno le nostre prossime mete: tutte nel nord Italia per ora. Tra i progetti di lungo periodo, c’è quello di oltrepassare i confini nazionali, per entrare in Paesi con modelli di consumo molto simili al nostro. Tale espansione ci garantirebbe di entrare in un mercato con un giro d’affari stimato di oltre 375 miliardi di euro”.
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