Business consapevole per liberare il potenziale umano: parla la Ceo di Authenticleader

Giovanna Carucci
#Authenticleader, è nato nel 2019, con lo scopo di aiutare gli imprenditori a liberare il proprio potenziale umano, autentico e sincero, affinché le aziende diventino realmente dei luoghi di crescita per le persone e un contributo per il sistema nel quale operano.
Ispirato al business mastermind americano e intriso delle più moderne teorie di business consapevole finalizzate a generatività e innovazione, #Authenticleader permette di accedere a un set di conoscenze e competenze di ultima generazione, adattate alla realtà specifica delle Pmi italiane, aspetto essenziale soprattutto in questo momento, nel quale si ha bisogno di attrezzarsi di nuovi strumenti per affrontare le sfide del futuro.
Ceo e founder di #Authenticleader è la business generative coach Giovanna Carucci, che organizza percorsi che puntano a orientare la leadership, acquisita e perfezionata, verso l’esterno con l’intento di ispirare, guidare e trovare l’equilibrio tra ambizione personale e contributo, utilizzare il proprio potenziale nelle relazioni con collaboratori, clienti, soci e investitori. Le abbiamo rivolto alcune domande.
La pandemia ha introdotto definitivamente nuovi modi di gestire un’azienda, anche se per le Pmi erano già in corso dei cambiamenti: come si inserisce #Authenticleader in queste nuove modalità?
“#Authenticleader vuole portare in Italia le nuove teorie di business consapevole che si stanno sviluppando sempre più velocemente negli Usa e in altri Paesi. Fare impresa deve innanzitutto partire da una passione e ci deve essere la consapevolezza che ogni azienda fa parte di un sistema e che quindi, ogni azienda dà un contributo al contesto nel quale è inserita. Le nostre Pmi, proprio per la loro tradizione, sono un terreno fertile per questo nuovo modo di fare impresa e infatti le aziende rispondono bene al nostro messaggio.
Il Covid ha reso ancora più evidente quanto sia importante avere una forte passione per andare avanti nei momenti bui e questo vale per l’imprenditore, ma anche per il team. Inoltre il Covid ha portato alla luce tutti i limiti del modo di fare business che ha dominato finora, ecco perché per noi è così importante parlare di “aggiornare il software con il quale si fa impresa”. Il mondo ora è diverso e sarà sempre più imprevedibile e in trasformazione: pensare di controllare il contesto è pura follia, ecco perché bisogna spostare l’attenzione su altri elementi più stabili e profondi come appunto l’engagement emotivo”.
“Porre al centro l’essere umano” è ormai una frase che leggiamo ovunque, ci spiega come si declina nella gestione delle aziende?
“Io dico sempre che le aziende sono persone che fanno cose per altre persone. Questo, per quanto banale, è l’essenza più profonda. La variabile umana deve necessariamente essere tenuta in considerazione, abbiamo sbagliato fino a ora a pensare che le aziende potessero essere come delle macchine, che le persone siano come delle macchine che devono sempre correre, crescere, produrre.
Porre al centro l’essere umano non è solo parlare di gentilezza (che comunque serve) ma si riferisce a qualcosa di più ampio che riguarda il nostro modo di intendere l’azienda stessa e la sua gestione. Nei nostri seminari esperienziali infatti facciamo fare esperienza di questo nuovo modo di gestire l’azienda attraverso proprio la metafora dell’essere umano ed è incredibile quanto valori questo porti all’imprenditore stesso e alla sua azienda. Capisce che l’azienda va sentita, che le si deve fornire una direzione, che la comunicazione e lo scambio di informazioni sono fondamentali per il suo funzionamento, che ci sono delle risorse che non ha mai considerato prima, proprio perché pensava di gestire una macchina anziché un organismo complesso”.
Lei è ex-manager di azienda e adesso business coach, “la donna che accompagna gli imprenditori nella scoperta del loro potenziale”. Ha un approccio diverso con gli uomini rispetto alle donne? E quali sono le caratteristiche della leadearship maschile e femminile?
“Ogni tanto mi domando se il fatto che io sia donna favorisca o meno il rapporto che si crea con gli imprenditori, ma penso che si tratti piuttosto di relazione umana autentica e profonda, sentono che tengo realmente a loro, che possono aprirsi e condividere senza problemi e questo porta all’esplorazione e rilascio del loro potenziale. Le donne sono più libere nel mettersi in discussione forse perché sono portate a farlo con regolarità, ci anche meno stereotipi e miti da seguire e quindi si concedono la libertà di disegnarsi in modo autentico. Gli uomini arrivano allo stesso risultato, hanno solo un po’ di pulizia dai luoghi comuni da fare e forse hanno bisogno di un po’ più di coraggio per mettersi in discussione. Ma del resto non vediamo ancora stereotipi di leader maschi alfa di successo?”
Quanto può far bene al nostro Paese diminuire il gender gap e puntare su una leadership femminile?
“Tantissimo! Io sono mamma di figlio maschio e sento la responsabile di crescere un ragazzo che un giorno permetterà a una donna di realizzare i propri sogni. Noi donne troppo spesso ci sentiamo al bivio tra doveri familiari/maternità e i nostri sogni e non deve essere così. Le donne apportano un’energia e una visione diversa che quando si somma a quella degli uomini porta a dei risultati incredibili. Praticamente stiamo cercando di cambiare il paese con un motore solo! E’ folle a mio avviso. Quello che mi auspico è che questa questione della parità di genere non diventi mai una faccenda di meglio-peggio quanto piuttosto uno spazio che si crea, nel quale entrambe le parti prosperino e portino valore al sistema. Insomma anche a livello di leadership e business credo nella biodiversità”.
Con #Autenticleader ha formato una vera e propria squadra, ha degli imprenditori che sono diventati suoi ambasciatori: come funziona?
“Sono imprenditori che hanno fatto il mastermind di #Authenticleader e hanno deciso di supportare la diffusione di questo nuovo modo di fare impresa. Credono nel messaggio di #Authenticleader e nel suo manifesto e ognuno, in modo autentico e spontaneo, ci aiuta e sostiene. Per me personalmente sono una risorsa enorme e con ognuno di loro ho una relazione molto profonda che considero un dono enorme”.
Il successo di #Authenticleader è dovuto anche al suo modo di comunicare, all’utilizzo mirato dei social o di quali altri strumenti?
“Il podcast degli imprenditori è stata una sorpresa. Quando ho iniziato era per fornire agli imprenditori uno strumento facile per aggiornare il software del fare impresa e visto che anche io ascolto la radio quando viaggio per lavoro, mi è venuta questa idea e devo dire che i risultati sono stati strabilianti. Abbiamo anche creato un magazine, il leaders’ corner, nel nostro sito per fornire spunti di riflessione e crescita, lo stesso vale per gli incontri periodici che organizziamo dal vivo (finalmente) e i webinar.
Insomma se vogliamo cambiare le teste e il modo di fare impresa dobbiamo divulgare contenuti di qualità e questo è quello che facciamo ogni singolo giorno. #Authenticleader è una filosofia del fare impresa, più persone la conoscono prima accendiamo il cambiamento”.