• 26/04/2025

Caro-cibo, risicoltura e viticoltura nel territorio pavese

 Caro-cibo, risicoltura e viticoltura nel territorio pavese

L’aumento dei costi di produzione costringe a tagliare le concimazioni dei terreni, con il conseguente raddoppio di quelli delle semine

È quanto emerge dall’analisi della Coldiretti nazionale sulla base dei dati Istat relativi a gennaio 2022 che vede l’inflazione salire al 4,8%, mentre la crescita dei prezzi dei prodotti alimentari è minore e pari al 3,8%, con molte imprese del settore costrette a vendere sottocosto.

Nella provincia pavese tutto questo si traduce in conseguenze per le stesse realtà agricole, ovvero circa seimila operatori. I comparti più importanti dell’area, dal punto di vista economico, sono la coltivazione del riso e del vino in particolare. Sul cereale, sono impegnate circa 1500 aziende che coltivano oltre 80000 ettari di risaie, facendo di Pavia la prima provincia risicola italiana, mentre sulla produzione del vino pavese, le aziende sono circa 1300, addette alla coltivazione di oltre 13 mila ettari di vigneti (portando l’Oltrepò al primo posto fra le zone vitate della Lombardia).

LOMBARDIA ECONOMY Caro-cibo, risicoltura e viticoltura nel territorio pavese

«Il settore vitivinicolo, insieme a quello agrituristico, è stato uno dei più pesantemente colpiti dalla pandemia, soprattutto durante il 2020 ma con strascichi anche nel 2021 – dice Stefano Greppi, presidente di Coldiretti Pavia – Il fatto che gli altri settori dell’agricoltura non si siano mai fermati non significa che non abbiano sofferto e non stiano ancora soffrendo. Il problema principale – continua il presidente – rimane quello dei prezzi esercitati dalle industrie agli agricoltori, spesso nemmeno sufficienti a coprire i costi di produzione. A questo si aggiunge l’esplosione dei costi energetici a cui stiamo assistendo in questi ultimi mesi».

Un rincaro che la stessa Coldiretti Pavia dettaglia in modo chiaro: gli agricoltori sono stati costretti ad affrontare rincari dei prezzi fino al 50% per il gasolio necessario per le attività che comprendono l’estirpatura, la rullatura, la semina e la concimazione. Inoltre, sempre secondo Coldiretti Pavia, l’impennata del costo del gas, utilizzato nel processo di produzione dei fertilizzanti, ha fatto schizzare verso l’alto i prezzi dei concimi, in aggiunta all’aumento dei costi energetici per il riscaldamento delle serre per fiori e ortaggi.

Risultato? Prodotti alimentari più cari sugli scaffali di negozi e supermercati, complice il record del petrolio. E la situazione assume contorni preoccupanti, specie se si pensa che per ogni euro speso dai consumatori per l’acquisto di alimenti, meno di quindici centesimi vanno a remunerare il prodotto agricolo.

«Il mercato è vivace e i trasferimenti sono stati importanti già ad oggi, più dello scorso anno nello stesso periodo – riferisce il neo presidente di Cia Agricoltori Italiani provincia di Pavia e risicoltore della zona, Carlo Emilio Zucchella – Per la prossima annata si prospetta un aumento dei costi di produzione del 20% almeno per il futuro raccolto. Le vere tensioni deriveranno poi dalla disponibilità d’acqua in estate – al momento già critica vista la siccità dei mesi scorsi – e dalla progressiva diminuzione dei principi attivi disponibili che rende più difficile gestire alcune emergenze, come ad esempio l’infestazione da Nematode galligeno». Una situazione che per le aziende più importanti di riso e vino del territorio crea non poche preoccupazioni.

Nell’Oltrepò pavese, ad esempio, culla di una produzione vinicola pari al 65% di quella di tutta la Lombardia (e dove 160 soci producono 75 milioni di bottiglie ogni anno) sembrano lontani i tempi in cui, proprio durante la pandemia, le produzioni storiche erano cresciute.

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Gilda Fugazza

«Un successo che va anche oltre il territorio – come spiega Gilda Fugazza presidente del Consorzio di Tutela Oltrepò Pavese – che punta su tradizione, versatilità e orgoglio per il futuro della denominazione». Ma oggi la musica sta cambiando. «L’aumento dei costi delle materie prime, dall’energia, al vetro, al cartone, a tutti i materiali di confezionamento, al legno per i pallets, ha portato ad un aumento del costo del prodotto finito. Ci sono stati anche problemi di reperibilità e di spedizioni che hanno rallentato se non appesantito la situazione generale», avverte la presidente che, tuttavia, lancia una speranza sul futuro. «Non bisogna scoraggiarsi ma cercare di pensare ad un progetto di “recupero” con una visione lunga. Punto delicato e difficile in questa situazione di ripresa ma allo stesso tempo di incertezza». Segnali che determinano risposte nuove, dunque, per proiettarsi verso nuove sfide: «il consumatore in questi ultimi due anni è cambiato, è diventato più attento, più esigente, più competente e disposto a selezionare etichette di fascia più alta rispetto al passato. Non si può non tenere questo aspetto in considerazione. Inoltre, l’e-commerce ha modificato le politiche di prezzo e la reperibilità dei prodotti. Un cambiamento da cui non si torna indietro, semmai si andrà molto più avanti. E la Gdo si è mossa velocemente inserendo le etichette premium. Il vino di qualità cresce. Dal punto di vista del marketing è un momento interessantissimo e molto in fermento. Farsi trovare pronti – conclude Fugazza – e aprire la mente può essere una strategia più che mai vincente».

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Campo di riso presso Pavia

Per approfondimenti:

Scopri l’Oltrepò Pavese

https://www.oltrepopavese.com/turismo-oltrepo-pavese/

Antonella Tereo

Giornalista specializzata in attualità, lifestyle e turismo

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