Combi mais: la natura che aiuta la natura

Mario e Alberto Vigo
Mario Vigo, con l’esperienza di vicepresidente nazionale di Confagricoltura avvia il progetto Combi Mais, a partire dalla sua società Agricola Folli
Un’esperienza che negli anni ha coinvolto aziende, università e tutta la filiera agricola. Questo il racconto di Mario Vigo.
«Combi Mais nasce con l’obiettivo di produrre mais di “qualità in quantità”. Ha preso corpo nel 2014 con l’obiettivo della partecipazione all’esposizione internazionale Expo 2015 ed è stato l’unico progetto inerente la produzione agricola nell’ambito della Fiera internazionale. L’iniziativa è stata patrocinata da Innovagri, associazione di cui sono Presidente, costituita da un gruppo di agricoltori milanesi e finalizzata a promuovere e divulgare le tecniche innovative in agricoltura. Il progetto viene realizzato nell’azienda agricola Folli di Mario, Alberto e Andrea Vigo.
L’Agricola Folli è a Robbiano di Mediglia, a 14 km esattamente dal Duomo di Milano.
Abbiamo un’estensione di 110 ettari. Le nostre coltivazioni principali sono il mais, la soia, il grano e ruotiamo. Da sempre siamo ricercatori e innovatori e questa storia nasce esattamente alla vigilia di Expo. Il mais è una delle coltivazioni più importanti e la Lombardia è, insieme al Veneto, la maggior produttrice del nostro paese. È un prodotto strategico, sia per l’alimentazione umana sia per la zootecnica. Prosciutti e formaggi sono il fiore all’occhiello della nostra agricoltura e non possono prescindere dal mais. Basti pensare che col mais si fa la Coca Cola, la carta da riciclo, i dolcificanti per le medicine…
Oggi purtroppo la produzione è molto diminuita. Siamo scesi a meno del 50% di produzione (poco meno dei sei milioni di tonnellate). Il fattore primario è il cambiamento climatico. Oggi è diventato molto più difficile coltivare il mais nel nostro paese per l’innalzamento delle temperature. Il troppo caldo procura degli stress e malattie. Se una pianta di mais è malata da tossina, questa tossina si ritrova nel formaggio, nel latte, nella bistecca.
E quindi da una parte il cambiamento climatico, dall’altra parte l’indebolimento della pianta, terza e ultima analisi, una deregulation dei prezzi che fino adesso che hanno avuto un trend al contrario, si sono abbassati per una serie di problemi di analisi internazionale che adesso non è il caso di andare ad approfondire, ma che comunque sia hanno segnato una crisi di questa coltivazione.
Abbiamo affrontato il problema col progetto Combi Mais. Abbiamo fatto il giro per un anno e mezzo di tutte le società che trattavano mais per un progetto di rilancio. Abbiamo avviato la sperimentazione su 30 ettari della mia azienda su 110 e oggi si è estesa a circa 8000 ettari di mais in Lombardia.
Combi mais è un protocollo di coltivazione che l’anno prossimo compie 10 anni e che coinvolge prestigiose Università e grandi Aziende.
La nostra Azienda fa da prototipo: i nostri 30 ettari vengono divisi in un appezzamento di 15, dove si fa l’innovazione e la ricerca sul mais ad alimentazione umana (polenta, farina per i biscotti, grissini, cracker…) gli altri 15 ettari vengono visti a sperimentazione per la parte zootecnica.
Lo sviluppo del progetto di ricerca coinvolge aziende di primo piano nel settore agricolo a livello nazionale e internazionale (Syngenta, Netafim, Unimer, Cifo, Kuhn, Deutz-Fahr, Topcon Agriculture) che, con le loro competenze e l’utilizzo combinato delle migliori tecniche disponibili, contribuiscono al raggiungimento dell’obiettivo. Nel 2018 Combi Mais è entrata nel circuito de “Il Viaggiator Goloso”, la linea dei prodotti “top” dei supermercati e ipermercati a insegna Iper, Unes, U2, presso i quali viene commercializzata la farina per polenta ottenuta dalla granella. È quindi un progetto di filiera completo che dal campo arriva direttamente al consumatore finale, grazie alla produzione di granella sana e sicura. Infatti, l’attento e continuo monitoraggio lungo tutte le fasi produttive mantiene sotto controllo le micotossine che possono svilupparsi sul mais. Combi Mais risponde perfettamente alle nuove sfide della maiscoltura italiana, ed è per questo che aderisce al progetto “Mais in Italy” che Syngenta ha lanciato con l’obiettivo di rilanciare l’importanza strategica della coltura e sensibilizzare i produttori italiani su temi importanti quali la gestione delle micotossine, l’utilizzo responsabile degli agrofarmaci».

Per approfondimenti:
www.innovagri.org