Comieco il “custode” del riciclo di carta e cartone
Per la terza volta in un anno, il Contributo Ambientale CONAI per la carta è stato ridotto. A renderlo possibile è stato l’aumento dei valori di mercato della materia prima, che hanno prodotto maggiori ricavi per la cessione del macero, unitamente alla positiva gestione economica di Comieco, che ha permesso al Consorzio di garantire l’avvio a riciclo della carta e del cartone differenziati anche con un contributo ulteriormente dimezzato. Non da ultimo, hanno giocato un ruolo importante gli ottimi risultati raggiunti in termini di tasso di riciclo
«Si tratta di un supporto concreto alla ripresa delle aziende e di un incentivo a preferire sempre più spesso un imballaggio in carta e cartone per i loro prodotti», ha dichiarato il direttore generale del consorzio, Carlo Montalbetti, a Lombardia Economy. In una lunga intervista, abbiamo affrontato diversi temi: le sfide della sostenibilità, con un accento sul ruolo della filiera cartaria, uno dei settori industriali leader nell’economia circolare, i risultati raggiunti in tal senso dal nostro Paese, partendo naturalmente dalla nascita e lo sviluppo di Comieco.
Chi è Comieco? In un breve excursus può raccontarci come è nato e come è diventato Consorzio Nazionale dell’Industria Cartaria?
«Comieco, acronimo di Comitato per l’Imballo Ecologico, nasce nel 1985 in un momento in cui le tematiche connesse all’ambiente erano patrimonio di poche élite. Gli imprenditori nel settore cartario che diedero vita a Comieco a quell’epoca avevano avuto la lungimiranza di comprendere che la tematica dei rifiuti sarebbe diventata una delle vere e proprie emergenze planetarie. Allo stesso tempo si resero conto che la carta e il cartone, in virtù della loro origine naturale, avevano delle caratteristiche di forte ecocompatibilità, perché biodegradabili e soprattutto riciclabili.
Comieco, col trascorrere degli anni, si è evoluto sino a diventare il Consorzio Nazionale dell’Industria Cartaria per il recupero e riciclo di carta e cartone, così come previsto dal decreto Ronchi, che applicò una direttiva Europea basata sulla responsabilità del produttore.
Da una funzione di sensibilizzazione, Comieco è quindi passato a essere un vero e proprio operatore con due finalità fondamentali: garantire il ritiro di tutta la raccolta differenziata di carta e cartone in tutto il Paese, isole comprese, e riconoscere ai Comuni che svolgono tale attività un corrispettivo economico. E così è diventato uno degli attori più importanti, considerato che la carta è la componente più significativa nel flusso dei rifiuti che riguarda le famiglie, escluso l’organico. Un protagonista che ha aiutato a traghettare il nostro Paese dal sistema della discarica, a un sistema di economia circolare, appunto attraverso la raccolta e il riciclo, processi capaci di ridare nuova vita a una materia prima seconda».
Comieco supporta la ricerca e l’innovazione di imballaggi bio-based. Cosa si intende per eco-progettazione?
«Attualmente, accanto alla garanzia del ritiro e della riciclabilità, sta diventando sempre più centrale il tema della eco-progettazione, ovvero la capacità di progettare imballaggi che non solo permettano di ridurre il materiale di impiego e la relativa generazione di rifiuti, ma che siano anche facilmente recuperabili e riciclabili. Carta e cartone lo sono naturalmente, ma il nostro è notoriamente un Paese ricco di boschi poveri, quindi abbiamo la necessità di reperire la materia prima. L’industria italiana, per evitare l’importazione dall’estero, ovvero dai Paesi produttori di cellulosa, ha sostanzialmente inventato, circa negli anni 50, una tecnologia capace di riciclare a cui si affianca l’abilità nel riuscire a formulare le ricette giuste per produrre carta e cartone, secondo le richieste del mercato. È un elemento molto importante, ancor di più oggi, se teniamo in considerazione le nuove modalità d’acquisto dettate dal mondo dell’e-commerce e del food delivery. Attualmente, in Italia, il 90% degli imballaggi che sono prodotti e immessi sul mercato sono fatti da fibre riciclate».
Il 2021 si conferma un anno positivo per la filiera cartaria italiana: può darci qualche numero?
«Innanzitutto è doveroso sottolineare che la pandemia, oltre ad aver portato evidentemente dei grossi problemi, ha contestualmente messo in evidenza alcuni elementi di forza e positività del nostro Paese. Nel caso specifico, ci ha permesso di comprendere in primis l’essenzialità della raccolta differenziata che ormai è diventata un’infrastruttura del nostro Paese, presente in ogni sua parte, se pur con le dovute differenze da zona a zona. In secondo luogo, il valore della raccolta stessa, soprattutto in relazione, come dicevo poc’anzi, al mercato dell’e-commerce, che con il Covid, ha subito un’accelerazione impressionante, cambiando il modo di acquistare e consumare degli italiani.
Alla luce di tutto ciò, si è rivelato davvero significativo il dato che riguarda la quantità di raccolta differenziata: attualmente viaggiamo sopra i 3 milioni e mezzo di tonnellate di carta e cartone raccolte in Italia, dai Comuni. Siamo ormai vicini ai 60 kg per abitante. Si tratta di dati triplicati rispetto a 25 anni fa, un’evoluzione veramente imponente. Nella raccolta di carta e cartone, presso le famiglie, ormai siamo ai primi posti in Europa, al fianco della Germania. È inoltre importante sottolineare che tutto questo sistema ha permesso di raggiungere, con 10 anni più o meno d’anticipo, l’obiettivo del 85% di riciclo degli imballaggi in carta e cartone, che la Comunità Europea ha fissato per il 2030. Da questo punto di vista dunque l’Italia è sicuramente una maglia rosa in Europa».
Quali gli obiettivi di Comieco per questo 2022?
«Gli obiettivi riguardano innanzitutto il consolidamento dei risultati raggiunti. Puntiamo allo sviluppo di quelle aree che sono ancora in sofferenza, in particolare mi riferisco a Roma, che continua ad avere grossi problemi dal punto di vista della raccolta differenziata, soprattutto per quel che riguarda la carta e il cartone; oltre ad alcune aree del meridione d’Italia. È senz’altro questo l’obiettivo prioritario. Noi stimiamo che ci siano tra le 600 e 800 mila tonnellate di carta da macero che ancora oggi finiscono in discarica e invece potrebbero essere intercettate e riciclate. Tra l’altro sarebbero indispensabili per l’industria cartaria, che nel settore dell’imballaggio è notevolmente cresciuta».
“Trentasei anni di storia dedicati al futuro del riciclo”, ma cosa ci aspetta realmente nel futuro?
«Io credo che la storia che abbiamo alle spalle dimostra come il macero per l’industria cartaria italiana sia una risorsa strategica. Ritengo che diventerà l’elemento centrale non solo per il nostro Paese, ma per l’intera Europa. È uno degli elementi cardine dell’economia circolare e nello specifico, la riciclabilità della carta e del cartone è uno dei settori più rilevanti. Ciò porterà alla progettazione di imballaggi complessi che dovranno far fronte alle domande dei consumatori sempre più sofisticate. Andremo verso la produzione di imballaggi compositi, fatti di carta e cartoni accoppiati ad altri materiali. E qui si aprirà una questione di grande interesse dal punto di vista dell’innovazione, ovvero quella di riuscire, nella sua complessità, a garantirne poi l’effettivo riciclo e la valorizzazione. Su questo versante l’industria sta già lavorando con alcuni prototipi di grandissimo interesse che vanno dalle nanocellulose, alla capacità di realizzare imballaggi in cui i materiali, accoppiati con lo strip, possono essere direttamente separati dal consumatore».
Ma l’attività di Comieco, nell’ambito delle tematiche ambientali, va anche oltre le attività di regia della raccolta differenziata e del riciclo, è corretto?
«Sì, Comieco, è tuttora impegnata anche in progetti di sensibilizzazione. In tal senso, lo scorso anno, abbiamo dato vita insieme ad alcuni partner, a un premio letterario, chiamato Demetra. La prima edizione ha visto la partecipazione di una trentina di autori, mentre la seconda ha superato i 40 partecipanti. La premiazione è prevista per il prossimo 22 luglio».