Corporate Intelligence e rischi ESG: tutelarsi e aumentare il valore delle organizzazioni

HinX verifica l’integrità e la sostenibilità di un potenziale business. Il ceo Gianni Falco: “Le informazioni rappresentano la chiave di accelerazione e sviluppo. L’analisi dei rischi ESG costituirà la leva di cambiamento delle PMI”
Oggi chi fa impresa opera in un contesto sempre più competitivo e complesso, dove minacce e contenziosi possono compromettere la fiducia dei mercati, ma anche la reputazione di un’azienda o di un professionista. A questi rischi si aggiungono quelli di compliance, ovvero quell’insieme di normative, nazionali e internazionali, che richiedono un costante monitoraggio, adeguamento e mantenimento della conformità. È qui che entra in gioco HinX: società di Corporate Intelligence applicata alle aree governance, risk e compliance. Un mix di competenze, umane e tecnologiche, in grado di supportare le aziende per affrontare l’incertezza e mitigare i rischi, proteggere la reputation e creare una maggiore trasparenza all’interno dei team, nei processi e nei sistemi.
«Le nostre aree di competenza includono indagini aziendali, controversie commerciali e legali, visti di conformità legislativi, frodi, perdite finanziarie e danni reputazionali: siamo un partner che può trasformare un rischio in una opportunità – dice Gianni Falco, ceo e co-founder di HinX, con 30 anni di esperienza nel settore dell’Intelligence, prima come ufficiale della guardia di finanza e poi nel settore privato – Il nostro scopo è di mettere le persone e i decision-makers nelle condizioni di tutelarsi dai rischi e, nel contempo, di prendere la decisione più giusta per fare la differenza e, perché no, per modificare in meglio le sorti del loro business. Se oggi siamo tra i principali player del mercato? Non lo so e non sta a me dirlo, certo è che in 20 anni abbiamo operato ed operiamo in oltre 100 Paesi, con il più grande patrimonio informativo che oggi c’è in Italia fatto da oltre 1.500 tra provider, data-base e liste di sanzioni mondiali, 22 analisti e un software proprietario di data intelligence e di analisi semantica».
«Per noi però – continua Falco – il fattore umano è al centro di ogni operazione. Per questo la prima lettera del nostro acronimo è la H di Human. In questo settore l’AI non potrà mai sostituirsi all’uomo ed alla sua capacità di mettere in relazione dati, persone e informazioni. I più potenti provider e data-base ci ritornano solo il 30% delle informazioni, peraltro con un valore errato o non aggiornato del dato pari al 60% dei casi esaminati (in media 18mila l’anno). I nostri clienti sono aziende ed industrie nei più svariati settori, ma anche studi legali, nazionali ed internazionali, istituzioni finanziarie, fondi di investimento e family officer. Per fare un esempio, pensiamo a una multinazionale che vuole acquisire una società italiana e si rivolge a noi per valutare tutti i rischi reali e potenziali. Se emergono criticità reputazionali, come problemi di natura giudiziaria o di compliance, compromissione della reputazione social, problemi di natura sindacale ecc., il cliente avrà tutti gli elementi per decidere se rinunciarvi o, almeno, saprà in quali aree dovrà intervenire per rimediarvi. Non solo. Facciamo anche interventi di check reputation sulle singole persone, partendo ad esempio da domande semplici come: Chi incontrerò tra una settimana? È un rischio farmi vedere in pubblico con questa persona? Il background nel cv di quel manager che devo assumere è reale? fino ad arrivare all’analisi dei rischi di tutta la filiera dei fornitori di un’azienda per rendere efficace, ad esempio, un modello organizzativo, per la verifica di conflitti di interesse o per i controlli anticorruzione».
Come la Corporate Intelligence si coniuga con le tematiche ESG?
«Da circa tre anni abbiamo approntato una soluzione che analizza tutti i rischi in materia di sostenibilità e da qualche mese è stata creata Hintegrity: società controllata che si occupa di specifiche analisi dei rischi per la conformità a determinati obblighi normativi quali antiriciclaggio, anticorruzione, responsabilità degli enti (D.Lgv 231/2001) e per la certificazione della supply chain in ottica ESG».
A tal proposito, Gianni Falco sottolinea come oggi più che mai le PMI, come le grandi aziende, sono chiamate a una gestione integrata della sostenibilità economico-finanziaria coordinata con quella sociale e ambientale. «La sfida non consiste solo nel dichiararsi sostenibili, ma nel dimostrare di esserlo con dati e informazioni – spiega – In sintesi, per essere sostenibili sarà necessario creare e alimentare un vero e proprio ecosistema, la famosa circolarità. Questo, per essere reale ed efficace, imporrà la cosiddetta due diligence ESG sulle catene di fornitura. Un processo di valutazione volto a identificare, prevenire, mitigare e rendicontare come un’organizzazione gestisca i propri impatti negativi, attuali e potenziali, anche collegati ai propri fornitori».
«Questa soluzione – conclude Falco – consentirà anche alle PMI di adempiere alle richieste già attuali dei grandi gruppi per poter entrare nelle loro vendor list. Il piccolo imprenditore dovrà qualificare in ottica ESG i propri business partner se vuole essere competitivo, aumentare il valore della propria azienda e la sua finanziabilità. Con noi non dovrà sottoscrivere nessun abbonamento a banche dati tantomeno dotarsi di figure interne in grado di analizzare i dati. Non ci sono limiti minimi di richieste e monitoriamo la posizione del target affidatoci per i 12 mesi successivi al check».