ETT: quando l’innovazione digitale incontra la cultura
INTERVISTA A
Giovanni Verreschi
Amministratore Delegato di ETT
Turismo e cultura formano un binomio inscindibile. L’industria digitale e creativa ha fatto grandi passi per avvicinare sempre più il grande pubblico alle eccellenze territoriali e a far scoprire a nuovi pubblici il nostro patrimonio. Ne parliamo con Giovanni Verreschi, amministratore delegato di ETT
Verreschi, abbiamo seguito con grande interesse la vostra attività in questi anni. Come si sta trasformando l’industria digitale per la promozione della cultura?
«In questi ultimi due anni l’emergenza pandemica ha accelerato in modo significativo la tendenza a adottare nuove soluzioni tecnologiche e digitali per avvicinare il grande pubblico ai luoghi della cultura, del turismo e della formazione. Abbiamo vissuto, infatti, un grande cambiamento, tuttora in atto, che ci sta portando ad accorciare sempre più le distanze fisiche, a vivere nuove esperienze ma anche a stimolare nuove sensazioni ed emozioni, oltre all’apprendimento. Ed è proprio in questa direzione che ETT, industria digitale e creativa internazionale specializzata in innovazione tecnologica, si è sempre mossa: alla base di ogni singolo progetto, la tecnologia si intreccia con il patrimonio storico e culturale, sviluppando storytelling inediti, coinvolgenti ed emozionali. App mobile, virtual tour, proiezioni immersive, realtà aumentata e VR, infatti, sono soluzioni che permettono sia di costruire un percorso su misura lungo l’intero arco dell’esperienza, ma anche una relazione vera e propria con il visitatore stesso, sollecitando la sua curiosità e spingendolo ad eventuali approfondimenti tematici anche nelle fasi di pre-visita e post-visita».
Abbiamo visto molte delle vostre realizzazioni in tutta Italia e nel mondo. Vogliamo parlare dei principali interventi in Lombardia?
«Un esempio è dato dall’App del Cenacolo Vinciano di Milano grazie alla quale il visitatore è accompagnato all’interno del museo in un percorso di visita esclusivo, dove il segreto del Cenacolo è svelato attraverso la narrazione storico-artistica e innovative esperienze in realtà aumentata. Il percorso sblocca in automatico i contenuti di videoguida per la visita di quindici minuti quando, acquistato il biglietto e attivato il Bluetooth, i visitatori accedono al Museo o nell’area Biglietteria. Diventa così possibile scoprire l’Arte di Leonardo nel suo contesto originale. Otto lingue, percorsi di visita inclusivi e completamente fruibili grazie a tracce audio e trascrizioni integrali, educational per i più piccoli, straordinarie esperienze in realtà aumentata per dare vita al dipinto Leonardesco e all’affresco antistante. Nella cultura open-content sostenuta da Polo Museale Regionale della Lombardia, tutto questo è accessibile gratuitamente, esempio unico per i musei in Italia. La progettazione multimediale che utilizza la realtà aumentata è lo strumento perfetto per la spettacolarizzazione dell’opera. Un livello narrativo aggiuntivo si àncora all’Ultima Cena, rivelando i meccanismi invisibili e portando all’attenzione i dettagli senza dovere interrompere il contatto visivo. Il rapporto con i visitatori si mantiene così vivo, intimo ed emozionante.
Anche l’allestimento museale digitale del Museo Teatrale alla Scala di Milano, realizzato da ETT in collaborazione con Samsung, offre un’esperienza di visita immersiva e interattiva. Il progetto si articola in un’App per dispositivi mobili che, grazie a sei percorsi interattivi, accompagna il visitatore ad esplorare le sale del Museo e i luoghi scaligeri di Milano. Un’esperienza di Realtà Virtuale rende il visitatore protagonista e lo accompagna in un viaggio unico alla scoperta dei luoghi segreti del Teatro guidato dalla prima ballerina Nicoletta Manni; sette postazioni multimediali approfondiscono la storia delle opere delle sale espositive. Inoltre, ETT ha realizzato il Virtual Tour che riproduce tutte le otto sale del Museo Teatrale alla Scala, il Palco Centrale e il Foyer, con approfondimenti testuali, audio visual delle sale e opere più importanti».
Passiamo dai luoghi storici ai luoghi di sperimentazione e ricerca e all’esperienza di visite immersive. Possiamo fare un esempio?
«Sì, il progetto di view della mostra “Short-circuits” dell’artista internazionale Chen Zhen (Shanghai, 1955 – Parigi, 2000) presso il museo d’arte contemporanea Pirelli HangarBicocca a Milano, uno degli spazi espositivi a sviluppo orizzontale più grandi d’Europa e che ogni anno presenta importanti mostre personali di artisti italiani e internazionali. Per l’occasione Pirelli HangarBicocca ha sfruttato l’innovativa tecnologia di ETT, consentendo di far vivere al pubblico, anche da remoto, la sensazione della visita degli spazi fisici della mostra con una visita immersiva e interamente virtuale.
Le nuove tecnologie permettono, dunque, di spingersi oltre i confini tradizionali e, soprattutto, di riformulare la fruizione e la logistica degli spazi culturali, aprendoli a un pubblico più vasto, in qualsiasi momento. Un esempio eccellente è il Museo di Santa Giulia di Brescia, il quale ha svelato due aree finora inaccessibili al pubblico diversamente abile: l’Aula Inferiore di Santa Maria in Solario e la Cripta di San Salvatore, avvalendosi della tecnologia 360°. Il video panoramico permette di interagire con mondi, luoghi e persone tramite la fusione dell’inquadratura con l’ambiente circostante. È l’utente che viene posto al centro della scena occupando così il punto di vista della videocamera entrando nei panni del regista: il visitatore sceglie cosa osservare e dove porre la sua attenzione, la sensazione è quella di trovarsi in quel luogo in quel preciso momento. I video a 360° possono essere fruiti dal proprio smartphone, dal computer personale o da appositi visori di Realtà Virtuale rendendo l’esplorazione ancora più entusiasmante.
Non soltanto i luoghi ma anche le voci e i personaggi del passato si sono smaterializzati per giungere al visitatore come nel caso del nuovo percorso museale del Villaggio Operaio di Crespi d’Adda, sito Unesco nel comune di Capriate San Gervasio in provincia di Bergamo e sede di uno dei più importanti opifici tessili lombardi della seconda metà dell’Ottocento. ETT ha, infatti, progettato le due sale del Museo nell’ottica di massimizzare l’immedesimazione del visitatore con la vita e la storia delle persone che hanno vissuto e lavorato fino al secolo scorso nelle case e nella fabbrica del villaggio operaio, grazie all’utilizzo spinto della tecnologia sensoristica capacitiva e al coinvolgimento di attori professionisti. Parallelamente ETT ha svolto un lavoro ad hoc per valorizzare e rendere facilmente consultabili documenti d’archivio molto importanti finora sconosciuti ai non addetti ai lavori. In sintesi, Crespi d’Adda è diventata un esempio di come, attraverso nuove forme di storytelling e facendo leva anche sulle emozioni, si può studiare la storia cogliendo le peculiarità dei fatti secondo una angolatura innovativa e intrigante.
L’innovazione nella fruizione del “prodotto” culturale passa, dunque, attraverso il coinvolgimento attivo delle persone, il superamento delle barriere fisiche e la creazione di connessioni profonde con la storia e l’identità dei territori che durano nel tempo».
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