Evento di chiusura del progetto FIP

Sono stati oltre 300 – tra studenti, professori, dirigenti scolastici e imprenditori – i partecipanti al convegno “La scuola che verrà: storia di una “contaminazione” generativa tra scuola e impresa”, evento di chiusura del progetto FIP, organizzato stamattina nella Sala Beretta di Confindustria
• Il convegno “La scuola che verrà: storia di una “contaminazione” generativa tra scuola e impresa” ha sancito la chiusura della prima edizione dell’iniziativa, lanciata nel 2018 da Confindustria Brescia insieme a Università Cattolica di Brescia, Università degli Studi di Brescia e Ufficio Scolastico Territoriale di Brescia.
• Il progetto, finanziato interamente da Confindustria Brescia, è durato tre anni (a causa della sospensione dovuta al periodo Covid) e ha coinvolto 36 docenti per 50 ore complessive di formazione sul campo.
Sono stati oltre 300 – tra studenti, professori, dirigenti scolastici e imprenditori – i partecipanti al convegno “La scuola che verrà: storia di una “contaminazione” generativa tra scuola e impresa”, organizzato stamattina nella Sala Beretta di Confindustria Brescia: l’evento ha chiuso la prima edizione del progetto FIP – “Formazione per l’Istruzione Professionale”.
All’appuntamento, moderato dal sociologo ed economista Stefano Laffi, sono intervenuti tra gli altri, per discutere del futuro della scuola e riflettere sull’esperienza del progetto FIP, Elisa Torchiani (vice presidente Confindustria Brescia con delega al Capitale Umano), Giuseppe Bonelli (dirigente Ufficio Scolastico Territoriale di Brescia), Patrizia Bonaglia (referente provinciale PCTO-percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento), Giovanni Brugnoli (vice presidente Confindustria con delega al Capitale Umano) e Paolo Mora (direttore generale Formazione e Lavoro di Regione Lombardia), prima del video di saluti del ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara.

Il progetto “FIP – Formazione per l’Istruzione Professionale” è nato da un tavolo di lavoro voluto dall’allora presidente di Confindustria Brescia, Giuseppe Pasini, nel 2018 per coinvolgere gli attori del territorio su un tema connesso al problema della disoccupazione giovanile, che aveva raggiunto anche a Brescia la doppia cifra. Sono stati coinvolti, oltre alle rappresentanze istituzionali di Confindustria Brescia, l’Università Cattolica del Sacro Cuore sede di Brescia (Facoltà di Scienze della Formazione), l’Università degli Studi di Brescia (Dipartimento di Ingegneria) e l’Ufficio Scolastico Territoriale di Brescia.
In particolare, l’iniziativa si è prefissa la finalità di avvicinare il mondo della scuola e quello delle aziende, facilitandone la conoscenza reciproca in termini di organizzazione, logiche di funzionamento e di approccio al lavoro, favorendo una più efficace funzione di orientamento da parte degli insegnanti verso i ragazzi nell’approccio al mondo del lavoro e cercando di assicurare la trasferibilità dell’esperienza formativa nell’attività didattica.
Il corso ha rappresentato una novità assoluta di didattica per i formatori, con lezioni e visite tenute in alcune aziende del territorio, laboratori, team working, cooperative learning, costituendo un modello concreto di sinergia tra scuola, università e impresa, che ha offerto un supporto di conoscenza della realtà economica indispensabile per riprogettare i percorsi formativi MAT-manutenzione e assistenza tecnica di due istituti bresciani: l’IIS Cerebotani di Lonato del Garda e l’IIS Don Milani di Montichiari.
Il progetto, finanziato interamente da Confindustria Brescia, è durato tre anni (a causa della sospensione dovuta al periodo Covid) e ha coinvolto 36 docenti per 50 ore complessive di formazione sul campo.
“Al termine di questa prima edizione, ci auguriamo che il progetto FIP possa essere esteso ad altre scuole e ad altri territori – commenta Elisa Torchiani, vice presidente di Confindustria Brescia con delega al Capitale Umano –. Siamo partiti in questa iniziativa con una linea guida precisa: l’azienda forma la scuola, e il docente traferisce ai propri alunni quelle conoscenze. Volevamo uscire dagli schemi, valorizzare i docenti e aiutarli a valorizzare il loro lavoro, rilanciando il ruolo che essi ricoprono in ambito scolastico e sociale con una metodologia in grado di mettere a confronto i due mondi. Un aspetto fondamentale, anche alla luce dell’ormai noto tema del mismatch tra domanda e offerta che caratterizza la nostra provincia.”
“Il FIP rappresenta una buona pratica, che è stata portata avanti con caparbietà negli ultimi anni, nonostante le difficoltà legate alla pandemia, da Confindustria Brescia e da tutte le realtà coinvolte nell’iniziativa – aggiunge Giuseppe Bonelli, dirigente Ufficio Scolastico Territoriale di Brescia – Sarà sempre più fondamentale, in futuro, continuare a insistere su percorsi di questo genere, capaci di creare competenze trasversali in modo innovativo.”
“Le buone pratiche che funzionano sui territori vanno ampliate a livello nazionale, pur con la consapevolezza dell’eterogeneità delle varie zone del nostro Paese – chiude Giovanni Brugnoli, vice presidente Confindustria con delega al Capitale Umano –. Con progetti simili, l’industria si pone al centro della comunità economica e sociale, puntando sull’occupabilità e su un’accezione sempre
più inclusiva del dialogo tra i docenti”.
Fonte: Confindustria Brescia
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