Feelera tracciabilità consultabile

Gianluca Mazza
Food e sostenibilità: con Feelera la tracciabilità dei prodotti diventa trasparente e facilmente consultabile
Nel pieno della Rivoluzione Green, poter risalire e comprendere la tracciabilità della merce diventa oggi una necessità per i consumatori sempre più esigenti riguardo alla sostenibilità dei propri acquisiti, e al tempo stesso per le imprese che grazie alla maggior trasparenza possono consolidare la propria reputazione. È in questo contesto che nasce Feelera, una piattaforma cloud fondata a Brescia da Gianluca Mazza, che segue passo dopo passo la lavorazione dei prodotti, tracciando i processi produttivi e mappando ogni tappa di spostamento. In parole semplici, trasforma la tracciabilità in informazione trasparente, offrendo dati in tempo reale e verificabili raccolti lungo tutta la filiera.
Lombardia Economy ne ha parlato con Gianluca Mazza, founder di Feelera.
Dove e quando nasce Fileera?
“Nasce a Brescia, il 23 marzo 2020, in piena pandemia Covid”.
Fileera “fa chiarezza”, ovvero traduce le etichette degli alimenti in un linguaggio comprensibile. In che modo? Quali dati vengono forniti ai consumatori? Dove sono reperibili?
“Feelera raccoglie dati dalla filiera di produzione e li unisce a contenuti di storytelling, per creare una comunicazione trasparente verso i consumatori. Il consumatore accede attraverso QR Code o Tag RFID a Feelera StoryApp senza dover scaricare e installare app sul proprio dispositivo mobile.
Attraverso l’App, il consumatore può vedere informazioni complete e dettagliate con l’etichetta digitale ampliata, seguire la storia tracciata del prodotto finito, a partire da ogni materia prima, conoscere la sostenibilità generata dalla filiera per produrre il prodotto”.
Può indicarci alcuni dei prodotti che avete tracciato?
“Alcuni esempi nel settore agroalimentare sono: Grana Padano bio e la filiera del mangime bio; carne avicola e carne bovina; e il vino. Il primo progetto è stato quello delle banane biologiche, geolocalizzate in Perù e mappate dalla piantagione ai supermercati inglesi. Al di fuori del mondo food, abbiamo tracciato inoltre la filiera di produzione di packaging alimentare da bottiglie di plastica PET riciclate”.
Possiamo dire che costruisce la “carta d’identità” dei prodotti e la “mappa” del percorso che alcuni di questi compiono dalla produzione alla vendita?
“Sì. Feelera per ogni lotto di prodotto unisce i dati di tracciabilità con la documentazione raccolta lungo le varie fasi di produzione e crea un vero e proprio dossier di informazioni univocamente associato al prodotto/lotto. Di fatto crea il Passaporto Digitale di Prodotto”.
Fileera e sostenibilità: quali gli elementi di interconnessione?
“Lo scopo di Feelera è tracciare e raccontare la sostenibilità di ogni produzione. Il focus quindi è la sostenibilità dello specifico lotto di prodotto e non dell’aziende in generale. Noi crediamo infatti che l’azienda debba rendere sostenibile la propria produzione e non limitarsi a compensare il proprio impatto negativo con altre azioni. Integra quindi e non sostituisce documenti come il bilancio sociale”.
Di recente Feelera ha iniziato a inserirsi anche nella ristorazione collettiva. In questo contesto quali dati offre?
“Quest’anno abbiamo avviato la partnership con il gruppo di ristorazione CAMST, che sta investendo con lungimiranza e coraggio nella creazione di filiere sostenibili per la produzione dei pasti nelle mense scolastiche. Inizieremo con il Comune di Torino. Con Feelera, CAMST mostrerà e dimostrerà all’amministrazione comunale e alle famiglie, tramite un’app e un Qr code, la storia tracciata e sostenibile degli ingredienti di ogni menù giornaliero servito nelle scuole torinesi. Le informazioni verranno continuamente aggiornate”.
Da quanto è nata Feelera quali numeri ha raggiunto?
“Abbiamo avviato i primi progetti e stiamo validando il nostro business model. Ora il nostro obiettivo è consolidare e rendere stabile il team e accelerare la crescita nel settore food. Siamo ancora in una fase di early stage, nel 2022 abbiamo superato i 100k€ di ricavi, ma i progetti avviati indicano la validità dell’idea nel rispondere ai bisogni del settore alimentare”.
Dove intende arrivare Feelera in una realtà, come quella attuale, dove l’attenzione per la salute, l’ambiente e il benessere animale hanno un’importanza sempre maggiore?
“Feelera vuole diventare nei prossimi anni la soluzione di riferimento per le filiere food italiane, per far emergere il valore delle produzioni agroalimentari italiane, in termini di impatto ambientale e sociale. Vogliamo sostenerle sia a monte gestendo ramificazioni verso l’estero, sia a valle coinvolgendo clienti esteri che vogliono acquistare da filiere italiane e cercano nella trasparenza e condivisione delle informazioni il modo per verificarne la reale sostenibilità”.
Sito di Freelera