Galatea Biotech lancia un secondo crowdfunding per il progetto “100% Bioplastica”

Ogni anno vengono prodotti circa 380 milioni di tonnellate di plastica, di cui solo il 9% viene riciclato (principalmente nel settore del packaging). Di questo 9% circa un terzo viene comunque smaltito in discariche, provocando non solo un problema ambientale, ma anche sociale. Sul totale della plastica prodotta dal 1950 a oggi, più del 50%, circa 8.300 milioni di tonnellate, è stato smaltito o abbandonato nei terreni e nei mari.
Se da un lato l’invenzione della plastica sul finire dell’800 è stata la pietra miliare dell’industria che ha veicolato il boom economico dei Paesi occidentali a partire dal secondo dopoguerra del secolo scorso, dall’altro il contesto di economia lineare in cui si è sviluppato il suo impiego ha portato a enormi problematiche, sia legate ai processi produttivi e alla liberazione di anidride carbonica, sia al fine vita degli oggetti in plastica e al loro smaltimento.

E’ in questo contesto che nasce “100% Bioplastica”, un progetto che si propone di creare materiali plastici a partire da compound (ovvero miscele) in cui tutte le componenti siano derivate da biomasse di fresca sintesi, quindi non fossili (non derivate dal petrolio), e che risultino in un materiale biodegradabile.
Dopo la chiusura del primo crowdfunding, lanciato sulla piattaforma Produzioni dal Basso (che in soli 8 giorni aveva raggiunto i 5mila euro e col contributo di Corepla era arrivato a 10mila), “100% Bioplastica” prosegue la sua corsa verso la realizzazione, con l’apertura di una seconda raccolta fondi più consistente, di un equity crowdfunding.
LombardiaEconomy ne ha parlato direttamente con Paola Branduardi, docente del dipartimento di Biotecnologie e bioscienze all’Università di Milano-Bicocca, nonché presidente di Galatea Biotech, spin-off universitario diventato di recente Pmi innovativa accreditata dall’ateneo milanese e specializzata nell’elaborazione di bioplastiche in acido polilattico (Pla) completamente biobased.
Il progetto 100% Bioplastica
«L’obiettivo di ‘100% Bioplastica’, progetto di ricerca di Galatea Biotech, selezionato nell’ambito della seconda edizione dell’Università del Crowdfunding, il programma di finanza alternativa dell’Università di Milano-Bicocca, è quello di creare una plastica di origine naturale, rinnovabile, biodegradabile al 100% e compatibile con l’ambiente. La ricerca si focalizza sullo sviluppo e sulla produzione di bioplastiche, e nello specifico di materiali a base di acido polilattico (Pla), partendo da processi che sfruttino biomasse e fermentazioni microbiche”, spiega la prof.ssa Branduardi.
In altre parole, una plastica che sia biodegradabile dall’inizio alla fine, un materiale bio al quadrato.
«Noi di Galatea Biotech siamo partiti dall’osservazione: nel corso degli anni, la richiesta del mercato per le bioplastiche è aumentata notevolmente e in particolare nel settore del Pla l’offerta non riesce a soddisfare la richiesta. Questo scenario ci ha permesso di individuare una fetta potenziale di interesse del mercato», prosegue la presidente.
«Quando parliamo di bioplastica – dice ancora Branduardi – ci riferiamo a un mondo variegato, perché ve ne sono di molti tipi, e a un particolare tipo lavorazione delle plastiche sia tradizionali, sia bio, detto compounding, che prevede l’utilizzo di additivi per raggiungere le performance desiderate dal settore merceologico di utilizzo finale. Attualmente gli additivi utilizzati, per la maggior parte, sono composti chimici tradizionali, che già vengono usati nella lavorazione delle plastiche di origine fossile. L’utilizzo di tali additivi rende la bioplastica non completamente sostenibile».
«Il primo crowdfunding di Produzioni dal basso è volto proprio a finanziare la ricerca di additivi che siano altrettanto derivati da biomasse e che siano più degradabili a fine vita. Auspichiamo di portare questo progetto a realizzazione in tempi piuttosto brevi», afferma la prof.ssa Branduardi.
L’altra linea di ricerca, che verrà finanziata con la nuova raccolta fondi, riguarda invece la fermentazione microbica, che anziché fermarsi all’acido lattico arrivi direttamente al Pla. Microorganismi che quindi non solo facciano il monomero, ma che grazie a delle altre attività interne, polimerizzino direttamente, saltando il secondo passaggio chimico.
Questa linea di ricerca ha invece uno sviluppo temporale più ampio, intorno ai 3 anni, proprio per questo si è deciso di lanciare una nuova campagna di un equity crowdfunding, più importante e con un ritorno meno immediato.
A tal riguardo, ci sono già stati diversi gruppi e investitori che hanno mostrato interesse per finanziare il progetto.

Le bioplastiche permeeranno il futuro
«Nel mercato dei materiali, quello della plastica – dice Branduardi – resta trainante per le sue caratteristiche di leggerezza, duttilità, malleabilità e applicabilità. Continua a permeare il nostro quotidiano: tuttavia, anche per la plastica, il processo di conversione verso la sostenibilità è in atto. Le stime sull’ingresso nel mercato delle bioplastiche vedono una crescita del 20% ogni anno almeno per i prossimi 5 anni. Se anche si trattasse di sovrastime e le percentuali si attestassero su un 15%, sarebbe comunque una fetta importante di mercato».
“L’innovazione c’è, a fare la differenza sono i costi di produzione che si riflettono nel prezzo finale. Tanto dipenderà da quanto verranno caricate le famose carbon tax: se le produzioni tradizionali dovranno tener conto del loro impatto sull’ambiente e quindi il loro prezzo finale risentirà dell’inquinamento prodotto, l’allineamento favorirà la transizione», conclude la prof.ssa Branduardi.