Gibo Delivery: l’app di food delivery innovativa, che tutela la tradizione e mira all’inclusione
Novità inclusive dal mondo del food delivery giungono da Brescia, dove la start up Gibo Delivery ha deciso di riscrivere le regole delle consegne a domicilio, mediante un modello di business sociale e sostenibile. Attiva da oltre un anno sul territorio bresciano, a supporto della distribuzione a domicilio dei prodotti culinari tradizionali, da circa un mese, ha deciso di affidare le consegne, in via sperimentale, a un robot manovrato in remoto da persone con disabilità motoria
È grazie alla collaborazione con Presto robotics, che è stato creato Gibot, il robot che porta direttamente a casa dei clienti, i piatti delle migliori gastronomie di Brescia.
“Lo speciale sistema di navigazione di Gibot ci permetterà di creare nuovi posti di lavoro, garantendo a persone con disabilità di lavorare da casa senza incorrere nei rischi del mestiere. In questo modo entreranno a far parte di un’azienda giovane e innovativa”, spiega Matteo Crucito, co-fondatore e CEO di Gibo Delivery, in un’intervista a Lombardia Economy.
Partiamo dall’inizio. Com’è nata Gibo Delivery? Chi sono i fondatori?
“Gibo delivery è un’idea nata da 4 giovani imprenditori bresciani: Enrico Mattioli, Matteo Crucito, Carlo Scanzi e Andrea Cremonesi. Durante la pandemia ci siamo accorti che mancava un punto di incontro tra tradizione culinaria e innovazione. In qualità di estimatori della tradizione, abbiamo sviluppato la prima app di food delivery dedicata a questo mondo, per offrire la possibilità alle botteghe di quartiere di consegnare i propri prodotti, come le lasagne, il manzo all’olio e tutte quelle pietanze che si discostano nettamente dal concetto di fast food, a casa dei clienti. Il funzionamento è molto semplice: gli ordini si effettuano tramite la nostra APP, disponibile attualmente sia su Google Play, sia su Android”.
Non solo tradizione e innovazione, ma anche inclusione. Come si è sviluppata l’idea di un robot che effettua le consegne a domicilio?
“L’idea di un robot per consegne a domicilio è nata da Presto Robotics, una Start Up milanese fondata da Filippo Baldini e Francesco Ricciuti, con l’obiettivo di rinnovare il mondo della robotica con robot controllati da remoto e da Gibo Delivery, start up nata nel bresciano con l’obiettivo di proporsi come veicolo della tradizione”.
Quanti disabili sono attualmente impiegati? Quanti i lavoratori totali?
“Attualmente siamo in una fase di test: il delivery da remoto verrà sperimentato per tutto il prossimo mese, partendo da un punto vendita nel centro della città di Brescia. Effettueremo le consegne in prossimità del negozio, in un raggio di 500 metri. Finita la fase di test, apriremo le candidature ai nostri futuri ‘piloti’. Perché la nostra mission è dare la possibilità a persone con disabilità di partecipare a un progetto innovativo”.
“Attualmente il progetto di Gibo Delivery è attivo sulla città di Brescia con 5 addetti alle consegne selezionati, poiché desideriamo rigorosamente offrire uno standard elevato del servizio, dal ritiro fino alla consegna. I nostri rider hanno tutte le tutele del caso, sono supportati con dispositivi di sicurezza e veicoli aziendali, ma soprattutto sono assunti secondo il contratto nazionale con uno stipendio equo. Noi crediamo fermamente nel valore umano e pertanto ci impegniamo a valorizzarlo”.
Gibo Delivery è una realtà che guarda al futuro con un approccio equilibrato tra innovazione e tradizione. La recente adozione del robot Gibot dimostra come la tecnologia possa essere impiegata a supporto dell’uomo, e non in sua sostituzione.