• 19/04/2024

Giornata internazionale delle donne nella scienza: in De Nora la ricerca è rosa

 Giornata internazionale delle donne nella scienza: in De Nora la ricerca è rosa

La presenza femminile nei laboratori di ricerca dell’azienda supera nel mondo il 37% e il 48% nel laboratorio italiano

Dal 2016, l’11 febbraio si celebra la Giornata internazionale delle donne e delle ragazze nella scienza istituita dalle Nazioni Unite. La giornata ha l’obiettivo di stimolare e diffondere il pieno accesso delle donne in campo scientifico e tecnologico, così da contribuire a raggiungere la parità di genere, attraverso il rispetto e il riconoscimento della loro presenza e il supporto al loro percorso di inclusione e crescita professionale.

Si tratta di traguardi che appaiono ovvii almeno nei Paesi avanzati, ma che anche un Paese come l’Italia fatica a raggiungere. Per fortuna, ci sono realtà virtuose dove la ricerca scientifica è tanto importante quanto declinata al femminile. Una di queste è sicuramente il Gruppo De Nora, fondato da Oronzio De Nora nel 1923 e oggi player internazionale nella progettazione, produzione e fornitura di tecnologie elettrochimiche e impianti per il trattamento delle acque. Fin dagli anni ’50 De Nora ha lavorato al processo di produzione di idrogeno per via elettrochimica con un proprio elettrolizzatore: negli ultimi anni ha investito molto nello sviluppo di una nuova generazione di elettrodi attivati in grado di rendere economicamente competitiva la produzione di idrogeno verde mediante elettrolisi dell’acqua alimentata da energie rinnovabili, come alternativa sostenibile all’idrogeno grigio prodotto in maniera tradizionale, partendo cioè dal gas naturale e rilasciando CO2.

Il ruolo della scienza, intesa come ricerca e sviluppo di soluzioni innovative da applicare ai più diversi ambiti industriali, è dunque da sempre fondamentale e strategico per il Gruppo milanese, storicamente inclusivo verso le donne, soprattutto nei ruoli tecnico scientifici.

La presenza femminile nei laboratori di ricerca e sviluppo dell’azienda supera nel mondo il 37%, e il 48% nel laboratorio italiano, da dove proviene la maggior parte dei brevetti De Nora e in cui Alice Calderara, Electrodes Technologies Manager, coordina un gruppo di 4 ricercatrici e 2 ricercatori.

Alice Calderara, che vanta 39 anni di attività in azienda, è anche una delle più prolifiche inventrici di tutto il gruppo. «Facciamo ricerca sugli elettrodi con l’obiettivo di creare efficienza in termini di consumo energetico e di ciclo di vita del prodotto» spiega Calderara che non nasconde la sua passione smisurata per la scienza: «Il mio è il lavoro più bello del mondo e non lo cambierei con nessun altro. In De Nora non ho mai vissuto preclusioni, qui si guarda solo alla competenza. La testimonianza è che ci sono donne che hanno ruoli di responsabilità e questo può essere d’ispirazione per le giovani nell’approcciarsi alla nostra professione».

Una caratteristica aziendale rimasta costante negli anni, come spiega Irene Teresa Morena, giovanissima ingegnera chimica del dipartimento Engineering, per metà formato da donne: «Lavoro in De Nora da 4 anni e non ho mai riscontrato problemi di sorta. Le competenze sono riconosciute a prescindere da chi le esprime». Per Irene, l’obiettivo è sempre stato intraprendere un percorso professionale nel mondo scientifico e De Nora, dove è approdata appena laureata, le sta dando l’opportunità di realizzarlo.

Sono state le invenzioni ad aver fatto la fortuna del gruppo la cui sfida è oggi il gran salto verso la transizione energetica, con le scienziate in un ruolo determinante. Attualmente il portafoglio brevettuale conta più di 300 invenzioni e circa 2.700 estensioni in 80 Paesi nel mondo. «La maggior parte delle ricercatrici si è occupata di brevetti nell’ambito del processo cloro/soda, e del coating di elettrodi per nuove applicazioni, come quella per l’elettrolisi dell’acqua per produrre idrogeno verde» spiega Barbara Riva, biologa, e in De Nora da 10 anni nel Global Intellectual Property Department.

Se il gruppo è una sorta di isola felice dove le scienziate possono esprimere liberamente il loro talento, l’attenzione verso il mondo femminile in azienda si manifesta anche attraverso l’adozione di una serie di politiche inclusive, tra le quali la massima flessibilità d’orario, lo smart working illimitato di cui le donne possono usufruire per 5 mesi prima o dopo la maternità obbligatoria per agevolarne il rientro morbido in ufficio, diffuse pratiche di part-time fino ai 3 anni di vita del bambino, ecc.

Giornate come quella dell’11 febbraio «sono molto utili perché è indubbio che la questione femminile esista ancora», prosegue Alice Calderara. È parere comune in De Nora che le donne abbiano di solito una spiccata capacità di ascolto, inclusione e una giusta interpretazione delle situazioni che aiuta la condivisione e la risoluzione dei conflitti. «Noi siamo la testimonianza che lo si possa fare – aggiunge Anna Ramunni, giovane ricercatrice del laboratorio -. Recentemente una collega è rimasta incinta e per legge non può entrare in laboratorio. Con un lavoro di coordinamento siamo riuscite a riorganizzarci velocemente e in maniera efficiente». Terza generazione di una famiglia di ricercatrici, Anna fin da piccola ha voluto lavorare nel mondo della scienza e in De Nora ha realizzato il suo sogno. La giovane ribalta l’idea romanzata dello scienziato: «Non serve essere geniali – spiega Ramunni-, piuttosto occorrono tenacia, perché nella ricerca scientifica ci sono tanti fallimenti, impegno per non mollare mai e tanto lavoro». Caratteristiche che a volte «sono le donne stesse a non riconoscersi: non bisogna autolimitarsi, ma essere creative» conclude Calderara.

Ai vertici di una delle divisioni del gruppo, De Nora Water Technologies, al momento siede come ceo una donna, Mirka Wilderer, ispirazione per le giovani ricercatrici che a loro volta non si pongono limiti, fiduciose di poter sfondare il soffitto di cristallo: «Dove mi vedo tra dieci anni? Più ricca in termini di competenze acquisite e manager di un team» conclude confidente Anna Ramunni.

Redazione

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