Rinnovabili: Glass to Power lancia le vetrate fotovoltaiche trasparenti integrabili negli edifici urbani

Nell’attuale contesto di rapida trasformazione energetica, per effetto di un’emergenza climatica arrivata ormai al punto di non ritorno, l’Italia è avvantaggiata dalla sua collocazione geografica e dalle condizioni climatiche, elementi che favoriscono la disponibilità diffusa di fonti energetiche rinnovabili. Glass To Power, startup innovativa milanese, operante nell’ambito del fotovoltaico, ha lanciato un nuovo prodotto che guarda al futuro: si tratta di speciali vetrate fotovoltaiche trasparenti, che possono essere integrate, in maniera del tutto invisibile, nelle architetture degli edifici urbani, come previsto dagli Standard Europei Zero Energy Building.
Grazie a un’intensa attività di ricerca e sviluppo, la startup meneghina, nata nel 2016 come spin-off dell’Università degli Studi di Milano Bicocca (nello specifico da due docenti, Sergio Brovelli e Francesco Mainardi), è arrivata “a un prodotto totalmente riciclabile, che entra nell’ambito dell’economia circolare in modo completo e produce energia”, ha affermato l’amministratore delegato, Emilio Sassone Corsi.
Le vetrate isolanti fotovoltaiche Glass to Power, qualificate secondo la norma En1279, rappresentano oggi un valore aggiunto nell’ambito dell’edilizia green: sono infatti integrabili nelle nuove costruzioni ecosostenibili e autonome dal punto di vista energetico. Oltre a ridurre il fabbisogno energetico degli edifici nei quali sono integrati, garantiscono isolamento termico e acustico. Tutto questo senza inficiare sulle qualità estetiche delle strutture nelle quali vengono applicati.
A illustrare nel dettaglio le proprietà tecniche del prodotto è Marcello La Rosa, Responsabile ricerca e sviluppo Glass To Power: “Questa innovativa vetrata fotovoltaica trasparente è costituita da una nanotecnologia progettata, realizzata e messa a punto nei nostri laboratori di ricerca. La luce emanata dal Sole viene infatti assorbita prima dalle nanoparticelle, contenute all’interno di una lastra colorata, diffusa internamente sotto forma di radiazione infrarossa, veicolata attraverso i bordi della lastra stessa e infine trasformata in energia elettrica attraverso degli opportuni moduli fotovoltaici mascherati all’interno del nostro prodotto e quindi invisibili”.
Una soluzione per i contesti urbani ad alta densità abitativa
È importante inoltre sottolineare che non si tratta di un prodotto che si propone come alternativa al pannello fotovoltaico tradizionale, che rimane attualmente la miglior soluzione in presenza di superfici di grandi dimensioni e ben esposte alla luce solare come i tetti degli edifici. “Glass To Power si inserisce all’interno di quello che è chiamato il fotovoltaico integrato negli edifici, ovvero la riprogettazione delle componenti dell’edificio con lo scopo di renderli attivi da un punto di vista energetico e quindi in grado di produrre ulteriore energia per mezzo del Sole”, chiarisce Claudio Castellan, Responsabile del prodotto Glass To Power.
“È un prodotto che risulta particolarmente interessante nei contesti urbani ad alta densità abitativa, laddove ci sono pochi spazi come i tetti, ma sono disponibili grandi superfici vetrate che si possono trasformare da oggetti passivi a oggetti in grado di produrre energia”, conclude Castellan.
La crescita di Glass to Power
Glass to Power, come accennato in apertura, è una startup nata in seno all’Università degli Studi di Milano Bicocca con un capitale iniziale di 300.000 euro e poco più di una decina di investitori. Dal 2016, è cresciuta notevolmente grazie a una serie di aumenti di capitale in crowdfunding, che le hanno permesso di raggiungere l’attuale valore di circa 30 milioni di euro con circa 800 soci circa. L’obiettivo per il 2024, presentato lo scorso dicembre, prevede di incrementare la capacità produttiva con un target di 3-4 milioni di fatturato, già a partire dal 2023. “Il piano industriale prevede di arrivare a 7 reattori in parallelo per avere una capacità produttiva significativa”, ha dichiarato il direttore finanziario, Guido Massari.
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