• 14/12/2024

illycaffè: non c’è qualità senza sostenibilità

 illycaffè: non c’è qualità senza sostenibilità

“Non c’è qualità senza sostenibilità”. Parola di Ernesto Illy, fondatore dell’omonima azienda triestina nata nel lontano 1933 col sogno di produrre il caffè più buono del mondo e presente oggi in 144 paesi nel mondo con quasi 1300 dipendenti. Questo per dire che la sostenibilità per illy, lungi dal rappresentare la scelta di includere nel proprio business, oltre ad una dimensione economica, anche una sociale e ambientale, è qualcosa che da sempre fa parte del dna aziendale. Non si è trattato, quindi, di adeguare il modello di business alle nuove esigenze di mercato, in quanto l’impegno di illy verso la sostenibilità è riscontrabile da sempre lungo tutta la filiera: dai dipendenti al consumatore finale. Ne abbiamo parlato con Olga Bologna, Chief Strategy & Investor Relations Officer dell’azienda

Olga Bologna, Chief Strategy & Investor Relations Officer
Olga Bologna, Chief Strategy & Investor Relations Officer

“L’impegno per la qualità in illy è totale: abbiamo un unico blend 100% Arabica, uguale in tutto il mondo. Andiamo direttamente dai produttori a cercare il prodotto migliore. Per noi il caffè di qualità deve essere sostenibile, deve creare valore per i produttori perché qualità e sostenibilità per noi sono davvero un unicum.  Essere sostenibili è una scelta che illycaffè mette in pratica da sempre lungo tutta la filiera, confermando la volontà di crescere operando in modo responsabile, trasparente e sostenibile per le comunità con le quali interagisce. La filiera sostenibile di illycaffè si basa su un sistema di relazioni dirette con i propri fornitori che si regge su quattro pilastri fondamentali: selezionare e lavorare direttamente con i migliori produttori di arabica; trasferire loro la conoscenza, formandoli a una produzione di qualità nel rispetto dell’ambiente attraverso l’Università del Caffè e il lavoro quotidiano sul campo con agronomi specializzati; ricompensarli per la qualità prodotta, pagando loro prezzi superiori a quelli di mercato, stimolando il miglioramento continuo e rendendo sostenibile la produzione; creare una comunità di produttori che si incontra virtualmente nella piattaforma a loro dedicata, Circolo illy”.

illycaffè è la prima azienda italiana di caffè ad avere ottenuto nel 2021 la certificazione B Corporation, che viene assegnata alle organizzazioni che si impegnano a rispettare i più alti standard di performance sociale e ambientale, trasparenza e responsabilità e che operano in modo tale da ottimizzare il loro impatto positivo verso i dipendenti, le comunità di riferimento e l’ambiente. Questo passaggio era stato preceduto nel 2020 dalla modifica dello status giuridico da Società per Azioni in Società Benefit ovvero quel tipo di impresa che si pone tra le finalità, oltre all’ottenimento dell’utile economico, anche una o più finalità di beneficio comune.
“L’adozione dello status di “Società Benefit” costituisce un passaggio voluto dall’azienda per rendere ancora più esplicito il principio guida del fare impresa di illycaffè – spiega Olga Bologna –  una stakeholder company che si pone come obiettivo il miglioramento della vita dei propri stakeholder (soggetti direttamente o indirettamente coinvolti nell’attività dell’azienda) nel lungo termine attraverso la creazione di valore per tutti gli attori coinvolti lungo la filiera produttiva, nel rispetto dell’ambiente.
Nell’aprile del 2022 illy è tra le aziende italiane ad avere ottenuto un ottimo punteggio sul fronte della reputazione ESG crescendo del 105,4% rispetto alla classifica precedente, questo perché l’azienda triestina rientra tra quelle che vedono nel reporting ambientale, sociale e di governance non un semplice onere normativo, ma uno strumento di trasparenza per attrarre investitori e finanziamenti.

“ESG report è oggi uno strumento imprescindibile – sottolinea Olga Bologna – un investitore su due oggi è guidato da criteri ESG nella selezione dei propri investimenti. E la sostenibilità ha un’importanza pari ai fondamentali economici.  Gli investitori sono diventati estremamente sofisticati e capaci di leggere se dietro un report c’è vera sostanza o sono di fronte a un esercizio di marketing, di greenwashing o di mera compliance. È stato dimostrato che le società con alto rating ESG hanno un costo del capitale più basso e di conseguenza, a parità di condizione, migliori valutazioni. In Illy abbiamo iniziato già con il bilancio 2021 ad integrare dati non-finanziari nella nostra relazione unica di gestione che abbiamo appunto chiamato “relazione di gestione aumentata”. Per il 2022 ci stiamo dando un obiettivo ulteriore che è quello di avvicinarci ulteriormente al modello del report integrato andando a potenziare il set di temi materiali e di indicatori che vogliamo monitorare e su cui fare disclosure. Lo facciamo su base volontaria perché ad oggi non siamo ancora soggetti a nessun obbligo ma ci è sembrato naturale iniziare un percorso verso la best practice soprattutto se l’azienda dovesse decidere a un certo punto di quotarsi in borsa. Tutto ciò in un contesto normativo in evoluzione ma che punta ad aumentare la trasparenza e la comparabilità di questo reporting come testimoniato da CSRD”.

L’Italia rappresenta il mercato principale con circa il 36% dei ricavi mentre gli Stati Uniti rappresentano il 16% e sono il nostro secondo mercato. “Il nostro business nasce e cresce nel canale Ho.re.ca. (bar, ristoranti, hotel) per poi sviluppare una presenza multicanale – prosegue la Bologna – Siamo cresciuti molto bene negli anni nella distribuzione moderna e nell’on-line, canali ulteriormente potenziati dall’aumento dei consumi home imposti dalla pandemia e destinati a rimanere importanti nel cosiddetto new normal.  Nei nostri piani strategici c’è un’ulteriore spinta all’internazionalizzazione, in particolare sugli Stati Uniti su cui puntiamo a raddoppiare la nostra presenza nei prossimi 5 anni e che riteniamo possano diventare il nostro secondo mercato domestico. Anche l’online presenta ancora un enorme potenziale. Stiamo attualmente lavorando al nostro prossimo piano strategico, ponendoci l’obiettivo di bilanciare, integrare e correlare quanto più possibile i vari input della nostra catena del valore secondo una logica sostenibile: partendo dall’assetto produttivo, all’innovazione, agli impatti ambientali e climatici, ai dipendenti e alle comunità con cui ci lavoriamo, al pubblico a cui ci rivolgiamo e che ci sceglie ogni giorno”.
Ecco perché illy, oltre a coltivare caffè coltiva relazioni umane, perché un caffè di qualità, secondo la filosofia aziendale deve essere sostenibile sia dal punto di vista ambientale, ma anche da quello economico e sociale.

 

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Maria Salerno

Giornalista - maria.salerno@toscanaeconomy.it

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