• 19/03/2025

Industria cosmetica è sostenibilità

 Industria cosmetica è sostenibilità

Matteo Moretti – Presidente del Polo Tecnologico della Cosmesi

Il Polo Tecnologico della Cosmesi, nato a Crema nel 2004, è il punto di riferimento nel suo settore e oggi rappresenta, con la sua innovazione, il made in Italy nel mondo. Ce ne parla Matteo Moretti, presidente del Polo

Intervista a Matteo Moretti, presidente del Polo Tecnologico della Cosmesi

Nel 2021, il settore della cosmetica ha fatturato quasi 12 miliardi di euro a livello nazionale, di cui 8,2 miliardi soltanto in Lombardia dove si concentra il 55,1% delle imprese, che hanno venduto sui mercati esteri prodotti per 3,7 miliardi di euro. Numeri che evidenziano quanto quello della cosmetica sia un settore strategico che rappresenta il made in Italy nel mondo. A stimolare la collaborazione tra le imprese della filiera, a favorirne lo sviluppo e la qualificazione è il Polo Tecnologico della Cosmesi. Nato nel 2004, a Crema, è oggi un solido punto di riferimento per le realtà del settore.

Dell’attuale ruolo strategico del Polo Tecnologico della Cosmesi (sito web), di innovazione al servizio della cosmetica e sostenibilità, dei numeri dell’export, nonché delle prospettive future, Lombardia Economy ne ha parlato con il presidente del Polo, Matteo Moretti.

Qual è oggi il ruolo del Polo Tecnologico della Cosmesi in Italia e all’estero? Quali le attività principali a cui presiede?

«È l’associazione di riferimento della filiera produttiva cosmetica (dalle materie prime al prodotto, dal packaging all’automazione) che raggruppa più di 80 aziende conto terzi. Offre una serie di servizi pensati per rispondere alle esigenze del mondo produttivo cosmetico.

In particolare, per la promozione e l’internazionalizzazione in Italia e all’estero delle imprese aderenti, organizza la partecipazione collettiva italiana alle più importanti fiere internazionali dedicate alla filiera produttiva della cosmetica. Inoltre, per facilitare lo sviluppo di sinergie e favorire le relazioni tra imprese, ogni anno organizza l’Innovation Day: un momento d’incontro dedicato alla formazione e informazione riservato a imprenditori, manager, giornalisti, ricercatori e buyer di tutto il mondo.

Oltre a ciò, le collaborazioni siglate con alcune delle più importanti associazioni internazionali – Cosmetic Valley France, Beauty Cluster Spain e Japan Cosmetic Center – creano un ponte di relazione per le nostre aziende che vogliono prendere contatto con le società appartenenti a questi cluster con l’obiettivo di scambiarsi informazioni in materia di sviluppo economico, commercio, politiche di investimento, trasferimento tecnologico e cooperazione economica. In questo ambito, per potenziare l’internazionalizzazione delle nostre PMI, il Polo ha aderito al progetto europeo Global Cosmetics Cluster Europe e all’associazione mondiale Global Cosmetics Cluster, che realizzano mission all’estero, workshop, pubblicazioni etc. Per la sua forte radicalizzazione sul territorio, unita alla vocazione internazionale, il Polo della Cosmesi si pone come il partner ideale per tutte le aziende che vogliono fare network d’impresa e che vogliono distinguersi nel panorama cosmetico internazionale con prodotti innovativi made in Italy».

Innovazione e ricerca sono i due fattori chiave alla base dello sviluppo dell’industria cosmetica degli ultimi anni: quali sono le principali novità in termini di servizi, packaging, INCI, di cui il Polo Tecnologico della Cosmesi si fa portavoce?

«Il settore R&D è il cuore pulsante nell’industria cosmetica: da qui derivano le principali innovazioni che poi approdano sul mercato. Possiamo senz’altro dire che nella maggior parte dei casi, non sono i brand a partorire le innovazioni, ma sono le aziende della filiera cosmetica a proporre, a indicare la rotta e i prossimi passi da compiere. In termini di servizi, penso a tutta la parte dell’e-commerce e del tracciamento dei prodotti; per il packaging le direttrici sono la sostenibilità (re-use, il refill, utilizzo di nuovi materiali come la carta) e l’inclusività (ovvero l’accessibilità a quante più persone possibili, tenendo conto delle differenti capacità ed esigenze anche di chi ha delle disabilità fisiche). Per le formulazioni, la sfida non è solo quella della ricerca (ovvero trovare nuovi ingredienti sostenibili ed efficaci), ma anche della comunicazione e dell’educazione: ad esempio, spesso si percepiscono gli ingredienti sintetici – creati in laboratorio – come un male assoluto da un punto di vista ambientale, non comprendendo che l’utilizzo di materie prime naturali può essere poco green, poiché contribuisce all’esaurimento di certe risorse. La scienza e la ricerca possono offrire un grande contributo alla sostenibilità».

La tecnologia al servizio della cosmetica: cosa ci riserva il futuro?

«La qualità e la sicurezza dei prodotti che tutti utilizziamo quotidianamente per la cura del nostro corpo sono diventate valori importantissimi. In questi anni sono state implementate nuove tecnologie per l’ottimizzazione dei processi di filiera e gestione aziendale. A questo si lega il concetto di trasparenza sul quale la tecnologia ha già fatto passi importanti, ma se ne possono compiere di ulteriori con focus sulla tracciabilità dei prodotti».

Come si concilia innovazione e sostenibilità nel campo della cosmesi?

«I due processi vanno a braccetto, tanto che oggi non si può parlare dell’uno senza contemplare l’altro e viceversa. L’attività di ricerca e sviluppo nelle nostre aziende è all’avanguardia e ha come obiettivo quello di trovare soluzioni sempre più sostenibili sia sul fronte degli ingredienti, sia su quello del prodotto e del packaging, e dei processi industriali. Il settore cosmetico è uno dei primi ad aver assunto come propria responsabilità quella di intraprendere la strada della sostenibilità, che non è mai un traguardo, bensì un cammino continuo. Ce lo chiede il mercato e ce lo chiedono i consumatori sempre più attenti: per essere competitivi occorre essere sostenibili e innovativi.

Lo sguardo della cosmetica è a tutto tondo: occorre ripensare l’intero ciclo dei prodotti, guardare alla sua catena di valore e noi, essendo l’associazione che rappresenta la filiera dell’industria cosmetica, giochiamo un ruolo chiave di trasparenza in questo processo».

In percentuale oggi quanti sono i prodotti che vantano certificazioni ed etichette vegan approved o cruelty free, sempre più richieste dai clienti?

«Non abbiamo questo dato specifico, ma sappiamo che il valore sul mercato dei cosmetici a connotazione naturale/biologica è di 778 milioni di euro, mentre quello dei cosmetici sostenibili/green è pari a 876 milioni di euro. In definitiva, si parla di 925 milioni di euro comprendendo sia imprese che adottano processi o producono cosmetici legati alla sostenibilità e sia quelle che fabbricano cosmetici a connotazione naturale/biologica».

In termini di numeri, quanto pesa l’export del mondo beauty per il nostro Paese?

«Le performance del settore, sul fronte export hanno confermato la reattività del settore alle crisi che si sono susseguite negli ultimi tre anni. Alla fine del 2022, si è registrata una crescita di 15,8 punti percentuali e con il livello di valore record di 5,6 miliardi di euro. Le proiezioni al 2023 vedono una ulteriore crescita di dieci punti percentuali, per un valore che si approssima ai 6,2 miliardi di euro. Da questi dati, si comprende come le imprese cosmetiche italiane siano solide e capaci di superare difficoltà congiunturali ed economiche, confermando la loro eccellenza nell’intero panorama del made in Italy».

Il Polo della Cosmesi è anche formazione. Sempre parlando di numeri, quanti sono i corsi che organizzate annualmente, quante ore totali e quanti partecipanti? Quali i focus e gli obiettivi principali di questo comparto?

«Iniziata durata la pandemia, la formazione online si è potenziata diventando una dei principali servizi offerti dall’associazione alle aziende. Nel 2022, abbiamo realizzato più di 50 tra workshop e seminari tecnici divisi in diverse aree di intervento, dalla consulenza e formazione nel settore delle materie plastiche, a corsi dedicati allo sviluppo di soft skills, dalla formulazione avanzata fino ad arrivare a nuovi trend e benchmark di mercato. Siamo attivi anche nel sostenere la formazione e la specializzazione delle risorse umane e professionali operanti nel settore, collaborando con scuole, istituti professionali e università».

 

Leggi altri articoli: Lombardia Economy – Formazione e Impresa

Beatrice Elerdini

Giornalista, SEO Copywriter, Autrice tv e web e consulente di comunicazione

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