• 15/02/2025

Insetti a tavola: un italiano su 3 pronto a mangiarli

 Insetti a tavola: un italiano su 3 pronto a mangiarli

Insetti a tavola: un italiano su 3 pronto a mangiarli. 390 milioni di consumatori in Europa entro il 2030

Negli ultimi anni l’attenzione al cibo a base di insetti è cresciuta notevolmente a livello mondiale e anche nazionale, nonostante resti ancora nel Bel Paese un tema controverso. Nel mondo sono 2 miliardi le persone che si nutrono di insetti, mentre in Europa oggi è un comparto che vale oltre 260 milioni e si prevede possa avere una crescita esponenziale entro il 2030: dai 9 milioni di consumatori del 2019 arriveremo a 390 milioni.

Ma quanti italiani sono disposti a mangiare cibi a base di insetti commestibili? Uno su tre si dice pronto. La maggior parte di costoro è mossa dal desiderio di soddisfare la propria curiosità e dalla volontà di sperimentare alimenti innovativi. È quanto emerge dalla ricerca “Insect Food e Consumatori”, condotta dall’Università degli Studi di Bergamo, a 6 anni dall’ultima indagine su larga scala. Lo studio tratteggia lo scenario aggiornato sul sentiment dei consumatori del Bel Paese e ne propone una profilazione dettagliata, con esiti sostanzialmente differenti rispetto alle ricerche precedenti, nelle quali la disponibilità degli italiani ad acquistare o assaggiare cibi a base di insetti era piuttosto ridotta.

 “I risultati dell’indagine sono un riferimento utilissimo per tutto il comparto. Attualmente, la maggior parte delle imprese in Europa che si occupano di Novel Food a base di insetti commestibili (circa il 36%) è coinvolta solo nella lavorazione finale degli insetti, occupandosi quindi della trasformazione e commercializzazione. Il 28% invece si occupa di tutte le fasi della produzione (dall’allevamento alla commercializzazione)” ha affermato Steven Barbosa, Public Affairs Manager di IPIFF.

La nuova fotografia italiana è stata illustrata durante una conferenza, presso il Dipartimento di Scienze Aziendali dell’Università di Bergamo, nella mattina di venerdì 17 marzo, con la partecipazione di Giovanni Malanchini, consigliere della Regione Lombardia, di IPIFF – International Platform of Insects for Food and Feed e di Alia Insect Farm.

Italiani vs cibo a base di insetti: i risultati

L’indagine è stata condotta su un campione composto da 1170 soggetti rappresentativi della popolazione italiana. I dati sono stati raccolti in un lasso di tempo compreso tra ottobre 2021 e settembre 2022. Dalle risposte ai questionari somministrati, è emerso che il 9% degli intervistati sarebbe “altamente propenso” a consumare cibo a base di insetti e il 21% “mediamente propenso”. Il restante 70% si dichiara poco propenso. La ricerca dell’Università di Bergamo entra poi, per la prima volta, nel merito delle caratteristiche dei consumatori, considerando contestualmente più aspetti: l’atteggiamento verso il prodotto, l’influenza sociale, il controllo percepito e alcuni dei principali driver motivazionali che possono spingere all’acquisto, nello specifico quelli edonici, etici e legati alla salute. Per comprendere a fondo in che modo le intenzioni di acquisto siano effettivamente distribuite nel campione, lo studio identifica quattro gruppi omogenei per caratteristiche sociodemografiche, comportamentali e psicologiche: progressisti, inconvincibili, edonisti e follower.

I più aperti agli acquisti sono risultati gli edonisti (15% del totale degli intervistati, 181 individui): si tratta soprattutto di uomini, fino ai 25 anni d’età, per lo più onnivori, con un livello di istruzione media e una vita attiva (dichiarano di praticare sport fino a 5 volte a settimana). Rispetto agli altri cluster, evidenziano la percentuale più alta di soggetti che hanno già avuto esperienze passate con il consumo di cibo a base di insetti, e contestualmente l’interesse più basso verso le dimensioni di salubrità ed etica nelle decisioni alimentari.

Anche i progressisti hanno manifestano alto interesse per l’insect food (18%, 208 soggetti): si tratta di persone over 40, equamente divise tra uomini e donne, per lo più liberi professionisti e imprenditori e un livello di scolarizzazione universitario. Si definiscono onnivori e praticanti sport individuali con una media di 1 o 2 volte a settimana. Sono i più interessati a provare alimenti inusuali e nuovi e compiono scelte di acquisto alimentari che tengano conto delle proprietà salutistiche degli alimenti e della loro dimensione etica.

Gli inconvincibili e i follower sono le categorie meno interessate all’insect food. Gli inconvincibili (33%, 391 partecipanti), composti soprattutto da donne, tra i 18 e 25 anni, con un livello di istruzione medio-alto, sono onnivori e non hanno avuto esperienze pregresse con il cibo a base di insetti. Non vogliono testare alimenti nuovi e non si curano nemmeno molto della dimensione salutistica degli alimenti. I follower (33%, 390 consumatori), sono rappresentati soprattutto da donne, over 26, sedentarie con istruzione intermedia. Sono interessati alla salubrità e alla dimensione etica degli alimenti acquistati, ma tendono a omologarsi alle opinioni altrui. Non hanno mai avuto esperienze pregresse con il cibo a base di insetti e non intendono cambiare il proprio regime alimentare.

Dall’indagine emerge inoltre che chi ha già sperimentato alimenti a base di insetti risulta più incline a ripetere l’esperienza; gli uomini sono maggiormente inclini alla possibilità di acquistare cibi a base di insetti; i soggetti più curiosi risultano più aperti all’entomofagia.

Il mercato del Novel Food si appresta a triplicare

Dando uno sguardo ai numeri del mercato del Novel Food, dal 2018, ovvero dall’entrata in vigore della normativa Europea (Reg UE 2015/2283) che autorizza il consumo degli insetti e la possibilità di allevarli e introdurli sul mercato, sono in netta crescita e si stima possano salire ulteriormente. In Europa, come accennato in apertura, il valore di mercato sta per triplicare, passando da 82 milioni di dollari del 2018 ai 261 milioni previsti nel 2023. Si aprono quindi importanti opportunità di business, in un settore che al momento è composto per lo più da piccole e medie imprese come start up o anche grandi aziende che precedentemente erano attive in settori differenti come quello del pet food.

La produzione oggi è di qualche migliaio di tonnellate (volumi destinati sia al settore feed che food), mentre gli investimenti hanno già superato quota 1 miliardo di euro e si stima arriveranno ai 3 miliardi nel 2025. Il settore degli insetti raggiungerà entro il 2030 oltre 30 mila impiegati full time.

 

Fare impresa con gli insetti: l’esempio di Alia Insect Farm

Un esempio di impresa nel settore dei “nuovi alimenti” si trova alle porte di Milano: si tratta di Alia Insect Farm,  una start up agricola, impegnata dal 2020 in attività di ricerca e sviluppo nel comparto novel food a filiera corta, che alleva grilli italiani al 100%, trasformandoli in una polvere super fine ad alto contenuto proteico, idonea per preparazioni alimentari sia dolci che salate.

“Da sempre in Europa, e anche in Italia, sono stati introdotti ‘nuovi alimenti’ che poi sono diventati parte integrante della Dieta Mediterranea. Basti pensare al pomodoro, arrivato in Europa nel 500 dal Messico, al riso, alle mandorle o alle noci. Ma anche alla patata, cibo un tempo dato ai suini e considerato nocivo per l’uomo. Tutti cibi innovativi, dapprima visti con sospetto, e poi col tempo diventati tradizione”, ha commentato Carlotta Totaro Fila, fondatrice di Alia Insect Farm.

Lombardia Economy - Insetti a tavola
Carlotta Totaro Fila – Alia Insect Farm

“Oggi abbiamo bisogno di produrre più proteine utilizzando meno risorse della terra. E il settore degli insetti commestibili può essere un’opportunità per innovare così il settore e per creare valore nella filiera agro alimentare dei novel food made in Italy. Introducendo la polvere di grillo nelle categorie di uso comune nelle percentuali consentite dai Regolamenti di attuazione, come ad esempio in pane, pasta, pizza, biscotti, snack, potremmo aggiungere i benefici nutrizionali di questa materia prima naturale a tipologie di cibo che già consumiamo normalmente. Etichettati in modo chiaro e trasparente affinché sia ben evidente la presenza di questo ingrediente distintivo e innovativo, i novel food contenenti polvere di grillo saranno una scelta in più per il consumatore alla ricerca di innovazione e nuove esperienze gustative, ma sempre attento alla composizione nutrizionale e alla sicurezza”.

“Inoltre, questi alimenti hanno tutte le carte in regola per contribuire non solo al benessere del consumatore, ma anche a quello del pianeta. La grande esperienza italiana nel realizzare alimenti dal gusto eccellente e la sicurezza alimentare che caratterizzerà i nostri prodotti quando autorizzati sono i requisiti di partenza per creare nuove ed interessanti prospettive per tutto il comparto agro alimentare italiano”, ha concluso Carlotta Totaro Fila.

 

“Bisogna proteggere le nostre eccellenze agroalimentari”

“Sono convinto che il modello alimentare italiano e lombardo vada promosso: a livello mondiale è il modello più sano. Inoltre, il settore primario è l’unico settore non delocalizzabile: vanno supportate le nostre eccellenze agroalimentari e i benefici sociali, ambientali ed economici che portano ai nostri territori. Lo studio condotto relativamente al tema del consumo alimentare di insetti apre a nuove valutazioni, che meritano attenzione, rispetto a quel dinamismo innovativo che è intrinseco alle culture e ai territori, e che ha tra le sue espressioni quella del cibo, attraverso percorsi che possano attuare le giuste soluzioni anche a livello normativo”, ha osservato Giovanni Malanchini, consigliere della Regione Lombardia.

 

Lombardia Economy - Insetti a tavola
Giovanni Malanchini – Regione Lombardia

 

Leggi altri articoli: Storie di copertina – Settori Economici

Beatrice Elerdini

Giornalista, SEO Copywriter, Autrice tv e web e consulente di comunicazione

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