La grande svolta
Oggi tutti gli attori comunicano, ma quasi sempre in modo verticale ciascuno coi propri pubblici. Il Comune coi cittadini, le associazioni coi loro associati, le fondazioni coi potenziali beneficiari dei bandi e così via. Il modello che dovrà favorire la Grande Svolta supererà il singolare per passare al plurale. Se un territorio si sviluppa si sviluppa per tutti
Dalla scatola infernale del Covid sono venuti fuori lutti e nuove povertà, problemi di lavoro perduto, soprattutto dalle donne, adolescenze sprecate e primi baci rinviati, instabilità nel sistema nervoso di tanti. Forse di tutti. Ma come nei tarocchi la Torre rappresenta il cambiamento, non si sa se positivo o negativo (dipenderà dalle altre carte), così nella nostra vita si sente nell’aria che molte cose sono in movimento e che potrebbe essere il momento della Grande Svolta.
Ma per svoltare bisogna che si sia d’accordo su dove si va. Di qui o di là? Dobbiamo essere uniti e decidere il da farsi. E poi andare.
Oggi tutti gli Attori comunicano, ma quasi sempre in modo verticale ciascuno coi propri pubblici. Il Comune coi cittadini, le Associazioni coi loro associati, le Fondazioni coi potenziali beneficiari dei bandi, e così via.
Il modello che dovrà favorire la Grande Svolta supererà il singolare per passare al plurale. Se un territorio si sviluppa si sviluppa per tutti. Se una comunità educante si crea sarà nell’interesse di tutti rafforzarla per diminuire il distanziamento, se il lavoro riparte non è solo un affaire di Confindustria e sindacati. È tutto il territorio che respira, che trova la via del rilancio di cui tutti beneficeranno.
Chi decide cosa? Quali sono i soggetti che tirano le fila del cambiamento? Proviamo a ragionare sul come fare piuttosto che continuare a dire che bisognerebbe fare. La Grande Svolta di cui si parla non parte dal Governo nazionale. Sono tanti pezzetti di puzzle da costruire territorio per territorio, distretto per distretto, e in ogni territorio va costruita la volontà comune e la cabina di regia. A livello di Regione si dovranno incentivare i tasselli perché creino un disegno organico. Da tutti i territori d’Italia verranno fuori i mattoni della nuova casa che saranno stati pagati (o presi a prestito) sia dal PNRR sia dai tanti fondi europei che ancora non abbiamo imparato a spendere.
Il nuovo modello di sviluppo dovrà fondere pubblico e privato, profit e non profit, fondazioni, imprese e sindacati, associazioni di categoria e del volontariato, imprese sociali e università, infrastrutture e professioni. Sempre con la massima attenzione ai giovani e alla scuola, la next generation, involontaria titolare del sempre più pesante debito pubblico.
Le due ruote motrici della Grande Svolta che più impattano sul livello territoriale sono legate alla sostenibilità sociale e allo sviluppo locale, con primo rilievo alla comunità educante, alla sanità di prossimità, al nuovo turismo e alle aree Interne. Arriveranno importanti finanziamenti e incentivi. Ma arriveranno per chi saprà intercettarli.
Il singolo Comune non avrà strumenti efficaci per partecipare ai bandi. Un’Unione dei Comuni o un’Area interna sì. Soprattutto se opererà di concerto con gli altri Attori del territorio. E qui un ruolo determinante lo assumono le fondazioni bancarie che possono rappresentare il punto di convergenza della visione pubblico/privato e profit/non profit. Le fondazioni bancarie rappresentano territori, normalmente corrispondenti a un’area provinciale e sviluppano importanti iniziative sia per il sociale sia per lo sviluppo economico dei territori. Cabine di regia territoriali devono essere costituite e rafforzate e si devono dotare di strumenti di progettazione integrata di sistema.
Ogni territorio deve parlare con una sola voce, sintesi della pluralità delle esigenze e delle specificità caratteristiche dell’area considerata e delle forze che possono essere schierate sul campo.
Lombardia Economy è parte di un progetto di sistema per supportare i territori nella fase della Grande Svolta. Non si considera un Attore. È piuttosto un facilitatore, uno strumento integrato carta/web/social/eventi che sviluppa un piano editoriale a valle di un percorso di compartecipazione degli attori del territorio, che è in grado di attivare altre reti in modo sinergico e di attivare fundraising. Il processo di rilancio parte dal basso, dai nostri territori, riannodando le file della rappresentanza, i corpi intermedi, i progetti che si collegano uno all’altro per diventare impattanti a livello generale.
Lombardia Economy è al suo debutto e segue il percorso già avviato con la regione pilota, la Toscana, che con Toscana economy è già al quarto numero e ha dato voce a molti degli Attori toscani. Abbiamo messo a fuoco la strategia e diffondiamo già 10 mila copie mirate ai decisori. Ora inizia la fase due.
Andiamo a definire con gli Attori la loro partecipazione al percorso, la loro adesione all’Agorà dei decisori, aperta, inclusiva, capace di ottenere risultati sul campo e di replicare i casi di successo. È ora. Non c’è tempo da perdere.
Siamo pronti ad affiancare gli Attori del sistema pubblico e privato, profit e non profit, associazioni e fondazioni per rappresentare la vetrina della Casa Comune del cambiamento, per documentare i progressi, per promuovere le best practice favorendone la replicabilità.