• 18/04/2024

La produzione industriale lombarda chiude il 2021 in crescita del 15,6% sul 2020

 La produzione industriale lombarda chiude il 2021 in crescita del 15,6% sul 2020

L’artigianato recupera bene sul 2020 (+11,7%) ma non è ancora ai livelli 2019 (-1,5%)                           

Nel quarto trimestre 2021 la produzione industriale lombarda cresce del +2,3% congiunturale e chiude così l’anno in rialzo sia rispetto al 2020 (+15,6% la crescita media annua) che al 2019 (+4,3%). Fanno da traino al recupero produttivo gli ordinativi: quelli domestici sono cresciuti dell’11,0% rispetto al 2019 e quelli esteri del +14,7%.

Restano ancora in leggero ritardo le aziende artigiane manifatturiere, le quali però riprendono bene sull’anno scorso (+11,7%) registrando andamenti positivi per tutto il 2021 ma non riescono ancora a tornare sui livelli del 2019 (-1,5%).
In prima linea nella ripresa i settori della siderurgia, meccanica, chimica, gomma-plastica e minerali non metalliferi, mentre si confermano le difficoltà per il sistema moda (abbigliamento, tessile e pelli-calzature).

Rimane alta l’attenzione sui prezzi per i rincari di beni energetici, delle materie prime e dei componenti che non sono interamente trasferiti sui listini di vendita, mentre persistono ancora difficoltà nelle catene di fornitura.
Le aspettative delle aziende sull’andamento della domanda rimangono positive e in linea con i livelli massimi storici, pur in leggera flessione per il mercato interno, così come per le aspettative sulla produzione. Ancora in miglioramento le aspettative occupazionali per il prossimo trimestre.

“Il quadro congiunturale delinea un 2021 dinamico per la produzione lombarda che consente all’industria di recuperare pienamente il livello 2019 (+4,3%) ma purtroppo non all’artigianato che sconta ancora un differenziale negativo sul 2019 (-1,5%) – dichiara il presidente di Unioncamere Lombardia Gian Domenico Auricchio. “La domanda rimane vivace con aspettative ancora positive, anche se caratterizzate da un ottimismo più contenuto come anche per la produzione. Rimane alta l’attenzione per l’incremento dei prezzi delle materie prime e dell’energia, generando preoccupazione negli imprenditori anche per l’incertezza sui tempi di normalizzazione delle dinamiche di costi e prezzi.”

“I dati del quarto trimestre 2021 sono molto positivi; in quei mesi si respirava un’aria entusiasmante e i dati lo confermano. Oggi la nuova pandemia, quella energetica, rischia di frenare completamente una ripresa che sembrava essere senza precedenti. Paradossale non riuscire a produrre nonostante i tanti ordinativi. – dichiara l’assessore allo sviluppo economico Regione Lombardia Guido Guidesi. Spero che tutti i ritardi di intervento, rispetto alla calmierazione dei costi dell’energia, vengano affrontati in modo emergenziale perché di emergenza stiamo parlando.”

Il presidente di Confindustria Lombardia Francesco Buzzella: “La rilevazione di Unioncamere Lombardia in collaborazione con Regione Lombardia e Confindustria Lombardia relativa all’ultimo trimestre del 2021 conferma un anno da record per il manifatturiero lombardo. La media annuale della produzione (+15,6%) e il +22,2% del fatturato rispetto al 2020 testimoniano che la Lombardia ha ampiamente recuperato le perdite del 2020 e, anzi, ha ripreso a viaggiare a ritmi più veloci rispetto al pre-pandemia.

Mai come in questo caso vorrei che venissero riconosciuti i meriti dell’impresa che ha tenuto in piedi l’economia italiana riuscendo oltretutto a trainare l’industria europea. L’imprenditoria lombarda, nello specifico, come emerge dai dati presentati oggi ha compiuto dei veri e propri miracoli in un anno caratterizzato ancora dall’incertezza sanitaria, da inflazione dei prezzi e precarietà delle forniture, crisi energetiche, riassetto dei mercati e delle catene globali.

Anche il mercato del lavoro lombardo (+0,2% saldo congiunturale; disoccupazione Lombardia al 5,5% – dato Istat) gode di ottima salute nonostante le aziende stiano attraversando una fase di difficoltà nel reperire risorse professionali specializzate. Il gap di professionalità tra domanda e offerta rischia di diventare in prospettiva un freno alla competitività delle imprese come lo stanno rappresentando i rincari energetici e la riduzione delle scorte di magazzino. I segnali che ci arrivano dai territori sono di rallentamenti indotti alla produzione – a causa della necessità di diminuire l’impatto dei costi energetici sui bilanci delle aziende – già a fine dicembre ma che si sono diffusi maggiormente nel 2022.

Oltre ad auspicare una risoluzione strutturale della questione energetica – attraverso un aumento della disponibilità di energia (gas e fonti rinnovabili) – le imprese chiedono che venga messo un freno all’inflazione perché nuovi shock potrebbero vanificare le performance e il clima di fiducia che si è ricreato nel corso del 2021″.

LE DINAMICHE SETTORIALI

La maggior parte dei settori nell’industria chiudono il 2021 con un significativo recupero dei livelli produttivi. A consuntivo la crescita media annua 2021/2019 vede le buone performance di Minerali non metalliferi (+7,8%), Gomma-plastica (+7,7%) e Chimica (+7,3%). Seguono tra i comparti positivi la Meccanica (+6,6%) e la Siderurgia (+6,1%). In crescita – sebbene meno accentuata – anche Alimentare (+3,8%), Mezzi di trasporto (+2,5%), Legno-mobilio (+2,5%) e Industrie Varie (+1,9%). La fase di ripresa si è avviata anche per i restanti settori ma con minor intensità non consentendo loro di registrare un dato a consuntivo 2021 migliore di quello del 2019. Il settore della Carta- stampa si ferma a -1,0%, seguito dal comparto moda che appare più in affanno: Pelli- calzature (-4,9%), Tessile (-8,6%) e in fondo l’Abbigliamento (-15,8%).

Meno positivo il quadro dell’artigianato con sette settori che segnalano un risultato a consuntivo ancora negativo rispetto al 2019. Il gap risulta più contenuto per l’Alimentare (-3,4%), la Carta-stampa (-4,4%), il Tessile (-5,5%) e le manifatturiere Varie (-7,9%). Ancora a due cifre il dato negativo per abbigliamento (-11,6%) e Pelli-calzature (-26,7%).

FATTURATO E ORDINATIVI

Il fatturato dell’industria a prezzi correnti segna un ottimo risultato, legato anche agli incrementi di prezzo inflazionistici in atto, con una crescita media annua del +12,1% rispetto al 2019. La dinamica congiunturale rimane caratterizzata da una sensibile crescita (+3,6%). Per le imprese artigiane il fatturato cresce invece solo dello 0,2% rispetto al 2019. Anche in questo caso la dinamica congiunturale è positiva (+3,2%), ma le accelerazioni dei trimestri precedenti nettamente inferiori rispetto all’industria hanno portato a un consuntivo poco entusiasmante.

La crescita media annua sul 2019 degli ordinativi dell’industria è a due cifre sia per il mercato interno (+11,0%) che estero (+14,7%). La dinamica congiunturale non presenta sorprese con un’accelerazione degli ordini interni (+5,0%). Rallenta invece, ma resta sempre in territorio positivo, l’incremento degli ordini dall’estero: +3,9%. Risultati più contenuti per l’artigianato rispetto al 2019: ancora un segno negativo per gli ordini interni (-4,4%) e un incremento del 2,0% per l’estero. Positivo il dato congiunturale con un +2,6% per il mercato interno e un +1,1% per l’estero. La quota di fatturato estero sul totale rimane elevata per le imprese industriali (38,7%) ma resta poco rilevante ed è in calo per le imprese artigiane (7,5%).

PREZZI

I prezzi delle materie prime presentano una dinamica congiunturale in forte rialzo con dati che confermano quanto ormai riscontrato da più fonti. L’accelerazione per l’industria, iniziata a fine 2020 (+2,1%) è proseguita nel corso del 2021 fino a toccare il record di +10,6% a fine anno. Anche l’artigianato mostra una dinamica simile, passando dal +2,6% di fine 2020 al +14,1% di quest’ultimo trimestre. L’incremento medio annuo dei prezzi delle materie prime si attesta al +29,3% per l’industria e del 37,8% per l’artigianato.

I prezzi dei prodotti finiti seguono ancora a distanza l’incremento delle materie prime registrando a fine anno un +5,4% congiunturale per l’industria e un +6,9% per l’artigianato. In questo caso gli incrementi medi annui sono più contenuti e pari a +11,7% per l’industria e +14,3% per l’artigianato.

OCCUPAZIONE

L’occupazione per l’industria presenta saldo positivo (+0,2%) e diminuisce il ricorso alla CIG: la quota di aziende che dichiara di aver utilizzato ore di cassa integrazione scende al 9,1% mentre la quota sul monte rimane ferma a livelli minimi (0,8%).
Saldo occupazionale positivo identico per l’artigianato (+0,2%), con ricorso alla CIG in diminuzione: Cala al 10,9% la quota delle aziende che dichiara di aver utilizzato la cassa integrazione e la quota sul monte ore scende allo 0,8% come per l’industria.

I dati presentati derivano dall’indagine congiunturale realizzata da Unioncamere Lombardia relativa al quarto trimestre 2021 nell’ambito del progetto Focus Imprese che ha riguardato un campione di più di 2.600 aziende manifatturiere, suddivise in imprese industriali (più di 1.500 imprese) e artigiane (più di 1.100 imprese).

I documenti di analisi completi e le slide di presentazione dell’Indagine congiunturale di Unioncamere Lombardia sul settore manifatturiero lombardo/4° trimestre 2021 saranno disponibili al seguente link: http://www.unioncamerelombardia.it/?/menu-di-sinistra/Dati-statistici-e-analisi-economiche/Indagini- trimestrali-settoriali.

Visualizzazione interattiva dei dati:

http://www.unioncamerelombardia.it/?/menu-di-sinistra/Dati-statistici-e-analisi-economiche/Indagini-trimestrali- settoriali/Andamento-produzione-manifatturiera

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Redazione

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