• 02/12/2023

Industria 4.0, il MADE compie due anni: in 24 mesi, 140 progetti e 27 mila ore di formazione erogate

 Industria 4.0, il MADE compie due anni: in 24 mesi, 140 progetti e 27 mila ore di formazione erogate

A due anni dalla nascita del MADE, Competence Center per l’Industria 4.0 di Milano, il presidente Marco Taisch ha fatto un bilancio dei risultati raggiunti: da un lato, sono state erogate circa 27 mila ore di formazione dalla scuola di competenze, dall’altro si contano 140 progetti realizzati

Numeri importanti per un biennio tutt’altro che ordinario, se si considera che ha coinciso dapprima con l’esplosione della pandemia e poi con le tensioni internazionali, “effetto collaterale” della guerra in Ucraina. Uno scenario articolato e complesso, che ha influenzato il mondo delle imprese, da un lato evidenziando i vantaggi dell’innovazione e dall’altro scatenando una crisi nella fornitura di componenti e materie prime che inficia pesantemente sulla supply chain.

I numeri del primo biennio del Made

Il MADE, lo ricordiamo, è una realtà voluta dal Ministero Italiano dello Sviluppo Economico e creata presso il campus Bovisa del Politecnico, che supporta le aziende manifatturiere (qualsiasi sia il loro livello di maturità digitale) nel processo di sviluppo tecnologico con attività di orientamento, formazione e finalizzazione di progetti di trasferimento tecnologico. In linea generale, per le piccole imprese serve soprattutto comprendere i vantaggi della trasformazione digitale; per le medie avere accesso a programmi di formazione, in particolare di upskilling; mentre per le grandi aziende è fondamentale essere seguite in progetti di digital transformation.

Per accompagnare il mondo del manifatturiero nel percorso di crescita, il MADE si è dotato di sei aree tecnologiche, in cui è possibile vivere circa 90 “esperienze”, per comprendere dal vivo le principali tecnologie che abilitano il manifatturiero digitale. Inoltre, ha dato vita alla Scuola di Competenze 4.0, dove attraverso la formazione, le imprese possono scoprire personalmente i vantaggi di una fabbrica interconnessa. Una scuola che non prevede soltanto lezioni tradizionali in aula, ma anche l’impiego di moderne tecnologie digitali.

Grazie a questa duplice realtà, nell’arco del biennio, sono stati organizzati 310 tra workshop e webinar, che hanno visto la partecipazione di 17 mila imprese (per una media di 3 persone per azienda) e 6.000 imprese professionisti. In particolare, la Scuola di competenze ha erogato 210 corsi, che hanno registrato 4mila partecipanti (per 1350 aziende, 31% PMI, 47% del Nord, 53% del Centro sud) per un totale di 27 mila ore di formazione.

Un altro dato importante sono gli oltre 140 progetti realizzati nel biennio, di cui 56 hanno beneficiato di finanziamenti statali per un totale di 3,35 milioni di euro. Progetti che hanno permesso di contrattualizzare 130 aziende.

La progettualità del MADE si è estesa anche oltre i confini italiani:Ultimamente siamo diventati anche molto attivi anche nei progetti europei, così da sviluppare nuovo know-how. In un anno e mezzo abbiamo partecipato a 24 progetti, cosa che ci aiuta a finanziarci e rimanere aggiornati. Ad esempio siamo uno dei sette centri riconosciuti da Bruxelles per testare l’AI nelle imprese, unico caso italiano”, ha affermato Taisch.

Il futuro del manifatturiero e i trend i riferimento

Dando infine uno sguardo al futuro, secondo il presidente del MADE, alcuni trend potrebbero fare da volano per il nostro Paese. Tra questi, il rientro di alcuni operatori industriali italiani, per effetto delle difficoltà logistiche emerse nel post pandemia. Per poterne beneficiare però, è chiaro che la digitalizzazione resta la priorità assoluta, imprescindibile per poter fronteggiare le necessità del mercato, in particolare la sostenibilità, la riduzione dei tempi di consegna e la complessità crescente dei prodotti.

Un altro trend importante è quello sei servizi: “In futuro serviranno dei modelli di business fondati sulla servitizzazione e sul pay per use. Per agire in quest’ottica è necessario lavorare sui dati, raccoglierli, sfruttarli e ricavarci informazioni. Industria 4.0 è soprattutto questo, non è dunque inserire robot in fabbrica”, ha concluso Taisch.

Beatrice Elerdini

Giornalista, SEO Copywriter, Autrice tv e web e consulente di comunicazione

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