Made in Italy Bonacina: storia e cultura d’impresa dal 1889

Elia Bonacina, ceo Bonacina 1889
Elia Bonacina, ceo Bonacina 1889, parla dell’azienda fondata dal bisnonno più di 130 anni fa: «Siamo una comunità creativa»
Sono entrato nel 2012 nell’azienda di famiglia, fondata nel 1889 dal mio bisnonno e da allora cresciamo nel fatturato e nell’utile a doppia cifra ogni anno.
Perché? Perché rappresentiamo l’autenticità italiana e la tradizione europea.
Siamo radicati nel territorio del lago di Como, ci avvaliamo del know-how del distretto produttivo della Brianza, una parte collinare e fertile del territorio a nord di Milano. La “scintilla” dei nostri prodotti nasce proprio dalla scelta di mantenere la produzione in Italia, nel rispetto delle nostre radici e della nostra filosofia.
Siamo un’azienda con un’età media di 29 anni, nonostante il nostro marchio rimandi all’800. E abbiamo una gerarchia orizzontale, che permette a chiunque di provare a esprimere la sua managerialità e ambizione.
I collaboratori, sia in fase di produzione che negli uffici, indistintamente dal proprio ruolo, si siedono con me per vedere il bilancio consolidato, per capire come e dove cresciamo e come e dove l’azienda investe, per creare insieme un futuro più prospero per tutti, come una vera comunità dove ognuno fa il suo per il bene proprio e della Bonacina 1889.
Crediamo, infatti, nell’idea di “comunità creativa”, che collabora per realizzare prodotti e iniziative che abbiano un significato culturale. Ogni individuo è incoraggiato a coltivare ed esprimere il proprio talento e a contribuire pienamente a un progetto creativo collettivo di successo.

Il paradosso è che per sviluppare un’azienda vincente e armoniosa come la nostra, non bisogna prendere spunto dal presente o dal futuro, bensì dal passato, un passato tricolore: Adriano Olivetti, per esempio, è stato un imprenditore che ha investito in Silicon Valley quando ancora non si chiamava così.
Bonacina, come tante altre realtà nazionali vincenti e prospere, esporta più del 70% all’estero, quindi lavora fortemente sul marchio che da decenni rimane saldamente posizionato al terzo posto delle più prestigiose ricerche internazionali del settore: il made in Italy.
Un marchio ancora oggi poco esplorato e valorizzato dalla classe imprenditoriale italiana, priva di un’ottima conoscenza dell’inglese, che non gli permette di avere una visione globale e rischia di far perdere la vera sfida dell’Italia di oggi, che è quella di essere sempre più ramificata con i suoi prodotti, vincenti in ogni angolo del globo e non replicabili.
Nel complesso, la sfida maggiore è quella di far coesistere tradizione e innovazione: nonostante il core business dell’azienda resti la lavorazione a mano del materiale naturale – il giunco, nelle stesse modalità della fine del XIX secolo – sono oggi gli investimenti in ricerca e sviluppo la forza propulsiva della crescita aziendale.
La scelta di studiare nuove tecniche e materiali per attuare un’espansione in un nuovo segmento di mercato – quello dell’arredo outdoor – in forte ripresa negli ultimi anni è un’ulteriore testimonianza del grado di specializzazione sul prodotto raggiunto in più di 130 anni di attività. Sono proprio il perfezionamento continuo, la sperimentazione e lo studio all’interno del laboratorio che rendono i prodotti Bonacina un lavoro corale, fatto da artigiani e designer che, tramite un composito processo creativo, danno ancora oggi vita a prodotti senza tempo.
La convivenza tra memoria e aspetti rivoluzionari – che oggi chiameremmo research and developement – contraddistingue l’azienda sin dall’inizio. Il forte legame con la tradizione italiana risiede nell’ispirazione che il fondatore, Giovanni Bonacina, prese dalla lavorazione tradizionale e locale dei cesti per la creazione degli arredi. D’altro canto, la scelta di utilizzare un materiale di importazione poco conosciuto e utilizzato nella Penisola testimonia la visione e l’audacia dell’imprenditore.

nonno di Elia
Sin dagli anni ‘50, l’azienda ha inoltre sempre investito nei giovani e mio nonno Vittorio avviò la collaborazione con i designer provenienti dal mondo del Politecnico di Milano. È a partire da questi anni che l’azienda dà vita a icone oggi conservate all’interno di importanti musei internazionali: pezzi famosi come la “Palla”, la “Margherita” e la “Gala” sono conservate al Moma di New York, al Museum of art di Philadelphia, al Montreal Museum of fine arts, al Vitra Design Museum di Weil Am Rhein e al Museo del design alla Triennale di Milano.
Elia Bonacina
Ceo Bonacina 1889
