• 13/12/2024

Milano, il Salone del Mobile

 Milano, il Salone del Mobile

Ogni anno un’energia vibrante avvolge la città di Milano, trasformandola nella capitale globale del design, dell’innovazione e della creatività: è il momento del Salone del Mobile

Intervista a Maria Porro

presidente del Salone del Mobile

Nel corso degli anni, il Salone del Mobile (sito web) si è guadagnato una reputazione di prestigio e di esclusività, attirando non solo i grandi nomi dell’industria, ma anche talenti emergenti desiderosi di farsi conoscere sul palcoscenico internazionale. In un’epoca in cui la produzione di massa e la standardizzazione dominano, il Salone del Mobile rappresenta un porto sicuro per i valori della qualità, della cura nei dettagli e della personalizzazione: è qui che l’eredità della maestria italiana incontra l’innovazione e le radici profonde si fondono con gli orizzonti futuri.

Ogni mobile, ogni tessuto e ogni complemento d’arredo è un capitolo di un racconto più grande che parla di identità, sogni e aspirazioni.

Ma il Salone del Mobile non è solo un catalizzatore per l’industria del design, è anche un motore economico e culturale per Milano e l’Italia: «Il Salone del Mobile è un sistema di connessioni che affondano le proprie radici in questa città – spiega Maria Porro – In una settimana confluiscono a Milano oltre 300mila persone: sono imprenditori, giornalisti, collezionisti, intellettuali, critici, designer, architetti, creativi, cultori del bello.

Si ritrovano ogni anno nella settimana del Salone in una città che li accoglie con una rete di opportunità, anche turistiche, vastissima. Qui non si realizzano semplicemente progetti belli, ma si crea ogni volta qualcosa di nuovo per chi arriva, si fa un passo in più e in avanti, si anticipano il futuro e si diventa un modello».

lombardia economy - Milano, il Salone del Mobile
Maria Porro

Con una carriera dedicata all’innovazione e alla promozione del design italiano nel mondo, Maria Porro, è una figura di spicco che ha profondamente influenzato la direzione e la visione del Salone, portando con sé una profondità di conoscenza e una passione che risuonano attraverso i corridoi di questa straordinaria esposizione.

Presidente, quale sarà il tema principale del prossimo Salone del Mobile di Milano e quali sono le motivazioni dietro questa scelta?

«Le edizioni del Salone del Mobile non hanno mai una tematica precisa o determinata a tavolino a cui gli espositori si debbano ispirare o adeguare per i loro allestimenti e le loro proposte progettuali, piuttosto ci sono questioni di rilevanza trasversale e internazionale che vogliamo e dobbiamo affrontare come sistema e come manifestazione. Mi riferisco, per esempio, al tema della sostenibilità o al senso contemporaneo delle fiere – sono queste le tematiche su cui il Salone riflette, coinvolgendo anche tutti i suoi stakeholder – in questo modo, il Salone si fa laboratorio globale di sperimentazione, generatore di pensiero, spazio inclusivo di confronto e produttore di valore aggiunto.

E a questi pensieri seguono i fatti: in quest’ultima edizione, tenutasi lo scorso aprile, per esempio, abbiamo verificato sul campo il lavoro fatto anche con gli espositori in tema di sostenibilità, ottenendo la certificazione ISO 20121 per la gestione sostenibile dell’evento. Abbiamo realizzato un format e un contenuto culturale multidisciplinare completamente nuovi per Euroluce, per dare un’accelerata concreta al processo di trasformazione ed evoluzione dell’evento fieristico in sé. Adesso stiamo già lavorando su EuroCucina e il Salone Internazionale del Bagno del 2024».

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Come il Salone del Mobile di Milano si adatta alle nuove tendenze nel design e nell’arredamento?

«Direi che il Salone del Mobile non si adatta alle tendenze del design, bensì le accoglie e le propone al mondo intero. Si fa cassa di risonanza per le migliaia di aziende che qui, ogni anno, propongono le loro visioni dell’abitare e che, necessariamente, riflettono sul futuro.

Ciò che vediamo al Salone è una pluralità quasi infinita di voci, racconti e soluzioni d’arredo tra cui è sempre possibile cogliere visioni, concetti, proposte che sanno di innovazione, qualità, funzione pratica ma anche valore estetico e comunicazionale. Per questo, possiamo dire che il Salone è il luogo in cui la tendenza concretamente si fa».

Quali sono le iniziative o i programmi speciali che il Salone del Mobile di Milano offre ai giovani designer emergenti?

«L’evento per antonomasia dedicato alla creatività giovanile è il SaloneSatellite: fondato da Marva Griffin nel 1998 per facilitare l’incontro e il sodalizio professionale fra le imprese e i giovani progettisti che si preparano ad affrontare il mercato.

Questa manifestazione si è dimostrata, negli anni, una vera e propria risorsa perché tra le sue corsie sono passati quasi tutti i più importanti designer di oggi. Abbiamo contato oltre 12mila talenti emergenti, provenienti da più di 48 paesi, transitare nei suoi padiglioni: a tutti loro è stata data la concreta opportunità di mostrare talento, competenza, voglia di emergere. Inoltre, il SaloneSatellite ha sempre dato spazio e visibilità anche alle scuole e alle università di design, per sottolineare l’importanza della formazione dei futuri designer.

Il SaloneSatellite Award poi, grazie all’impegno di una giuria internazionale di professionisti guidata da Paola Antonelli, curatrice del dipartimento di design del MoMa di New York, sceglie, da dodici anni a questa parte, da tre a sei lavori meritevoli di guadagnare ulteriore visibilità perché interpreti di un design thinking vitale per il futuro di un settore che, ricordiamolo, in Italia muove 57 miliardi di euro con ricadute essenziali per il comune futuro di tutti».

Come si sono sviluppati i rapporti internazionali del Salone del Mobile di Milano nel corso degli anni e come influiscono sulla partecipazione e sulla portata dell’evento?

 «Il Salone del Mobile nasce nel 1961 per promuovere in tutto il mondo le esportazioni italiane dell’industria dell’arredo e dei suoi complementi, in un momento in cui i produttori italiani si trovavano in una posizione di stallo, dovuta alla saturazione della domanda del mercato interno. Una fiera per richiamare l’attenzione degli stranieri poteva essere la risposta concreta e Milano si presentava come il luogo più adatto, essendo la capitale economica del Paese e ospitando già la Fiera Campionaria.

Nei primi quattro anni, il Salone del Mobile crebbe immediatamente sia come numero di visitatori sia come partecipazione di operatori italiani e stranieri con un riscontro commerciale immediato, diventando non solo osservatorio e vetrina del settore ma anche, e soprattutto, suo motore propulsivo. Il successo della manifestazione a livello internazionale fu principalmente legato alla straordinaria storia del design italiano, un connubio tra aziende eccellenti e designer che hanno alimentato la fama del made in Italy nel mondo come Gio Ponti, Bruno Munari, i Fratelli Castiglioni, Marco Zanuso, Gaetano Pesce, solo per citarne alcuni.

Quindi, ancor prima che di solide relazioni commerciali, il Salone si impose come fonte di cultura, conoscenza, incontro e capacità di far confluire progetti basati sulla qualità. Da subito, si è rivelato un appropriato strumento di marketing per un settore molto polverizzato che non avrebbe avuto altri strumenti per esprimere il proprio potenziale complessivo.

Le cifre raccontano esplicitamente questo successo: dai 328 espositori su 11.860 metri quadrati del 1961 agli oltre 2.300 fra i più dinamici del mercato globale delle ultime edizioni su oltre 210.000 metri quadrati. E i visitatori, dai 12.100 iniziali sono lievitati oltre i 300mila degli ultimi anni – di cui circa il 70 per cento esteri da 188 paesi, oltre a 4mila rappresentanti della stampa italiana e internazionale. Crescite vertiginose che hanno fatto del Salone del Mobile l’indiscussa vetrina del mondo dell’arredo.

A sottolineare ulteriormente la vocazione internazionale, il Salone ha viaggiato negli anni a New York, Mosca e Shanghai e, per questo, rappresenta una tappa imprescindibile per il professionista internazionale attratto dalla sua capacità di interpretare in maniera innovativa e intelligente il progetto dell’abitare contemporaneo».

Quali sono i criteri di selezione per gli espositori al Salone del Mobile di Milano? Come viene garantita la qualità e l’eccellenza dei prodotti presentati?

 «Il Salone cerca sempre di lavorare sulla qualità della manifestazione, dei progetti esposti, dei percorsi di visita, dei contenuti non solo commerciali, ma anche culturali. Ogni anno si mette in ascolto ed è pronto ad accogliere tutte le aziende con cui si confronta.

Per garantire gli altissimi livelli qualitativi che tutto il mondo gli riconosce, opera scelte strategiche a livello di numerica di aziende espositrici, esaminando attentatamene l’heritage e il tasso di innovazione, sostenibilità e creatività che ognuna propone. Solo allora opera una selezione che mira a generare valore per l’intero settore».

Qual è il ruolo del Salone del Mobile di Milano nella promozione del design sostenibile e delle pratiche eco-friendly nell’industria dell’arredamento?

«Il ruolo del Salone è sicuramente quello di guida, supporto e facilitatore di transizioni e pratiche virtuose. Nel 2020, con Supersalone abbiamo iniziato un percorso di ricerca dedicato alla scelta dei materiali e alle tecniche di costruzione degli stand. Con il ritorno del Salone lo scorso giugno siamo diventati la prima fiera di settore a aderire al Global Compact delle Nazioni Unite, mentre quest’anno abbiamo avviato l’iter per ottenere l’ISO 20121 che ha certificato la manifestazione come evento sostenibile.

Proprio questo iter ci sta aiutando ad acquisire maggiori competenze internamente e nel dialogo costruttivo con gli stakeholder. Come Federazione e come Assarredo, affianchiamo le imprese per guidarle nel percorso di transizione ecologica con aiuti pratici, sia nel reperimento dei fondi sia per la ricerca di materiali sostenibili».

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In che modo il Salone del Mobile collabora con altre istituzioni e associazioni per promuovere il design e l’arredamento in Italia e a livello internazionale?

«Da sempre, il Salone crede nell’intelligenza di fare rete, creare sistema, allargare l’orizzonte. È una manifestazione aperta, inclusiva e pronta a supportare le aziende espositrici attraverso partnership valoriali con istituzioni politiche o private come Triennale e ADI, facendo leva su cultura, innovazione e sulla propria capacità di proporre le ragioni per cui il settore dell’arredo e del design va sostenuto, incentivato e promosso perché è un bene comune.

Da anni, per esempio, il Salone collabora con ICE, l’Agenzia governativa che supporta lo sviluppo economico-commerciale delle imprese italiane all’estero, per ideare attività strategiche volte a stimolare l’interesse e la partecipazione alla manifestazione degli operatori esteri, in particolare buyer, architetti, interior designer e giornalisti. Anche quest’anno, quindi, ICE ha sostenuto il Salone con una capillare campagna di comunicazione e internazionalizzazione, invitando alla manifestazione più di 400 tra potenziali acquirenti e giornalisti specializzati provenienti da 80 Paesi. L’obiettivo comune è favorire il business delle aziende e far conoscere l’eccellenza dell’arredamento italiano in tutto il mondo».

Quali sono le aspettative per quanto riguarda la partecipazione di turisti internazionali al prossimo Salone del Mobile e qual è il contributo economico che l’evento porta alla città?

«Sicuramente nel 2024 cercheremo di ottenere, se non superare, lo stesso successo di quest’anno che ha visto arrivare al Salone 307.418 presenze in sei giorni, il 15 per cento in più rispetto al 2022, il ritorno dei cinesi e gli stand affollati per tutta la settimana da visitatori di qualità e provenienza globale (il 65 per cento arrivava dall’estero), che hanno confermato il ruolo internazionale del Salone e di Milano. Per Milano, l’Ufficio Studi di Confcommercio Milano, Lodi, Monza e Brianza ha stimato un indotto di 223,2 milioni di euro con incremento del 37 per cento rispetto al 2022. Nella crescita dell’indotto, le percentuali maggiori sono destinate a ricettività (+38 per cento) e ristorazione (+39,9 per cento), mentre per lo shopping si è parlato di un incremento complessivo d’indotto del 32 per cento».

Ci sono piani o progetti futuri per ampliare l’offerta turistica legata al Salone del Mobile di Milano, come ad esempio l’organizzazione di tour tematici o eventi correlati?

«Il lavoro partecipativo che viene fatto ogni anno con ICE-Agenzia e con il Mise-Ministero delle imprese e del made in Italy è straordinario e ha un rebound positivo sulla manifestazione e su tutta la città. Si tratta di una sinergia stretta per stilare le liste di professionisti più interessanti e concentrarsi sui paesi strategici: per questo ci concentreremo anche in futuro sulla cura di questa collaborazione così efficiente ed efficace. Stiamo anche allargando lo sguardo su mercati internazionali da coinvolgere più direttamente come Emirati Arabi Uniti e Arabia Saudita, dove valuteremo la possibilità di creare degli happening per far sentire maggiormente la voce del Salone, ma abbiamo un focus importante anche su Stati Uniti e Canada, India e Cina, dove, come quest’anno, progetteremo roadshow di conoscenza e promozione della manifestazione senza naturalmente tralasciare l’Europa».

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Paola Idilla Carella

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