Mipel in arrivo a Milano: il settore della pelletteria conferma il trend positivo. I dati del 2022
Il settore della pelletteria torna protagonista a Milano con la 123esima edizione di Mipel, in programma dal 19 al 22 febbraio, presso Fiera Milano Rho. L’esposizione dedicata alla pelle e agli accessori moda si svolgerà in contemporanea con le altre fiere moda del polo milanese: Micam Milano, il salone delle calzature, e TheOneMilano, manifestazione dedicata al prêt-à-porter. In parziale sovrapposizione anche con Lineapelle (fiera internazionale sulla pelle) e Homi Fashion&Jewels (accessori, abbigliamento e gioielli). Ma come sta andando il settore? Dando uno sguardo al dettaglio regionale, la Lombardia registra un trend di crescita anche nel terzo trimestre del 2022. Un dato che si accorda perfettamente con l’andamento nazionale, dove il comparto pelletteria, per il 2022, conferma il trend positivo evidenziato in tutto il periodo post pandemico. Non solo, nei primi 9 mesi del 2022 ha raggiunto e superato i livelli del medesimo periodo del 2019.
“La nostra Industria sta rispondendo bene e, oltre al recupero in termini di acquisti al dettaglio in Italia (+8,6% nei primi 9 mesi 2022), quello che ci conforta è un discreto incremento a doppia cifra nelle vendite estere (+15,7%), oltre a un aumento generale del fatturato (nonostante alcuni segnali di minor dinamismo nel terzo trimestre)”, ha affermato il presidente di Assopellettieri, Franco Gabbrielli, commentando la nota economica elaborata per Assopellettieri dal Centro Studi di Confindustria Moda e diffusa nei giorni scorsi. Secondo i dati diffusi, il consolidamento della domanda ha favorito i trend positivi di produzione (+9,2%) e fatturato (+14,7% tra l le aziende del campione di associati). Arretrano però le quantità esportate: -3,2% i KG sull’analogo periodo 2021 (e addirittura -12% nel terzo trimestre), con un balzo del prezzo medio del +20%.
Volano le griffe, faticano le PMI
Le griffe e l’alta gamma volano, mentre molte le piccole e medie imprese arrancano fermandosi a livelli di fatturato inferiori al pre-pandemia (il 46% dei rispondenti allo studio condotto per Assopellettieri dal Centro Studi di Confindustria Moda). Tra i mercati esteri, si registrano segni positivi in Francia (+31%), Stati Uniti (+54,5%), Corea del Sud (+38,6%) ed Emirati (+74%). In ripresa il Regno Unito (+36%), dopo il crollo successivo alla Brexit, seppure presenti tuttora un gap non trascurabile con tre anni addietro (-28%). Inferiore alla media la crescita in Cina (+12,8%, con un -13% in quantità), circoscritta per lo più alla fascia lusso. In calo Hong Kong.
Probabili riorganizzazioni nella logistica frenano i flussi verso la Svizzera (tradizionale hub delle multinazionali del lusso e prima destinazione: -1,4% in volume e -15% in valore), a favore di spedizioni dirette nei mercati finali, senza transito. Pesanti le flessioni in Russia (-22,8%) e Ucraina (-53%), crollate rispettivamente al 17esimo e al 58esimo posto della graduatoria in valore. Dall’inizio del conflitto l’export verso entrambi i Paesi segna un calo complessivo del -41,4%.
Recupera l’occupazione
Il terzo trimestre conferma l’arretramento nel numero delle imprese attive (-51 il saldo globale dei primi 9 mesi) e il recupero nei livelli occupazionali (con la contestuale marcata contrazione nelle ore di Cassa integrazione guadagni autorizzate nella filiera pelle) già evidenziatisi nei primi 6 mesi.
In particolare in Lombardia le ore di cassa integrazione richieste dalle aziende del settore della pelletteria, nei primi nove mesi del 2021, sono state 5.730.956 ore; nel medesimo periodo di quest’anno sono passate a 1.098.529 ore: una contrazione pari a -80,8%.
Resta l’ombra dei rincari per materie prime ed energia
I timidi segnali di ottimismo rischiano di essere offuscati dai rincari, “dalle preoccupazioni (a livello nazionale e quindi anche lombardo ndr) circa il rialzo dei costi per le materie prime e, soprattutto, dagli ennesimi aumenti in ambito energetico, tematiche che hanno un impatto diretto e immediato sui profitti aziendali. Non da ultimo, temiamo un nuovo passo indietro nei rapporti col mercato cinese a causa del netto peggioramento della situazione sanitaria in Cina”, ha spiegato Gabbrielli.