L’occupazione in Lombardia: dati incoraggianti nonostante la crisi
Gli sconvolgimenti geopolitici derivanti dalla guerra in Ucraina e la crisi economica post Covid-19 hanno rallentato e sconvolto l’economia dell’intero globo. La recessione sembra ora inevitabile e il costo della vita è aumentato del 14,9% rispetto al 2020. Malgrado la difficile situazione, la Regione Lombardia vede però dei dati incoraggianti, con l’occupazione che tocca livelli inaspettati e la produzione industriale che continua a crescere
Già nel primo trimestre i dati davano una buona prospettiva per tutto il 2022, previsione poi confermata dalle crescite positive del secondo trimestre. Si stima che tra gennaio e marzo gli occupati fossero 4 milioni e 365 mila (+133 dal 2021); crescita +3,1%, dato più alto del Paese che tocca il 67,1%. Mancano comunque 82mila occupati per raggiungere i valori del 2019. Il tasso di disoccupazione è così sceso al 5,5% anche se il processo di rientro delle persone uscite dal mercato del lavoro è molto lento: mancano infatti ancora due punti per raggiungere i livelli del 2019. Il problema lo riscontrano le aziende nel reperire il personale necessario.
Questa dinamica potrebbe trovare origine dalle condizioni eccezionali vissute durante la crisi, quando molte persone si sono allontanate dal mercato del lavoro e ora, per scelta o per necessità, esitano a rientrarvi. Il fenomeno rappresenta un rischio per la crescita economica, soprattutto in un contesto demografico caratterizzato da un rapido invecchiamento della popolazione e dalla conseguente riduzione del numero di persone in età lavorativa. Diventa quindi importante favorire l’incontro tra domanda e offerta di lavoro e lo sviluppo delle competenze ricercate dalle imprese e supportare la conciliazione tra lavoro e vita privata per favorire la partecipazione femminile. Infatti notiamo che il tasso di occupazione maschile tra gennaio e aprile si conferma ampiamente superiore a quello femminile (74,9% contro 59,1%), questo indica che il divario di genere è tornato ad allargarsi. Sempre nel primo trimestre si sono visti segnali positivi arrivare da diversi settori come le attività commerciali di alloggio e ristorazione (+9,1%) e i lavoratori indipendenti (+4,1%). Per l’alloggio e la ristorazione si sono registrate +63mila posizioni, per l’industria +21mila e per le costruzioni +20mila. Quest’ultimo è l’unico comparto tra quelli citati a raggiungere un numero elevatissimo di lavoratori rispetto al 2019 e che ha visto la sua base occupazionale crescere anche durante il 2020, questo grazie anche al Superbonus 110% introdotto dal governo Conte Bis che ha dato una notevole spinta al settore.
Entrando nel secondo semestre, l’occupazione lombarda ha continuato a crescere ma con un rallentamento rispetto al trimestre precedente. Il tasso di occupazione è nettamente superiore alla media nazionale arrivando al 60,5%. L’occupazione maschile (+3,4%) è rimasta comunque maggiore a quella femminile (+1,7%). Il divario di genere è rimasto quindi molto ampio richiamando all’attenzione un fenomeno che non cenna a migliorare. Un’altra nota positiva si è registrata in seno al tasso di disoccupazione, sceso del 5%, e al tasso di attività salito al 71,9%, raggiungendo quasi i livelli pre Covid-19. In definitiva il secondo trimestre ha confermato un andamento positivo ma anche un rallentamento rispetto al primo trimestre infatti il saldo tra assunzioni e cessazioni è di +53 mila contratti, mentre su base annua la crescita è pari a +137 mila posizioni lavorative (erano +154 mila nel primo trimestre).
La grande vincitrice nei vari settori è l’industria. Nonostante le difficoltà, l’industria lombarda continua a crescere. L’andamento del terzo semestre è positivo salendo dello 0,4% rispetto al secondo trimestre e del 4,8% rispetto allo stesso trimestre del 2021. Interessante è notare come quasi tutti i settori siano stati toccati da una diffusa crescita. Solo i mezzi di trasporto e la siderurgica hanno mostrato segni di cedimento (rispettivamente del -2,6% e -4,8%). Questo fa sì che la Lombardia rimanga il primo territorio produttivo del Paese resistendo alla difficile situazione data dalla galoppante inflazione e dal caro energia. Serve però l’intervento dell’Europa affinché i dati rimangano tali e i vari settori in forte crescita. Soprattutto per quanto riguarda l’industria manifatturiera, vero traino del Paese. Infatti secondo l’assessore allo sviluppo economico di Regione Lombardia, Guido Guidesi, l’Europa dovrebbe mettere in campo tutto il necessario sennò si rischierebbero “gravi effetti sociali” e un punto di non ritorno se il settore non venisse supportato in tempo.
Per approfondimenti: Unioncamere