Osservatorio Confindustria Bergamo – Agenzie Lavoro: cala la domanda nel 1° trimestre
Nei primi tre mesi 2022 la domanda di personale in somministrazione giunta alle Agenzie è diminuita del 4,1% sull’ultimo trimestre 2021
Si conferma così una tendenza che si era già manifestata nel corso della precedente rilevazione. Tuttavia, il confronto rispetto agli stessi mesi del 2021, molto condizionati dalla pandemia, resta largamente positivo, evidenziando una crescita del 49 per cento.
Gli ultimi dati dell’Osservatorio Confindustria Bergamo-Agenzie per il lavoro, delineano quindi uno scenario ancora sostanzialmente favorevole, ma al tempo stesso fanno trasparire una maggiore prudenza da parte delle imprese, da mettere in relazione con i peggiorati scenari economici degli ultimi mesi. Nel complesso, tuttavia, emergono anche nell’ultima analisi la vivacità di questa fetta del mercato bergamasco e la capacità delle Agenzie per il lavoro di intercettare la domanda del territorio.
Le richieste pervenute nel primo trimestre 2022 confermano i conduttori di impianti come gruppo professionale maggiormente ricercato, saliti al 46,8% del totale. Si ridimensiona, invece, la richiesta di personale non qualificato (17,4% del totale, la prima volta sotto il 20% dal 2020). Seguono gli operai specializzati (12,2%) e gli addetti al commercio (10,9%). Più contenute, in termini relativi, le richieste per tecnici (6,6%) e per impiegati esecutivi (6,1%).
Nella classifica dei 20 profili maggiormente ricercati, i conduttori di impianti sono il gruppo più rappresentato nella graduatoria, con 8 profili su 20. il profilo maggiormente ricercato è quello degli operatori di catene di montaggio automatizzate e di robot industriali (19,2% sul totale). Seguono, rispettivamente al terzo e al quarto posto della graduatoria, i conduttori di macchinari per la lavorazione della gomma (5,8%) e gli addetti alle macchine confezionatrici (5,4%). Quindi, con richieste più basse, gli addetti all’assemblaggio dei prodotti industriali (3,5%), gli addetti alle macchine dell’industria chimica (3,2%), delle lavorazioni metalliche (2,3%), dell’industria tessile (2,1%) e dell’industria alimentare (1,8%).
L’Osservatorio monitora anche come cambia l’incidenza sul totale delle richieste da parte delle imprese rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Per esempio, gli operatori di catene di montaggio automatizzate e di robot industriali crescono maggiormente sia in termini assoluti che di quota (+7,2 punti percentuali). Seguono gli addetti alle macchine confezionatrici (+0,6) e gli addetti all’assemblaggio di prodotti industriali (+0,6).
Per quanto riguarda il giudizio sulla reperibilità dei profili, anche nel primo trimestre del 2022 i dati fanno emergere la difficoltà da parte delle imprese per diverse figure tecniche. Tra quelle più richieste sul mercato, appartenenti quindi all’area critica, si segnalano i tecnici della produzione, quelli in campo ingegneristico e quelli della gestione dei processi. Criticità emergono anche per gli impiegati addetti alla logistica e per gli impiegati contabili, così come per i profili di operai specializzati: fonditori, saldatori, montatori, manutentori e installatori di attrezzature elettroniche confermano infatti la difficile reperibilità già evidenziata nelle passate analisi, ai quali si aggiungono, nel primo trimestre 2022, gli operai specializzati nella meccanica di precisione.
“Il nostro Osservatorio – sottolinea Paolo Piantoni, direttore generale di Confindustria Bergamo – è sostanzialmente in linea con la tendenza più generale del mercato del lavoro della nostra provincia che, dopo un 2021 caratterizzato da un’elevatissima richiesta di personale, sta mostrando ora qualche minimo ridimensionamento, in relazione a un contesto economico più incerto. Nonostante il rallentamento della domanda, si conferma però la difficile reperibilità di figure specializzate e, in diversi casi, anche di personale non specializzato. Nell’insieme ci troviamo di fronte a un mercato del lavoro caratterizzato da lievi rallentamenti che speriamo congiunturali e da fenomeni di carenza ormai strutturale della manodopera. Una situazione complessa, che ci impegna ancora di più a portare il nostro contributo per favorire il positivo incontro fra domanda e offerta e una più stretta connessione con il sistema formativo”.