• 22/03/2025

Packaging, materie prime ed energia: la più grande sfida

 Packaging, materie prime ed energia: la più grande sfida

Alessandra Fazio, presidente Fondazione Carta Etica del Packaging

INTERVISTA A

Alessandra Fazio, presidente Fondazione Carta Etica del Packaging

Fondazione Carta Etica del Packaging sfida le incertezze del momento: con la neo eletta presidente Alessandra Fazio si tracciano alcune linee guida sul futuro della base associativa. È nata solo nel 2020 la Fondazione che prende il nome dalla Carta Etica del Packaging, l’associazione creata nel 2015 sulla base di un documento di dieci valori che puntava ad un futuro più consapevole, equilibrato e trasparente. Un biennio sicuramente difficile e che ha segnato molti cambiamenti

Oggi, a due anni dalla nascita del progetto che ruota intorno all’ Istituto Italiano Imballaggio – una realtà b2b che offre supporto alla supply chain del packaging e a Packaging Meeting Srl – deve confrontarsi con alcune criticità contingenti. I target del disegno iniziale ormai coinvolgono anche le nuove generazioni ed il loro futuro, un destino che si confronta con uno scenario economico molto dinamico, tecnologico, che dà spazio a nuove idee e nuove imprese, ma che deve fare anche i conti con una situazione geopolitica ed economica molto instabile e spesso più fragile rispetto al passato. Con l’elezione della neo-presidente Alessandra Fazio, nella Fondazione Carta Etica del Packaging si risponde da subito alle nuove sfide e si punta così ad alleanze strategiche di filiera e eventi che valorizzano la corporate image associativa.

C’è oggi un problema legato alle risorse di vario tipo, dunque anche nel packaging. Quanto impatta sugli impegni della Fondazione?

In questo momento materie prime ed energia sono la più grande sfida del settore. Non vengono però meno il valore e la funzione del packaging e non scema la richiesta dei consumatori di un ripensamento dell’imballaggio, in termini di sostenibilità ambientale, riduzione e semplificazione. Il ruolo della Fondazione è proprio quello di indirizzare il ripensamento etico e responsabile del packaging, tenendo conto del fondamentale ruolo economico che ricopre, nella logistica delle merci.

Tra le funzioni di maggiore importanza va segnalato il ruolo fondamentale dell’imballaggio nell’attutire lo spreco e le perdite alimentari che rappresentano ancora oggi una piaga da circa 630 milioni di tonnellate, per un controvalore di circa 310 milioni di dollari, solo nei paesi in via di sviluppo (secondo i dati diffusi recentemente da Unido diffusi nel corso di un summit in Giappone di World Packaging Organisation).

Dunque che tipo di risposte vorrebbe dare in tal senso la Fondazione?

Tra i progetti un posto chiave è ricoperto dalla formazione universitaria, con corsi di alta formazione e master, utili a qualificare studenti e operatori economici e fornire strumenti per affrontare la sfida del rinnovamento tecnico. Tra gli obiettivi etici rientra prepotentemente anche la sostenibilità in senso lato, ambientale, economica e sociale. Fondazione Carta Etica del Packaging ha elaborato delle linee guida sulla sostenibilità ambientale del packaging, disponibili gratuitamente sul sito. Punto di forza è un algoritmo che consente di inquadrare e parametrare le performance per migliorare la sostenibilità di un imballaggio. Attraverso una procedura online, l’algoritmo fornisce un posizionamento parametrato sulla CO2 equivalente emessa, un punteggio (o rating) grazie al quale sarà possibile valutare il proprio imballaggio.

La Fondazione affronta ora un delicato passaggio alla luce della sua elezione. Ci sarà una scelta precisa con la sua Presidenza rispetto al passato?

La Fondazione è nata a maggio 2020 e sta quindi muovendo i primi passi, nel modo più concreto possibile. Per l’immediato futuro immaginiamo di aumentare sempre più il numero dei nostri ambasciatori, ovvero aziende che credono nella mission e si mettono a disposizione per diffondere i 10 valori della carta etica, che rappresentano gli elementi base del buon packaging: responsabilità, equilibrio, sicurezza, accessibilità, trasparenza, informazione, contemporaneità, lungimiranza, educazione e, ovviamente, sostenibilità. Abbiamo creato uno steering committee, per una comunicazione a due vie con i nostri ambasciatori sul campo, perché ci riportino il sentiment del mercato e possano contribuire a costruire progetti utili allo sviluppo etico-economico del settore. Ma la notizia che, al momento, rappresenta la vera svolta e soprattutto la conferma che stiamo andando nella giusta direzione, è che siamo entrati a far parte del Runts, il registro nazionale del terzo settore, istituito presso il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. Questo riconoscimento apre la strada a progetti ambiziosi che potranno coinvolgere anche le imprese.

In che modo intravede prospettive di sviluppo e con quali settori magari in modo più proficuo?

La nostra mission come Fondazione ha un focus ben preciso su etica e packaging che vorremmo diventasse un connubio inseparabile. Uno dei nostri principali obiettivi è la formazione delle future generazioni, raggiungibile attraverso le partnership con le Università. Stiamo collaborando con La Sapienza, con il Politecnico di Torino e stiamo aprendo contatti preziosi con altri importanti Atenei, con l’intenzione di proseguire coinvolgendo anche le scuole superiori nel prossimo futuro. La formazione è uno strumento di civiltà e di crescita su cui vogliamo puntare, anche mediante l’erogazione di borse di studio. Per il resto siamo disponibili a valutare con i nostri ambasciatori progetti che possano coinvolgere altre realtà trasversali, per il settore packaging.

Per approfondimenti: Fondazione Carta Etica Packaging

Antonella Tereo

Giornalista specializzata in attualità, lifestyle e turismo

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