PMI per un futuro sostenibile
Economia Circolare: transizione delle PMI lombarde per un futuro sostenibile. I risultati di uno studio del Green Transition Hub dell’Università LIUC
L’economia circolare rappresenta una pietra miliare nella costruzione di un futuro sostenibile e le piccole e medie imprese manifatturiere sono al centro di questa trasformazione.
Ma la consapevolezza riguardo al tema è ancora immatura: nelle province di Varese, Como e Lecco circa il 30 per cento delle piccole e medie imprese manifatturiere non è certo che investire in un sistema circolare porterà un aumento dei profitti e il 25 per cento non pensa in alcun modo a benefici economici.
A fotografare la situazione è uno studio condotto dal Circular Economy Monitor del Green Transition Hub della LIUC – Università Carlo Cattaneo di Castellanza nelle province di Varese, Como e Lecco, che fornisce un quadro dettagliato della situazione attuale, evidenziando sfide, progressi e la necessità di una transizione accelerata.
La ricerca è stata sviluppata con il sostegno di Intesa Sanpaolo, tramite la struttura Education Ecosystem and Global Value Programs guidata da Elisa Zambito Marsala.
Le PMI rappresentano quasi il 99 per cento del panorama aziendale italiano e svolgono un ruolo cruciale nell’ossatura industriale del Paese: il passaggio effettivo a un sistema circolare è indispensabile per realizzare l’obiettivo di un’economia circolare su scala nazionale.
Lo studio si è concentrato su tre settori principali: tessile, prodotti in metallo ed elettronica. Oltre un centinaio di aziende sono state coinvolte nell’analisi, che ha esaminato l’integrazione dell’economia circolare nei processi aziendali, identificando pratiche comuni e soluzioni operative.
I risultati indicano un’evoluzione nella percezione dell’economia circolare, con un aumento della consapevolezza tra le imprese. Tuttavia, emerge come molte aziende siano ancora lontane dall’implementare efficacemente questo modello.
Circa il 30 per cento delle aziende coinvolte nello studio non è sicuro se l’investimento nell’economia circolare porterà a un aumento dei profitti e un altro 25 per cento crede che non porterà in alcun modo a benefici di natura economica, e una percezione che l’economia circolare sia considerata da alcuni ancora come un costo e non come un vero e proprio ritorno sull’investimento.
Persiste, dunque, un certo scetticismo generale, con alcune differenze territoriali nelle percezioni: le aziende comasche e lecchesi che dichiarano di implementare l’economia circolare la ritengono un driver strategico, mentre rimane ancora sfocato il potenziale di applicabilità di questo approccio per alcune aziende varesine facenti parte del campione analizzato. Un aspetto critico rilevato è la complessità nella gestione di un modello di economia circolare.
«Le aziende – afferma Mario Fontanella Pisa, assegnista di ricerca della Scuola di Ingegneria Industriale della LIUC e curatore dello studio – spesso trovano difficoltà nel gestire la diversità dei prodotti e la logistica inversa, evidenziando la necessità di strategie e soluzioni più efficaci e semplici da implementare».
Sebbene alcuni settori, come quello tessile, stiano rispondendo alle crescenti richieste di sostenibilità, l’economia circolare fatica ancora a radicarsi nel sistema imprenditoriale italiano. Solo il 20 per cento delle aziende ritiene che porti a un aumento della competitività, mentre il 28 per cento è scettico sui vantaggi.
«È importante – aggiunge Andrea Urbinati, docente di Analisi Strategica e Progettazione Organizzativa alla Scuola di Ingegneria Industriale della LIUC e responsabile scientifico della ricerca – un maggiore sostegno e meccanismi di incentivazione per le PMI per permettere loro di affrontare più efficacemente questa transizione, specialmente in settori come quello tessile, dove le richieste di una maggiore sostenibilità e di una maggiore economia circolare sono in continuo aumento».
«Riteniamo – osserva il Direttore Regionale Lombardia Nord di Intesa Sanpaolo, Daniele Pastore – che nel contesto attuale sia fondamentale lavorare sulla produttività e sui percorsi di crescita necessari per incrementare la competitività del sistema imprenditoriale e in tal senso Intesa Sanpaolo sta stimolando anche sui territori di Como, Lecco e Varese la spinta agli investimenti che guardano alla salvaguardia ambientale, il benessere delle persone e l’impatto sociale.
Lo facciamo attraverso i nostri Laboratori ESG e sostenendo progetti come la ricerca della LIUC, per diffondere e rafforzare la cultura della sostenibilità e dei benefici che genera sulle persone e sull’ambiente. Lavoriamo per accompagnare le aziende che investono su progetti trasformativi della transizione green, di governance ed energetica mettendo a disposizione 8 miliardi di euro destinati a investimenti in Circular Economy e strumenti che incentivano e premiano le aziende che affrontato questi percorsi.
In Lombardia abbiamo erogato oltre 2 miliardi di euro di finanziamenti per progetti di transizione sostenibile e di economia circolare. Inoltre, stiamo rilasciando uno score ESG che non è utile solo alla banca ma anche alle aziende per capire dove sono posizionate rispetto a un sistema di competitor».
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