QuestIT lancia il primo Avatar “empatico” capace di comprendere e rispondere nella lingua dei segni
La tecnologia più avanzata e l’Intelligenza artificiale si uniscono per dare vita al primo Avatar empatico al mondo, capace di comprendere e parlare la LIS, la Lingua dei Segni, riconosciuta ufficialmente come lingua, soltanto nel 2021. Presentato a Milano, nella giornata di martedì 17 gennaio, il virtual human avveniristico nasce in casa QuestIT, company Made in Italy specializzata nella realizzazione di tecnologie proprietarie d’intelligenza artificiale, con la stretta collaborazione dell’Università di Siena, dell’Istituto di Scienze e Tecnologie della Cognizione del CNR e del Gruppo per lo studio e l’informazione della Lingua dei Segni Italiana.
L’avatar di QuestIT, che sarà lanciato sul mercato tra 3 mesi, conosce 9 lingue e ora anche la LIS. Non si tratta tuttavia di un interprete, bensì di un assistente virtuale di ultima generazione, capace di comprendere l’interlocutore sordo, attraverso uno schermo: studia i suoi gesti e le sue espressioni, e fornisce risposte adeguate, alle richieste ricevute, nella Lingua dei Segni. Attualmente la tecnologia, può essere inserita all’interno di siti web, applicazioni, sistemi proprietari e persino totem interattivi.
“Per innovare il presente serve tanta ricerca e, soprattutto, la tecnologia giusta. Si tratta di una sfida tecnologica enorme”, ha affermato Ernesto Di Iorio, CEO di QuestIT, nel corso della conferenza stampa.
“Per questo motivo abbiamo sfruttato le immense potenzialità dell’intelligenza artificiale per strutturare un assistente virtuale di ultima generazione che conosce alla perfezione la Lingua dei Segni Italiana. Grazie ad esso, potenziamo la digital accessibility e diamo l’opportunità ai cittadini sordi di accedere autonomamente a informazioni e servizi offerti da enti e realtà del territorio come la Pubblica Amministrazione e le banche”, ha spiegato Di Iorio.
Una tecnologia che non è soltanto user friendly dunque, ma è anche e soprattutto inclusiva.
Per realizzarla, i sordi sono stati i protagonisti: “Abbiamo lavorato in sinergia, in un lungo percorso di ascolto, confronto e rispetto. Siamo stati coinvolti sin dall’inizio, in ogni fase del processo sono state ascoltate le nostre esigenze. Ciò ha consentito di arrivare a un ottimo risultato”, ha affermato Alessio di Rienzo, linguista e primo ricercatore sordo in Italia.
“È importante sottolineare che in questo progetto sviluppato nell’ottica di artificial intelligence for all, abbiamo coinvolto non utenti generici, ma utenti esperti”, ha chiarito Olga Capirci, dirigente di ricerca al Cnr, dove coordina il Laboratorio LaCAM (Language and Communication Across Modalities).
I potenziali campi di applicazione
I potenziali campi di applicazione sono innumerevoli, primo su tutti l’ambito sanitario: in ospedale, l’avatar potrà essere d’aiuto nell’organizzazione degli appuntamenti, nella logistica, fino a diventare un concreto supporto nella relazione tra medico e paziente. Potrà altresì essere impiegato nei musei e negli eventi culturali per fornire informazioni sulle mostre o ancora nelle scuole e nelle università per spiegare singoli concetti o intere materie.
Il percorso evolutivo dell’umanoide di QuestIT è solo all’inizio, non si fermerà infatti a questo livello: “Stiamo già lavorando su quella che può essere l’evoluzione del prodotto – ha aggiunto Di Iorio – L’obiettivo è quello di offrire una tecnologia capace di tradurre simultaneamente le parole in segni. Già oggi, dopo una prima fase di training, è in grado di gestire le richieste della clientela in totale autonomia e offrire così l’assistenza di cui le persone necessitano”.
“QuestIT è un’azienda unica, lungimirante, che ha ben chiara l’importanza del lato umano della tecnologia”, ha affermato Patrizia Marti, docente dell’Università Siena e ricercatrice di experience design. “Questo è un progetto di grande rilievo, che risponde a una necessità concreta, in linea con gli obiettivi di Agenda 2030: costruire una società che sia inclusiva per tutti e per ogni tipologia di servizio”.