Prospettive dal mondo del packaging
Cambiare lo sguardo sul packaging con un’educazione positiva all’imballo. Questo è l’obiettivo di Fondazione Carta Etica del Packaging
«Attualmente contiamo 50 ambasciatori tra consorzi, associazioni ed enti che hanno condiviso i principi della Fondazione – ci racconta Francesco Legrenzi, direttore – e nello specifico la nostra offerta è concentrata sulla parte formativa. Packaging – fantastica avventura è il progetto pensato per i più piccoli tra lezioni in presenza e laboratori da remoto per i bambini delle prime classi, partendo dalle prime forme di imballaggio come le anfore di terracotta alle attuali soluzioni appositamente studiate. Sono 133 le scuole in Italia che hanno aderito, 525 classi e circa 10.240 alunni, ma sono in costante crescita».
Un cammino quasi silenzioso, ma potente per raccontare il significato del packaging nella nostra società e non Francesco Legrenzi solo del suo fine vita, già a chi sperimenta l’approccio con gli imballi in tenera età. Ma non solo.
«Un’altra iniziativa è quella rivolta invece al mondo universitario, con la compartecipazione al master in Ecopackaging Design del Politecnico di Torino, un altro corso di Packaging management con l’Università della Sapienza di Roma (un’iniziativa ormai giunta alla terza edizione), mentre stiamo sviluppando altri corsi di alta formazione presso altre università italiane. In passato, abbiamo anche sostenuto un corso a Santiago del Cile sul Packaging Design».
Un buon percorso in ambito accademico che si regge su due pilastri chiave: quello che vuole veicolare l’importanza del packaging e come impatta sul piano economico, oltre che quello che accade sul piano sociale, entrando nel merito con temi concreti – ad esempio, i bilanci di sostenibilità – ma anche la corretta progettazione e una visione bilanciata.
«L’obiettivo è divulgare una cultura positiva del packaging – riprende il direttore della Fondazione –. La nostra azione è quella di far capire che non si può fare una corretta azione di sostenibilità ambientale senza tener conto di altri aspetti valoriali che sono ad esempio la sicurezza, la formazione».
E il tema è caro a qualsiasi azienda. Motivo per cui sia utilizzatori che produttori di packaging, non solo per l’alimentare, ma anche in settori inediti (come la tecnologia, in netta crescita) o per i grossi gruppi di logistica internazionale sia al centro del dibattito poiché riguarda proprio anche l’imballaggio da trasporto. Ma quali aziende s’impegnano e in che modo oggi con la Fondazione, ce lo dice lo stesso direttore.
«Queste aziende nel nostro progetto entrano sia come partner nella formazione accademica sia come protagonisti nelle docenze e nelle case history, specie nelle Giornate della Fondazione, gratuite e aperte a tutti. L’apporto di importanti componenti e contenuti sono offerte da realtà aziendali di questo tipo che sono spesso anche nostri ambasciatori».
In particolare, il settore che dimostra sempre più attenzione è quello della GDO, dove il tema del packaging è sicuramente molto forte. L’ente cerca di rappresentare un po’ tutti gli attori di questa industria, senza privilegiare particolari materiali o specifici settori. Ma tutto scorre o qualcosa ancora rema contro? Se l’industria del packaging è stimolata e già con una certa capacità di ascoltare le esigenze del mondo alimentare, chimico o d’altro tipo, è perché cerca di andare verso soluzioni che siano proficue.
Ma ci sono ancora alcune derive, percorsi paralleli o, peggio ancora, fuorvianti sul tema, come ad esempio il greenwashing. Un aspetto che crea confusione, nuove criticità e che occorre contrastare.
«Una direttiva specifica sul green claim ci guida ed è ragionevole pensare che entrerà in vigore nel 2025 – ci spiega Legrenzi –. Potrebbe togliere da questa impasse e creare maggiore chiarezza sull’imballaggio. È un nodo che rappresenta ancora un obiettivo da raggiungere. Il grande messaggero per ora è il green-packaging pratico, reale, adottato già da molti».
Per ora l’azione della Fondazione si concentra su vari task. Per l’anno 2024, continuerà a supportare il Best Packaging – premio storico nel settore – organizzato dagli anni ‘50 e che vede la sua partecipazione per valorizzare i progetti di studenti inerenti al mondo degli imballaggi. Ma c’è all’orizzonte anche la prossima formazione presso le scuole medie e anche verso gli istituti tecnici specializzati, vista la necessità di figure tecniche formate e definite con un diploma specifico, per garantire la nascita di un profilo professionale nuovo e adeguato sull’eco-packaging.
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