• 19/07/2025

Regione Lombardia: accoglienza a tutto tondo

 Regione Lombardia: accoglienza a tutto tondo

Assessorato al turismo regione Lombardia: un nuovo paradigma per un turismo inclusivo, volàno di coesione sociale e bellezza diffusa, in vista di Milano-Cortina 2026

In Lombardia il turismo non è più solo una voce di bilancio, ma una leva strategica per costruire coesione sociale, diritti di cittadinanza e bellezza diffusa. Ne è convinta Barbara Mazzali, assessore regionale al Turismo, Moda e Marketing territoriale, che sta guidando una trasformazione culturale profonda: rendere l’accoglienza un valore condiviso, non un’eccezione per pochi. In questa intervista racconta le azioni concrete messe in campo, le sfide da affrontare e il lavoro congiunto con l’assessorato alla Famiglia, Solidarietà sociale, Disabilità e Pari opportunità per fare delle Olimpiadi Milano-Cortina 2026 una svolta inclusiva per tutto il territorio

LOMBARDIA ECONOMY - Regione Lombardia: turismo inclusivo
Barbara Mazzali

Assessore, quali sono oggi le principali azioni che la Regione Lombardia sta portando avanti per promuovere il turismo sociale e accessibile?

«Negli ultimi anni abbiamo scelto di guardare al turismo non solo come leva economica, ma come vera e propria politica sociale. Questo significa creare le condizioni perché anche le persone con disabilità, le famiglie numerose, gli anziani, possano viaggiare, scoprire, partecipare alla bellezza della nostra regione. Il nostro obiettivo è semplice e ambizioso allo stesso tempo: rendere l’esperienza turistica un diritto davvero accessibile a tutti.

Per farlo, stiamo lavorando su più fronti. Incentiviamo l’adeguamento delle strutture ricettive con bandi mirati, promuoviamo percorsi turistico-culturali fruibili, e stiamo potenziando la formazione degli operatori. L’accessibilità, infatti, non è solo una questione di rampe o ascensori: è una cultura dell’accoglienza che va trasmessa e praticata, in ogni fase dell’esperienza turistica».

Quali sono le principali sfide in questo percorso?

«La prima è sicuramente quella culturale. Dobbiamo superare una visione del turismo accessibile come “segmento speciale” per pochi, per integrarlo come standard qualitativo di offerta per tutti. Poi, certo, ci sono le difficoltà strutturali, la mancanza di risorse in alcune realtà territoriali e la necessità di coordinare più soggetti: istituzioni, enti locali, imprese, associazioni. Ma quando si lavora insieme, i risultati arrivano».

In concreto, la Regione come sostiene l’adeguamento delle strutture?

«Abbiamo attivato diversi strumenti: bandi per l’innovazione e l’accessibilità, incentivi per le ristrutturazioni, accompagnamento tecnico per chi vuole adeguare la propria offerta. Lavoriamo molto anche sulla digitalizzazione delle esperienze turistiche, che permette una fruizione facilitata a distanza o con supporti tecnologici anche nei luoghi fisici. E nei prossimi mesi lanceremo nuove azioni specificamente pensate per l’accoglienza in vista di Milano-Cortina 2026».

Ci sono buone pratiche territoriali che ritenete particolarmente virtuose?

«Sì, ed è proprio da queste esperienze che nasce l’energia del sistema lombardo. Ci sono borghi che hanno creato percorsi inclusivi immersi nella natura, musei che hanno adottato soluzioni multisensoriali, alberghi che hanno fatto dell’ospitalità accessibile il proprio tratto distintivo. La Regione sostiene queste esperienze non solo economicamente, ma mettendole in rete e dando loro visibilità, perché possano diventare un modello replicabile».

Che tipo di collaborazione esiste con l’Assessorato alla Famiglia, Solidarietà sociale, Disabilità e Pari opportunità della collega Elena Lucchini?

«Lavoriamo fianco a fianco, lo dico con grande convinzione. L’inclusione non è un tema settoriale: richiede approcci trasversali. Con Elena abbiamo avviato tavoli congiunti, condividiamo progetti e priorità. Il turismo può essere – e deve essere – anche uno strumento di giustizia sociale, di protagonismo per tutti. E quando le politiche si costruiscono in sinergia, si crea un impatto che va ben oltre il singolo intervento».

Guardando alle Olimpiadi e Paralimpiadi 2026, cosa sta facendo la Lombardia per garantire un’accoglienza realmente inclusiva?

«Milano-Cortina 2026 è un banco di prova straordinario. Stiamo lavorando su accoglienza, trasporti, accessibilità digitale, formazione degli operatori – e lo facciamo con uno sguardo preciso: chi visiterà la Lombardia dovrà sentirsi accolto, indipendentemente dalle proprie condizioni. È un’opportunità per lasciare un’eredità positiva, non solo in termini di infrastrutture, ma di cultura dell’inclusione».

Quanto conta oggi la cultura, anche da un punto di vista sociale oltre che economico?

«Tantissimo. La cultura è una delle chiavi più potenti per generare appartenenza, coesione, cittadinanza. Un museo accessibile, un evento aperto a tutti, un itinerario pensato anche per chi ha fragilità motorie o sensoriali, sono molto più che iniziative culturali: sono gesti concreti di democrazia. E generano un valore pubblico che va ben oltre il ritorno economico. È questo il tipo di turismo che vogliamo costruire».

Per approfondimenti, visita: In Lombardia

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Irene Canziani

Giornalista

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