Rilancio imprenditoria e aiuti a imprese: a Varese candidati sindaci a confronto con Confesercenti

Il 3 e il 4 ottobre i cittadini di Varese saranno chiamati alle urne. Oggi, all’università Insubria, i sette candidati al ruolo di sindaco si sono confrontati su diversi temi legati all’economia e al futuro della città.
Varese guarda al futuro coi sette candidati sindaci che, nella mattina di lunedì 20 settembre, hanno presenziato a un incontro organizzato da Confesercenti con la partecipazione delle associazioni di categoria Confapi Varese, Cna Varese, Upi Calai, Federmanager Varese e la collaborazione dell’Università Insubria e Alumni Insubria. Sono stati tanti i temi toccati nell’aula Magna dell’Università Insubria cittadina: dall’economia, passando per il lavoro e lo sviluppo della stessa università. I cittadini di Varese, nelle amministrative del 3 e 4 ottobre saranno chiamati a scegliere il loro nuovo primo cittadino tra Davide Galimberti, Matteo Luigi Bianchi, Caterina Cazzato, Daniele Zanzi, Carlo Alberto Coletto, Giuseppe Pittaresi e Francesco Tomasella che oggi hanno offerto qualche spunto in più sulla loro visione della città.
In prima battuta si è parlato di come rilanciare il tessuto imprenditoriale locale. «Varese ha tante idee e progettualità, siamo una città in fermento con uomini e donne per uscire della crisi. Serve puntare su incentivi per agevolare le aperture, aprire un tavolo sugli affitti spropositati in città, dare un aiuto sul credito d’imposta e snellire la burocrazia», ha spiegato Zanzi. Per Cazzato invece bisognerebbe puntare su «un assessorato dedicato all’ascolto dei cittadini e l’ammodernamento tecnologico per snellire la burocrazia». Mentre Bianchi ha parlato di attrattività di natura turistica collegata a una migliore accessibilità alla città: «Vorremo anche rivedere la dislocazione logistica degli uffici comunali, svuotando il palazzo Estensi in via Sacco, aprendolo a turisti e visitatori e concentrando tutti gli uffici comunali all’interno della caserma Garibaldi. Ho inoltre presentato un disegno di legge per snellire il cuneo fiscale». Il sindaco uscente Galimberti si è focalizzato sulla riqualificazione dell’asse Olona con il coinvolgimento della presidenza del Consiglio e i fondi del piano nazionale: «Varese è una città sempre più connessa rispetto a cinque anni fa, pensate al collegamento con la Svizzera. Non è più il capolinea di tutti ma è una città media che ha relazioni con l’area pedemontana e il capoluogo, è quindi un posto dove le sperimentazioni possono avvenire. Puntiamo anche alla defiscalizzazione delle aree di confine, non come zone franche, ma trovando la giusta sintonia per consentire questa possibilità alle nostre aziende». E’ stato poi il turno di Tomasella: «Se ha alternative, sconsiglierei a mio figlio di aprire un’attività in Italia. Dobbiamo prima abbassare le tasse a livello nazionale, a livello comunale abbiamo l’addizionale Irpef più alta d’Italia, tanto è vero che riscuotono la Tari anche quando si è chiusi». Poi Coletto: «A Milano, nel nuovo piano regolatore, è consentito fare un cambio di destinazione d’uso degli edifici a carattere industriale o artigianale, senza seguire tutto l’iter burocratico ma con semplici comunicazioni al Comune. Questo potrebbe essere fatto anche a Varese, per snellire una parte della burocrazia che ci affligge. C’è poi difficoltà a reperire manodopera qualificata, serve l’implementazione degli istituti tecnici superiori. Il Comune di Varese non partecipa a nessuna degli Its che sono presenti in provincia di Varese». Infine Pittaresi: «Occorre una sinergia tra pubblico e privato. Dobbiamo frenare la nascita di nuovi supermercati e tutti quegli esercizi che sono a sfavore di negozi ed esercenti di vicinato».
Per quanto riguarda le agevolazioni per dare un aiuto concreto alle imprese, tutti i candidati sindaco hanno spiegato che punteranno sull’estensione dello stop alla Tosap, così da agevolare bar e ristoranti che posizionano tavolini e sedie all’esterno. Tomasella: «Ci opporremo ad eventuali nuovi lockdown. Non è stata tanto la pandemia a mettere in crisi le imprese, ma le decisioni politiche. Abbiamo avuto il lockdown più duro di tutto l’Occidente e ora abbiamo il super green pass più duro. Varese Libera ha proposto di abolire la Tari per tre anni, come forma di risarcimento per le attività colpite dal lockdown». Zanzi ha invece spiegato: «L’impegno sarà quello di confermare la calmierazione sulla Tari, con una proroga al 2022 e po’ più di spinta per venire incontro, non avulsamente, ai bisogni dei commercianti». Per Bianchi attenzione all’Imu sulle seconde case e sugli esercizi di natura commerciale: «Serve una calmierazione per l’imposta sugli immobili, pensiamo che questo possa avere un effetto volano anche sulle attività commerciali. Abbiamo bisogno di rilanciare il nostro brand in giro per il mondo, qui dobbiamo investire per colmare il gap perso con Como sul turismo». Cazzato: «L’emergenza Covid si è abbattuta su turismo e ristorazione determinando una condizione per cui è necessario difendere l’assetto imprenditoriale. Sostegno anche alle imprese femminili perché, come emerge da un’analisi della Camera di Commercio, in questa provincia, nell’ultimo anno, il 21% delle imprese femminili non si è iscritta rispetto all’anno precedente». Galimberti, sindaco uscente, ha posto l’attenzione sulla Tari: «Varese nel 2016 era tra le città in cui era più gravosa con diversi contenziosi aperti con le associazioni di categoria. Oggi siamo all’opposto: siamo una delle città dove la tassa del rifiuti è più bassa. Abbiamo ridefinito i piani economici, cosa che sarà strutturale anche per i prossimi anni». Per Coletto l’esenzione della Tosap avrà anche un’aggiunta: «Permettiamo ai negozi di esporre la propria merce, come già avviene in molte località turistiche, senza far pagare nulla in più. Diamo anche un aiuto per la conciliazione delle donne e il mondo del lavoro con un incremento dei posti negli asili nido tramite i fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza». In chiusura Pittaresi: «Le agevolazioni fiscali del Covid, vanno sicuramente mantenute per tutto il 2022. Parliamo anche di servizi di beni comuni come gas, luce, acqua, Tosap e Tari, per apertura o riaperture».
Un altro tema di confronto è stato anche quello sul futuro dell’Università Insubria. «Purtroppo – ha analizzato Coletto – non vediamo mai traccia degli studenti in città. Questo perché è relegata nel quartiere di Bizzozzero dove non ci sono collegamenti adeguati con il centro, tanto è vero che gli autobus dopo le 20 non raggiungono la zona. Spazio quindi al potenziamento dei mezzi pubblici, alla costruzione di piste ciclabili ad hoc e ad un servizio di bike sharing per avvicinare gli studenti alla città. Nel nostro programma elettorale puntiamo anche alla creazione di condomini assistiti per le persone anziane. Questo progetto sarebbe in sinergia con l’università perché gli studenti di medicina o infermieristica potrebbero fare pratica in questo tipo di realtà». Pittaresi ha invece spiegato: «Servono rette meno costose, per fare in modo che anche i figli delle famiglie meno abbienti possano frequentare. Occorre anche costruire una casa dello studente». Galimberti ha parlato di alloggi e trasporti: «Abbiamo un accordo per collocare 100 nuovi alloggi in alcune proprietà del Comune riqualificate. Nel periodo del Covid il trasporto pubblico è stato penalizzato, ma sicuramente ci sarà un potenziamento delle linee. All’interno della caserma Garibaldi ci sarà poi spazio per giovani e cultura». Cazzato ha promesso agevolazioni agli studenti: «Abbonamenti gratuiti o ridotti per gli autobus, agevolazioni per lo sport e l’avviamento di attività professionali. Vogliamo poi realizzare una casa della cultura, che sia in grado di accogliere studenti e persone stranieri, dove si possano avere informazioni su come vivere la città e organizzare i propri eventi culturali. Importante anche ampliare il numero di residenze per gli studenti. Con infrastrutture e la rivitalizzazione del quartiere di Bizzozzero evitiamo l’esodo dei nostri studenti verso altri atenei». Spazio anche alle parole di Bianchi: «Varese non è percepita come una città universitaria, forse perché l’università sta nel polo all’esterno del centro. Questa è una distanza che va superata e lo si fa cercando di portare gli alloggi nel centro città con studentati, dove anche gli investitori privati possono portare avanti le loro iniziative.» Migliori collegamenti per attirare più studenti, magari anche dall’estero, così la pensa Zanzi: «Abbiamo una città vicina al Lago maggiore, a Como, a Milano, a Lugano. Ora serve fare di Varese un centro turistico attrattivo. Occorrono collegamenti per fare in modo, ad esempio, che uno studente il sabato sera possa raggiungere Milano per seguire il Salone del mobile. Mi piacerebbe portare anche nuove facoltà, che siano confacenti con questa città, legate ad esempio all’architettura e all’ambiente». A chiudere sono poi le parole di Tomasella: «Abbiamo 12mila studenti ma c’è una percezione del fenomeno che da parte del resto della città è risibile. Il campus di Bizzozzero dovrà essere maggiormente interconnesso con la città. Sarebbe utile che una fermata delle Ferrovie Nord fosse nella zona dell’università. Con Confesercenti invece si potrebbe pensare a una tessera per gli studenti».