Sostenibilità come impegno (e non solo come speranza)

INTERVISTA A Rossella Sobrero, ideatrice del Salone della Csr e dell’innovazione sociale
Dal 2013 il Salone della Csr e dell’innovazione sociale è l’appuntamento più atteso da chi crede nella sostenibilità. Riconosciuto come il principale evento in Italia dedicato a questi temi, il Salone ha contribuito alla diffusione della cultura della responsabilità sociale, offerto occasioni di aggiornamento, facilitato il networking tra i diversi attori sociali. Ne parliamo con Rossella Sobrero, ideatrice del Salone e membro del gruppo promotore.
Come è stata l’edizione dello scorso anno e quale titolo avete pensato per l’edizione 2021?
«In questi anni è cresciuto il numero delle imprese che hanno fatto della sostenibilità un driver strategico e che partecipano al Salone della Csr e dell’innovazione sociale per condividere le loro esperienze positive. L’edizione 2020 è stata davvero “speciale”, non solo per le modalità con cui è stata organizzata (una formula ibrida con i relatori in Bocconi e i partecipanti collegati in streaming), ma anche per i contenuti e per i risultati più che positivi: 206 organizzazioni “protagoniste”, 80 eventi, 375 relatori, 12.249 connessioni. La prossima edizione nazionale (la nona, il 12 e 13 ottobre sempre in Bocconi) ha come titolo “Rinascere sostenibili”: non una speranza, ma un impegno che coinvolge già oggi tutti gli attori sociali».

Come ogni anno avete organizzato una serie di incontri itineranti: quali sono le evidenze emerse dai territori?
«Il giro d’Italia della Csr è un viaggio in 15 tappe che è stato organizzato tra gennaio e giugno: le città coinvolte nel percorso sono state Bari, Bologna, Genova, Ivrea, Como, Messina, Milano Mind, Napoli, Padova, Roma, Torino, Trento, Treviso, Udine, Verona. In questi mesi abbiamo incontrato tante realtà diverse, che hanno in comune un elemento importante: tutti, dalle imprese più grandi alle Pmi, dalle organizzazioni del terzo settore agli enti locali, stanno cercando di modificare concretamente il loro modo di operare in una logica sempre più sostenibile. Nelle tappe sono state valorizzate le esperienze di chi ha compreso anche l’importanza della collaborazione: solo quando esistono relazioni positive e il principio di sussidiarietà è reale, imprese, enti locali ed enti del terzo settore riescono a ottenere risultati utili per la comunità».
Si sta andando quindi verso una responsabilità sociale di territorio?
«Forse non ancora, ma la direzione è quella giusta. Si è capito che è fondamentale superare la visione limitata all’azione della singola impresa, della singola organizzazione non profit, del singolo ente pubblico e considerare invece il sistema di relazioni e di interazioni che legano tra loro gli attori locali».

Cosa serve per rinascere sostenibili?
«La crisi sanitaria, economica e sociale ha messo – e sta ancora mettendo – a dura prova tutte le organizzazioni che in molti casi hanno dovuto rivedere i propri modelli, innovare alcuni processi, fare scelte alternative. In particolare, nelle imprese abbiamo rilevato un cambiamento molto interessante: sono sempre di più le aziende che hanno adottato una visione sistemica della sostenibilità e hanno inserito i principi della responsabilità sociale nei loro piani industriali. Una sostenibilità che è sempre meno tattica e diventa una scelta strategica. Per rinascere sostenibili sono necessari coraggio, innovazione, capacità di visione: le organizzazioni che partecipano come “protagoniste” al Salone 2021 sanno che si può ripartire con il piede giusto per andare verso un domani più sostenibile».