Telecomunicazioni, Nokia: il 6G è già adesso

Giuseppina Di Foggia
Giuseppina Di Foggia, Ad e vicepresidente Nokia Italia, parla degli scenari post-pandemici, tra dispositivi indossabili, telepresenza olografica e fibre ottiche
Giuseppina Di Foggia è amministratore delegato e vicepresidente di Nokia Italia. Con lei parliamo non solo di reti fisse e mobili, ma anche di ambiente, politiche giovanili e di genere. Con uno sguardo a un futuro…regolamentato.
Qual è la visione della sua azienda rispetto al ruolo delle telecomunicazioni nella trasformazione che si prefigura coi nuovi scenari?
«E’ indubbio che la pandemia abbia cambiato abitudini e modalità. Il modello di lavoro flessibile – parte in presenza e parte a distanza – è diventato il paradigma anche per la fase post-pandemica, anche per aziende che non lo avevano sperimentato in precedenza. Le telecomunicazioni sono finalmente percepite come un’infrastruttura critica, al pari di acqua, luce e gas. Con l’inizio della prima ondata pandemica si è registrato nel mondo un incremento di traffico su reti fisse e mobili superiore anche al 40% e Nokia ritiene che quello che era sembrato un picco è il livello su cui ci siamo assestati. Di conseguenza, assistiamo a un’accelerazione nel ciclo di investimento delle infrastrutture di rete, prima di tutto nel 5G, nella banda larga in fibra ottica e nelle reti di trasporto: il 5G sta diventando la tecnologia mobile di riferimento, mentre assistiamo a un incremento della penetrazione della banda larga in fibra, per raggiungere obiettivi di connettività e colmare il digital divide. Nokia è un protagonista, attraverso la fornitura di soluzioni fisse e mobili a operatori, imprese e pubblica amministrazione».
L’attenzione di cittadini e imprese è sempre più centrata sullo sviluppo sostenibile in chiave ambientale, economica e sociale. Qual è la vostra proposta?
«Per Nokia il tema della sostenibilità ambientale è centrale. Come dice il nostro Ceo, Pekka Lundmark, “non c’è green senza digital”: oggi il 30% del mondo è digitalizzato e per contribuire alla de-carbonizzazione del pianeta occorre accelerare. Nel 2020 abbiamo introdotto un rinnovato approccio alla sostenibilità con il target di ridurre le emissioni del 50% da qui al 2030, nella convinzione che il ruolo della tecnologia sia migliorare la vita delle persone. Nokia è dotata di un sistema di gestione ambientale che definisce indicatori di performance legati all’ambiente con l’obiettivo, entro il 2025, di utilizzo di energia proveniente al 100% da fonti rinnovabili per tutti i siti Nokia nel mondo (uffici, laboratori, stabilimenti di produzione). Le nuove base station AirScale 5G, per esempio, consumano il 69% in meno delle precedenti; nelle nuove reti Xgs-Pon, grazie al chipset Quillion, abbiamo una riduzione del 50% dei consumi. Sono percentuali che solo noi possiamo vantare e che rappresentano un vantaggio anche per i nostri clienti. Abbiamo target anche sul packaging (su cui abbiamo superato l’85% di riciclabilità), sull’uso di plastiche e sulla circolarità: abbiamo lanciato un nuovo progetto di collaborazione con il gruppo Orange per il riutilizzo congiunto di molti tipi di materiali, con l’obiettivo di massimizzare il riciclo. Chiudo citando il premio che Nokia ha appena ricevuto alla conferenza Cop26 sul clima, per la categoria Supply chain capacity building: l’ultimo di una lunga lista per l’impegno a favore dell’ambiente»
La next generation esprime sempre più la volontà di contare nel mondo che cambia. Qual è l’attenzione di Nokia ai giovani e alle politiche di genere?
«Investire nella digitalizzazione non significa solo fornire infrastrutture, ma investire anche nell’istruzione dei giovani per avvicinare gli studenti alle materie Stem; per questo abbiamo collaborazioni con università, a partire dal Politecnico di Milano. Nel campus di Vimercate abbiamo un demo center e un centro di ricerca in cui sono impiegati giovani che portano in dote nuovi saperi ed esperienze multidisciplinari e stiamo lavorando all’apertura di una nuova sede a Roma, che prevede un innovation hub, incubatore per start-up e progetti innovativi, con il coinvolgimento di studenti e ricercatori. Vengo alla seconda parte della domanda: inclusione e attenzione alle diversità sono alla base della nostra cultura. Crediamo che ciascuno porti un contributo, a prescindere da genere, orientamento sessuale, abilità, etnia e credo religioso. Nokia persegue una strategia basata sull’inclusione. Con riferimento alle politiche di genere, sono convinta che occorra intervenire a livello culturale, mettendo al centro delle politiche aziendali il merito e la lotta ai pregiudizi, sensibilizzando il contesto sociale verso una formazione Stem, dove il divario uomo/donna è ancora significativo».
Ci può dare un’idea della sua visione del futuro: dal 5G al 6G?
«Con l’implementazione dei sistemi 5G in pieno svolgimento, è già iniziata la ricerca verso le nuove reti mobili 6G. I wearable, cioè dispositivi indossabili, diventeranno più comuni e unitamente a nuove interfacce uomo-macchina l’interazione con il mondo fisico e digitale sarà più intuitiva ed efficiente. I casi d’uso industriali, che si basano su requisiti molto più estremi, richiederanno il 6G e la telepresenza olografica diventerà una possibilità sia per il lavoro che per l’interazione sociale. Nokia è, come sempre, all’avanguardia nella prossima generazione di reti wireless ed è leader del progetto per Hexa-X, l’iniziativa di punta sul 6G della Commissione Europea per la ricerca. Questo sarà un contesto molto più pervasivo a causa dell’aumento esponenziale dei dispositivi coinvolti e degli scambi di informazioni che ne conseguiranno; le informazioni sensibili, abitudini, comportamenti potranno essere sempre più al centro dell’attenzione degli operatori e dei fornitori di beni o servizi. Un passaggio che dovrà essere attentamente gestito e regolamentato per evitare che si creino fenomeni lesivi della privacy».