• 16/01/2025

Turismo enogastronomico: la cultura dell’olio extravergine nelle province di Bergamo e Brescia

 Turismo enogastronomico: la cultura dell’olio extravergine nelle province di Bergamo e Brescia

Nel 2021 un turista su due ha scelto una meta che fosse anche un’esperienza enogastronomica

Le recenti linee guida per l’esercizio dell’attività oleoturistica emanate dal Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, di concerto con il Ministro del Turismo, a metà febbraio scorso (fonte Gazzetta Ufficiale) segnano l’inizio di una nuova fase per il turismo, con l’avvento dell’oleoturismo. Attività intesa, si legge nel documento ministeriale, come “conoscenza dell’olio d’oliva espletata nel luogo di produzione, attraverso le visite nei luoghi di coltura, la degustazione e la commercializzazione delle produzioni aziendali dell’olio d’oliva, anche in abbinamento ad alimenti, nonché le iniziative a carattere didattico e ricreativo nell’ambito dei luoghi di coltivazione e produzione”. 

Conoscenza, prodotto e territorio, dunque, sono i valori sui quali investire oggi, al pari di quanto da decenni si fa sul vino, il cui comparto produttivo si è definitivamente affermato anche come volano per il turismo (un esempio virtuoso in tal senso è stata la Franciacorta).

Ed è così, aprendo una stretta collaborazione tra produttori, prodotto e operatori che a vario titolo operano sul territorio, che anche l’olio Evo – alimento cardine della dieta mediterranea, patrimonio Unesco – può divenire sinonimo di una zona a esso vocata, anche nella prospettiva quanto più attuale di marketing territoriale.

In questo scenario il turismo dell’olio trova terreno fertile per futuri importanti sviluppi nel nostro Paese. In particolare in quelle regioni come East Lombardy dove è possibile ospitare turisti e clienti nelle aziende olivicole e far vivere loro un’esperienza a 360 gradi, in nome dei valori che il progetto stesso di East Lombardy incarna: sostenibilità e rispetto della biodiversità e delle condizioni di vita e salute degli animali. Parliamo in particolare delle due eccellenze locali: le olive del Garda che nascono in un territorio ricco, tra laghi e montagne, con l’olio del Garda Dop e le olive da ulivi sulle incantevoli rive del Lago d’Iseo e nei paesi limitrofi, con l’olio extravergine di oliva Dop Sebino. Raffinati olii prodotti grazie all’azione delle acque del lago che accumulano calore e umidità in estate e li restituiscono in inverno, creando un microclima particolarmente mite. Questa favorevole condizione, unita alla fertilità dei suoli di origine morenica, ha consentito lo sviluppo dell’olivicoltura sin dall’antichità. 

L’oleoturismo spinge la filiera a ragionare con politiche commerciali innovative, non più rivolte alla sola vendita allo scaffale (dove spesso prevalgono le logiche del prezzo), ma dirette al consumatore per trasmettere il gusto, la storia e il valore della biodiversità degli oli Dop e Igp. Questo è quello che accade per alcune delle realtà aderenti a East Lombardy che hanno fatto dell’olio, come del vino, un nuovo volano per il turismo nella Lombardia orientale. 

Sul territorio lombardo convivono una forte tradizione culinaria e un patrimonio artistico e culturale unici, due premesse fondamentali per qualsiasi strategia di turismo gastronomico. Fondamentale sarà saper promuovere l’oleoturismo come attività turistica che coniuga la qualità del prodotto con la conoscenza del produttore e del territorio di produzione.  I distretti produttivi possono dare vita a veri e propri “poli turistici” dedicati, con proposte interessanti e complete che coniugano arte, paesaggio e produzione olivicola: nuovi percorsi museali, passeggiate naturalistiche negli oliveti, visite in frantoio e nelle aziende, degustazioni guidate, tour esperienziali nel periodo della raccolta e molitura. E da Bergamo e Brescia parte un tour nella Lombardia dei frantoiani attenti alla terra, a una coltura sostenibile e a una produzione che rispetti l’oliva e le sue qualità organolettiche.

Redazione

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