Università Liuc 30 anni nel segno dell’innovazione

L’università Liuc Cattaneo festeggia i propri primi 30 anni e si prepara per le sfide future, nel segno dell’innovazione. Nato nel 1991 per volontà di 300 imprenditori di aziende della provincia di Varese e dell’Altomilanese, collocato in una sede prestigiosa e dall’alta valenza architettonica e culturale come l’ex Cotonificio Cantoni di Castellanza, l’ateneo ha saputo in questi decenni coniugare alta qualità accademica con una rete di relazioni con le imprese in Italia all’estero, cosa che ha garantito agli studenti una solida preparazione per il mondo del lavoro e generato allo stesso tempo un indotto significativo per il territorio: 123 milioni il maggior valore economico annuo stimato in termini di attivazione di flussi monetari, innesco di circuiti di consumo e sviluppo territoriale (studio Liuc basato su metodologia London Economics).
Il futuro della Liuc: realismo, utopia e relazioni con le imprese
I festeggiamenti per il trentennale si sono svolti negli scorsi giorni alla presenza di una larga rappresentanza dei “padri fondatori” dell’università, esponenti di spicco dell’imprenditoria lombarda. A delineare le linee di sviluppo di Liuc per il futuro è stato il Presidente dell’ateneo Riccardo Comerio, che ha voluto sottolineare due parole chiave come realismo e utopia: “Il realismo della LIUC consisterà nella sua capacità di rinnovare l’offerta formativa perché formi professionisti dalle competenze adeguate ad affrontare e gestire sfide sempre più complesse e situazioni altrettanto imprevedibili, ma anche nell’attenzione alla formazione di cittadini responsabili e solidali. L’utopia consisterà invece nella sua capacità di credere e di impegnarsi perché un mondo diverso sia possibile, così come possibile sarà promuovere e diffondere una economia dal volto umano”.
“Si parla tanto – ha aggiunto Federico Visconti, attuale Rettore della Liuc,– della cinghia di trasmissione fra scuola, università e impresa ma perché funzioni realmente servono meccanismi ben precisi, fra cui ascolto delle aziende, ricerca applicata, attività delle Business School. Inoltre, l’Università non deve dimenticare che della sua mission fanno parte sia la didattica, sia la ricerca, sia la cosiddetta terza missione. Perché dal rapporto con il territorio nascono opportunità importanti, come l’attività dei donors per attrarre giovani di valore”.
i-Fab, la fabbrica Lean e smart
La stessa sede che ha ospitato i festeggiamenti, l’i-Fab, è espressione della vocazione all’innovazione dell’università e del suo rapporto con il mondo delle imprese: si tratta di un laboratorio-fabbrica modello Lean e Industry 4.0, che consente agli studenti ma anche alle aziende del territorio di sperimentare i principi e gli strumenti della quarta rivoluzione industriale. Qui si studiano le tecnologie più promettenti, tra cui il Metaverso, e si progettano nuovi sistemi logistico-produttivi in un’ottica di eccellenza operativa.
Le opportunità del MILL
E la prossima sfida per la Liuc è ancora nel segno di una sempre maggiore relazione con il tessuto imprenditoriale del territorio: si tratta del MILL – Manufacturing, Innovation, Learning, Logistics – un polo di innovazione che sorgerà a breve in corrispondenza dell’ex Inghirami, un’area dismessa contigua ai padiglioni universitari, che ospiterà spazi di creazione e incubazione di startup, nuove strutture per corsi ITS, nuovi servizi per le imprese e anche la nuova sede di Confindustria Varese. Una nuova cittadella del saper fare, che secondo il presidente dell’Unione Industriali Roberto Grassi “creerà accelerazioni di imprenditorialità e benefici di attrazione, competenze e risorse per tutto il territorio e oltre. Un hub di innovazione che dalla vicinanza dell’Università potrà avvantaggiarsi di un’arma strategica in più, le indiscusse capacità accademiche di questo ateneo”.